Per batiscafo si intende un piccolo sommergibile adatto ad immersioni in profondità, (sensibilmente maggiori alle profondità raggiunte dagli attuali sommergibili militari, di poche centinaia di metri) solitamente in grado di ospitare un equipaggio molto ridotto.

Il batiscafo è costituito da due elementi principali: uno scafo leggero, struttura di notevoli dimensioni, con compartimenti stagni pieni di gas o di liquidi con densità inferiore a quella dell'acqua (per esempio benzina), che ha la funzione di galleggiamento, e uno scafo resistente (alla pressione idrostatica che agisce dall'esterno), costituito da una cabina sferica di acciaio. Nello scafo resistente sono alloggiate tutte le apparecchiature di comando e vi trova posto l'equipaggio che generalmente è costituito da ricercatori scientifici; sulla superficie esterna inoltre è montato il sistema per illuminare l'acqua intorno alla sfera, nonchè vari strumenti quali bracci meccanici, dispositivi fotografici, ecc. Lo scafo leggero non è in grado di resistere a forti differenze di pressione e pertanto, a mano a mano che si scende, è necessario uguagliare la pressione interna con quella esterna, ciò che si ottiene facendo entrare acqua dal fondo. L'acqua immessa provoca una riduzione di volume del gas per cui il batiscafo si appesantisce e affonda mentre la spinta interna dell'acqua fa equilibrio a quella idrostatica esterna. L'alleggerimento, per le regolazioni d'assetto e per la risalita, è ottenibile sganciando zavorra, costituita da blocchi e graniglia di ferro trattenuti da un sistema elettromagnetico.

                                                                                                                   Batiscafo Trieste I
Il primo batiscafo, l'FNRS I, fu ideato dallo svizzero Auguste Piccard: la sua costruzione, iniziata nel 1938 in Belgio, fu interrotta a causa degli eventi bellici; nel 1948, il progetto, modificato (FNRS II), fu portato a termine e il batiscafo effettuò varie prove al largo delle isole del Capo Verde raggiungendo la profondità massima di 1380 m. Danneggiato in un incidente, fu donato da Piccard al governo francese che lo modificò (FNRS III); il nuovo mezzo toccò nel 1953, al largo di Tolone, i 2100 m e nel 1954, al largo di Dakar, i 4050 m. Nel frattempo, Piccard ideò un nuovo batiscafo, il Trieste I, costruito a sue spese in Italia nel 1953; guidato dal figlio di Piccard, Jacques, toccò, nel 1953, al largo di Ponza, i 3150 m; passato nel 1958 agli USA e modificato, fu ribattezzato Trieste II; il 23 gennaio 1960, con a bordo J. Piccard e il tenente di vascello Don Walsh, stabiliva il record di profondità raggiungendo nell'abisso Vitjaz, al largo di Guam, la profondità di 11.022 m. Per ovviare alla mole ingombrante e alla limitata mobilità di questi batiscafi classici si è cercato in seguito di realizzare un veicolo sottomarino con struttura tanto resistente e tanto leggera da essere in grado di raggiungere grandi profondità senza dover ricorrere a particolari sistemi di galleggiamento e di zavorra. Attenendosi a questi criteri sono stati costruiti diversi prototipi per l'esplorazione sottomarina e per l'esecuzione di operazioni a profondità diverse: si tratta di veri e propri sommergibili, cioè batiscafi dotati di grande mobilità, di notevole capacità di manovra e di buona potenza propulsiva.

storiastrumentitrieste