Don Walsh e Jacques Piccard all'interno del Trieste |
L’impresa fu compiuta dall’oceanografo belga Jacques Piccard, uno degli ultimi grandi esploratori del XX secolo, scomparso all’età di 86 anni nel novembre 2008. Figlio del noto fisico August Piccard, Jacques Piccard era animato da una passione per la scienza e per l’avventura che ne fece un personaggio per molti versi simile ai protagonisti dei fantascientifici romanzi ottocenteschi di Jules Verne. Poco più che ventenne, Jacques Piccard era all’opera con l’anziano genitore nei cantieri navali di Trieste, dove si stava costruendo per loro un batiscafo che prese il nome della città: il batiscafo era un cilindro lungo 18 metri, con un diametro di 3,50 metri e con un resistentissimo abitacolo sferico fissato sotto lo scafo e capace di accogliere due persone. Padre e figlio lo provarono con eccellenti risultati negli abissi del Tirreno, tra Ponza e Capri. Il 23 gennaio 1960, con quello stesso batiscafo, Jacques Piccard scese lentamente nella Fossa delle Marianne con Donald Walsh, tenente della marina americana, dalla quale il Trieste era stato acquistato. I due riemersero quasi cinque ore dopo, accolti come trionfatori dall’equipaggio della nave appoggio. A ricordo di quella spedizione venne lasciata sul fondale una bandierina americana all’interno di un recipiente di plastica che fu lasciata affondare appena il batiscafo emerse. Da quella volta nessun uomo è più sceso a quelle profondità. Sono passati più di 50 anni ma soltanto nel 2009 grazie al robot sottomarino “NEREUS” vi fu la possibilità di seguire l’intera immersione del sottomarino-robot.
struttura del batiscafo |
ritratto di Piccard |