Il popolo malgascio è diviso in 18 tribù, separate l'una dall'altra dai confini territoriali degli antichi regni piuttosto che da differenze etniche. Quasi la metà della popolazione del Madagascar è giovanissima, con una media minore dei 14 anni. Solo il 31% della popolazione vive in agglomerati urbani; Le aree urbane vedono un riacutizzarsi della disoccupazione, costringendo numerose persone, soprattutto bambini, nelle strade. La conseguenza principale è un'insormontabile difficoltà ad accedere alla formazione scolastica a causa dei costi troppo elevati. Nelle zone suburbane la mancanza di strutture sanitarie di base aumenta il rischio di diffusione di malattie infettive. Il livello di malnutrizione resta alto, con il 58% di bambini che soffrono la fame. La povertà cronica sta diminuendo il livello educativo. Più di 1 milione di ragazzi scelgono di abbandonare gli studi in quanto non sono in grado di sostenerne le spese.
La società è tradizionalmente di tipo gerarchico ed esistono divisioni, in base all'età, alla discendenza e al genere. Si suppone che le persone nobili e i discendenti delle famiglie reali posseggano un alto tenore di vita (hasyna). All'interno delle famiglie i vecchi posseggono un grado maggiore di hasyna, perché, essendo più anziani, si stanno avvicinando alla morte e quindi agli antenati e alla loro forza. La società è divisa in gruppi sociali basati interamente sulla discendenza.
La popolazione, soprattutto per quanto riguarda i Merina, è divisa in gruppi chiamati "karazana" che vivono nelle vicinanze di una tomba di famiglia. La pratica è di eseguire matrimoni con persone appartenenti allo stesso karazana è da sempre utilizzata, nonostante i rischi di incesto, per preservare le discendenze e i confini.
I karazana sono a loro volta divisi in "fianakaviana", ossia famiglie che raggruppano persone con stretti legami consanguinei e sono definiti non tanto per il territorio in cui abitano ma per il loro legame affettivo. Gli ideali del fianakaviana sono solidarietà e fratellanza, e un membro di esso (havana) deve amare e rendere comuni  i propri averi.
Nonostante la schiavitù sia stata abolita nel 1897, ne sono ancora presenti dei tratti significativi.

1- Vezo
Il Vezo (pronunciato "Vezu", che significa "nomadi del mare") è un popolo di origini asiatiche presente nel sudovest del Madagascar, su un territorio costiero che va circa da Anakao fino a Morondava (400 km a nord). Sono abilissimi pescatori e piroghieri e si muovono nel mare a sud-ovest del Madagascar, inseguendo i bachi di pesi anche per parecchi giorni,  e quando si trovano a dover passarelanotte in mare, montano tende sulle piroghe, e per questo sono detti "nomadi del mare" Le loro tombe tradizionali sono decorate con sculture erotiche; è l'unica tribu' che non pratica la circoncisione.

2- Tsimihety
Il nome significa "coloro che non si tagliano mai i capelli". Sono pastori e coltivatori di riso. I loro capi sono sempre stati eletti per saggezza ed esperienza e non per successione monarchica. Gli Tsimihety popolano il Madagascar centrosettentrionale. Sono circa un milione. Rispetto al malgascio ufficiale, il dialetto parlato dagli Tsimihety presenta un maggior numero di influenze arabe e francesi. La società Tsimihety è fortemente egualitaria e la loro insofferenza per qualsiasi forma di autorità ha costituito storicamente un motivo di attrito con i Merina e con il governo nazionale. Gli Tsimihety sono stati sostanzialmente indipendenti fin dal XVI secolo. A questa etnia apparteneva Philibert Tsiranana, primo Presidente del Madagascar.I l Tsimihety  costituiscono il 7,3 per cento della popolazione, illustrano piuttosto sorprendentemente la nascita e lo sviluppo di un popolo malgascio. Il loro nome, "coloro che non tagliano i capelli", si riferisce al rifiuto dei loro antenati nel XVIII secolo di tagliare i capelli quando fosse morto il re. Si distinguono per la rapida espansione della popolazione e per la loro predilezione per la migrazione, e spesso hanno ampliato i confini del loro territorio e invadendo le terre dei popoli vicini.

3- Tanala
"Gli abitanti della foresta", vivono vicino al parco di Ranomafana. Incendiano ampi spazi di foresta per le loro coltivazioni di caffè. Hanno l'usanza di lasciare i morti all'aria aperta per più di un mese. Gli appartenenti a questa etnia sono circa 572.000 e rappresentano il 4% della popolazione malgascia.

4- Sihanaka
"Quelli che errano nelle paludi". Dediti alla pesca e la coltivazione di riso si sono stabiliti intorno al lago Alaotra; prosciugando gli acquitrini per la risocoltura hanno creato una zona detta oggi il "granaio del Madagascar". Gli appartenenti a questa etnia sono circa 363.000 e rappresentano il 2% della popolazione malgascia.

5- Sakalava
"Gli abitanti delle valli lunghe", i Sakalava sono una popolazione malgascia originaria della regione di Isaka (costa sudorientale del Madagascar). Sono la tribù più importante del Madagascar e occupano quasi tutto il teritorio ad ovest. Nell'antichità misuravano il loro potere in base agli schiavi che possedevano. Oggi e' il numero di zebù posseduti a determinare il potere di un sakalava.. Per molti Sakalava le tombe sono il tramite con Dio (Zanahary). Insieme ai Bara e ai Betsileo, sono fra le popolazioni malgasce di origine più chiaramente africana. A causa del loro passato storico, che vide un largo periodo di predominio sugli altri gruppi tribali malgasci, i Sakalava sono fra le etnie più geograficamente diffuse del Madagascar. Il nome Sakalava deriva dall'arabo saqaliba e indirettamente dal latino esclavus ("schiavo"). L'origine dell'identità del popolo Sakalava risale al XVI secolo. Scambiavano bestiame e schiavi con gli europei in cambio di armi da fuoco, che usavano per rafforzare il loro predominio sulle altre popolazioni locali, molte delle quali erano tenute a pagar loro tributi. Erano ottimi navigatori, e con le loro flotte di canoe con bilancere razziavano le coste dell'Africa orientale, ma neanche l'entroterra veniva risparmiato. Il loro predominio fu in seguito gradualmente eclissato dall'ascesa dei Merina e poi definitivamente cancellato dalla colonizzazione francese. I Sakalava sono un popolo di pastori; soprattutto nelle regioni interne del Madagascar il loro sostentamento è centrato sull'allevamento di zebù. Sono anche coltivatori di manioca, riso e mais. Come altre popolazioni malgasce, venerano i defunti; pezzi d'osso sono considerati reliquie e oggetti magici. Ogni dieci anni il popolo dei Sakalava celebra le proprie origini comuni riunendosi a Tsiribihina per il rito del fitampoha ("bagno delle reliquie dei re"). Durante questo rito vengono rievocati gli spiriti degli antichi re. Ci sono due diversi tipi di "medium", attraverso cui parlano gli antenati: gli mpisoro (che significa "maestro di cerimonia" o indovino) e i sazoky ("posseduto dai re"). La società Sakalava è fortemente gerarchica. I riti funebri sono radicalmente diversi fra i nobili, le personi comuni e i discendenti degli schiavi (la casta più bassa). I Sakalava costituiscono il 6,2 per cento della popolazione. Il loro vasto territorio, di circa 128 mila chilometri quadrati, si estende in una larga fascia lungo la costa dal fiume Onilahy a sud di Nosy-Be, nel nord.

6- Merina
"Quelli degli altipiani". Vivono attorno alla capitale e sono detti anche "i più potenti". Richiamano lineamenti asiatici e nella loro società è presente un sistema a tre caste determinato dalla tonalità della pelle. Le loro case sono rivolte a ovest e la divisione degli spazi interni corrisponde ai mesi dell'anno. I Merina sono il più grande gruppo tribale del Madagascar; l'insieme delle regioni occupate da questo popolo viene detta nazione Merina. La loro lingua è la lingua ufficiale del Madagascar e viene quindi chiamata comunemente "malgascio". Fra la fine del XVIII secolo e la fine del XIX i Merina portarono a termine un processo di unificazione che assicurò al Regno Merina la supremazia sulle altre etnie (in particolare i Sakalava, che erano precedentemente in posizione predominante). Il Regno Merina fu riconosciuto dagli europei come Regno del Madagascar, e giunse a controllare quasi tutta l'isola. La destituzione dei monarchi Merina da parte dei francesi coincise di fatto con la trasformazione del Madagascar in un possedimento coloniale francese. Il popolo dei Merina conta circa 3 milioni di persone (un quarto della popolazione complessiva del Madagascar), concentrati principalmente negli altopiani centrali. Le origini del popolo Merina sono un tema tuttora controverso. I Merina presentano tratti somatici e culturali che li accomunano abbastanza nettamente ai malesi-indonesiani e ai melanesiani. Secondo la tesi più accreditata, i Merina discenderebbero da viaggiatori malesi giunti in Madagascar circa 2000 anni fa, che rimasero sulle coste per circa un millennio prima di iniziare a spingersi verso gli altopiani dell'entroterra. Il ricordo di queste origini è andato perduto presso il popolo Merina. I primi sovrani Merina sui quali si hanno informazioni risalgono al XII e XIII secolo. L'unificazione del popolo Merina in un regno iniziò con il re Andrianamelo (XII secolo) e ai suoi successori Ralambo e Andrianjaka, ma fu portata a compimento solo nel XIX secolo, da Andrianampoinimerina. Gli succedette il figlio Radama, che iniziò a intessere rapporti di collaborazione con gli europei e, anche grazie a questa apertura, fu in grado di imporre la propria supremazia sulla quasi totalità del paese, sottomettendo altri regni locali (per esempio i regni Sakalava). Fu proprio questo il Regno Merina a essere riconosciuto dalle potenze europee come "Regno del Madagascar". L'influenza europea si accompagnò a una rapida modernizzazione del paese e alla diffusione dell'insegnamento, soprattutto a carico dei missionari protestanti britannici. Fra il 1868 e il 1869 si convertirono ufficialmente sia la regina (Ranavalona II) che il primo ministro (Rainilaiarivony), e il protestantesimo divenne la religione ufficiale del Regno. Gli stessi europei (in particolare, i francesi) posero però fine al Regno nel 1896, trasformando il paese in una colonia.Nel XX secolo, il popolo Merina ebbe un importante ruolo politico nella lotta per l'indipendenza del Magascar (soprattutto attraverso i movimenti Vy Vato Sakelika prima e l'MDRM, "movimento democratico del rinnovamento malgascio", poi. Nel 1947 l'MDRM subì una forte repressione da parte delle autorità coloniali, e il popolo Merina si trovò per diverso tempo emarginato dalla vita sociopolitica del Madagascar; in particolare, non ebbe nessun ruolo specifico nell'effettivo conseguimento dell'indipendenza. La presenza Merina in politica tornò a essere determinante solo negli anni novanta. L'attuale Presidente del Madagascar, Marc Ravalomanana, è un Merina.Il popolo della Nazione Merina è in realtà di composizione eterogenea. Il nucleo di questo gruppo è composto da discendenti dei malesi che giunsero in Madagascar circa 2000 anni fa, e presenta tratti somatici chiaramente sud-asiatici. Questo gruppo etnico centrale è socialmente suddiviso in due caste, dette Hova (la gente comune) e Andriana (la nobilità); l'ufficializzazione di questa ripartizione risale al re Merina Ralambo, vissuto alla fine del XVI secolo. Un terzo gruppo, etnicamente distinto, era costituito dai Mainty. Per un certo periodo, gli Andriana espressero i sovrani Merina, gli Hova i consiglieri del re e i Mainty la guardia reale.Nel XIX secolo, gli Hova soppiantarono gli Andriana, e i Mainty persero gradualmente potere, venendosi a confondere con gli andevo, gli schiavi che i Merina si procuravano razziando le coste. Quando i francesi acquisirono il controllo del Madagascar, crearono una nuova classe Hovavao o "nuovi merina", composta da schiavi neri liberati originari dell'Africa dell'est (soprattutto Mozambico).La struttura sociale della Nazione Merina è dunque fortemente gerarchica, con matrimoni quasi esclusivamente endogami. I villaggi sono gestiti in modo che si potrebbe definire "democratico" e godono di un'ampia autonomia basata sull'istituzione del fokonolona, una gestione in comune della vita pubblica basata su rapporti di clan.La lingua Merina è una lingua austronesiana. Su di essa è basato il malgascio (Malagasy), lingua ufficiale del paese e conosciuta anche dalle altre etnie (che pur conservano le loro lingue, o dialetti).La cultura Merina mantiene molti elementi di origine indonesiana, ma risente anche dell'influenza delle culture dell'Africa orientale. Prima della diffusione del Cristianesimo, la religione tradizionale Merina era animista/politeista, con una gerarchia di dèi al cui vertice sedeva il creatore Andriamanitrao Zanahary. Credevano che gli spiriti dei defunti vivessero in un "mondo degli antenati" e fossero in grado di manifestarsi in diverse forme: per esempio come "doppi" (ambiroa) "ombre" (tandindona) o "fantasmi" (matoatoa). Il sovrano era considerato strettamente legato al divino e i riti in suo onore si chiamavano fanasinana (letteralmente, "sacralizzazione"). Non esisteva una casta sacerdotale, ma vi erano figure di sciamani-guaritori (ombiasy) e astrologi (mpanandro) ai quali il sovrano delegava il compito di trattare con le "forze oscure". Anche i Merina, come altri popoli malgasci, hanno un proprio rituale di "risepoltura" (famadihana), che prevede la riesumazione periodica dei cadaveri. Dopo la conversione della regina e del primo ministro negli anni 1868-1869, il popolo Merina divenne ufficialmente cristiano (con prevalenza di protestanti), senza per questo rinunciare completamente alle proprie credenze e ai propri usi tradizionali.Il popolo dei Merina è tradizionalmente legato alla risicoltura. Gli altopiani intorno alla capitale Antanarivo e in una larga parte della "Nazione Merina" sono caratterizzati dalle tipiche risaie a gradini. I villaggi sono spesso costruiti in zone elevate e in passato erano circondati da solide fortificazioni. In modo coerente con le tradizioni indonesiane, le case dei nobili sono di legno e quelle della gente comune in terra. L'abbigliamento tipico consiste in abiti di cotone o seta.Fra gli strumenti musicali tipici del popolo Merina si possono citare il lokanga (un tipo di violino), lo scacciapensieri, la valiha, e numerosi tipi di tamburo. La musica spesso accompagna testi poetici di un genere noto come hain-teny, assimilabile ad altre forme letterarie diffuse presso gran parte delle popolazioni di origine malese-polinesiana.

7- Mahafaly
Il nome significa "creatori di tabù" esono considerati dalle altre tribù molto saggi. Le loro pittoresche e fantasiose tombe, abbellite con intagli in legno, pitture e corna di zebù sono da considerarsi le più interessanti del Madagascar.I Mahafaly sono un popolo del sud del Madagascar, e in particolare della zona di Betioky e Ampamihy. Abitano soprattutto le zone aride.Sono un popolo fiero e indipendente, che solo il colonialismo francese è riuscito a sottomettere.Le loro tombe sono adornate dalle corna degli zebù uccisi in onore del defunto durante il rito funebre; il numero delle corna deposte su una tomba è proporzionale allo status sociale del morto. Una delle tombe più spettacolari è quella del loro re Tsiampody, su cui sono state deposte le corna di 700 capi di bestiame

8- Bezanozano
Il nome significa "quelli con molte piccole trecce" per il loro tradizionale modo di portare i capelli. Abitano lungo il fiume Mangoro, su di un territorio montuoso, ricoperto da foresta pluviale tra Antananarivo e la costa orientale. I Bezoanozano sono una etnia del Madagascar che abita una area di foresta pluviale situata tra la parte orientale del territorio Merina e la regione costiera occupata dai Betsimisaraka del sud, lungo la parte superiore del fiume Mangoro.
Il loro nome significa "quelli delle trecce" e fa riferimento alla caratteristica acconciatura di questa etnia, che ricorda quelle di stile africano.La località principale del territorio bezanozano è la città di Moramanga, anche se la maggior parte degli attuali abitanti sono provenienti da altre parti dell'isola. La lingua bezanozano ha anch'essa caratteri intermedi tra quella dei Merina e i dialetti betsimisaraka, pur essendo sempre meno praticata, a favore della lingua merina.Le tradizioni orali dei bezanozano hanno conservato il ricordo d'un re chiamato Andriamalazabe, che avrebbe regnato nella seconda metà del XVII secolo e il cui figlio e successore è stato Ranantoana. Attualmente l'etnia Bezanozano conta circa 150.000 persone.

9- Betsimisaraka
"Gli inseparabili": questo perché i Betsimisaraka sono il risultato della fusione di altri numerosi gruppi tribali avvenuta all'inizio del XVIII secolo, da parte del re Ratsimilaho. Coltivano caffè, canna da zucchero e chiodi di garofano e vivono ancora in palafitte. Sono un popolo della costa orientale del Madagascar, secondi come popolazione solo ai Merina. Il loro territorio va dal fiume Mananara a sud, fino al fiume Bemarivo, nella regione settentrionale di Antalaha. Oggi vengono principalmente distinti tre gruppi, denominati Betsimisaraka del nord, Betanimena, e Betsimisaraka del sud. Sono principalmente mercanti, navigatori, pescatori e agricoltori. Fino all'inizio del XVIII secolo, i Betsimisaraka erano suddivisi in tre gruppi etnici principali: gli Tsikoa (o Betanimena) al sud, i Varimo al centro e gli Anteva al nord. Ciascuno di questi popoli aveva le proprie peculiarità culturali e linguistiche e manteneva relazioni conflittuali con i suoi vicini. L'ostilità fra questi gruppi era incoraggiata dai commercianti di schiavi che trafficavano con gli Europei, la cui presenza diede anche origine nella zona a un quarto gruppo etnico, gli Zana-Malata, di sangue misto europeo e indigeno, a cui apparteneva Ratsimilaho (figlio di un pirata inglese e di una principessa Anteva), il sovrano a cui si deve l'unificazione dei Betsimisaraka. Grazie all'appoggio militare dei suoi numerosi alleati europei, nel 1710 Ratsimilaho riuscì a respingere un tentativo di invasione da parte delle forze Tsikoa e Anteva guidate da re Ramanano. Il Regno Betsimisaraka includeva importanti città come Toamasina, Fenerive e Maroansetra.Ma dopo la morte del sovrano, il regno Betsimisaraka si disgregò rapidamente, cadendo sotto il dominio della dinastia Merina di Radama I.
Il territorio Betsimisaraka ha incluso l'importante città portuale di Toamasina, così come Fenerive e Maroansetra a capo della Baie d'Antongil.
A sud del Betsimisaraka sono gruppi etnici che traggono la loro origine ai commercianti islamici di misto arabi, africani.
10- Betsileo
Sono detti "invincibili" e abitano la parte centrale del Madagascar. Un sottogruppo dei Betsileo sono i Zafimaniry, anch'essi abilissimi artigiani del legno che vivono ad est della città di Ambositra. I Betsileo sono un gruppo etnico diffuso nella parte meridionale degli altopiani centrali del Madagascar. Il loro territorio si può, anche storicamente parlando, considerare delimitato a nord dal fiume Mania, a sud dal monte Andringitra, a est dalla catena montuosa di Bongolava e a est dalla Foresta Orientale, occupata dalla tribù Tanala. A differenza di altre popolazioni malgasce, i Betsileo sono un popolo di origine totalmente africana. Sono agricoltori, e coltivano soprattutto manioca, patate dolci, riso e taro. Inoltre, allevano zebù. Tradizionalmente, vivevano in capanne costruite con fibre vegetali, e le abitazioni in legno erano riservate ai nobili, ma oggi le loro case sono principalmente di fango e mattoni. Sono presumibilmente i migliori agricoltori in Madagascar, riuscendo a produrre riso, terrazzando le pendici delle colline ripide simili a quelle di Indonesia o le Filippine. Erano uniti nella fine del XVIII secolo dal re Andriamanalimbetany di Isandra, uno dei quattro principati Betsileo reale, ma sono stati incorporati nel regno Merina nel 1830. Il condividere qualcosa Betsileo della posizione privilegiata della Merina, che costituiscono una parte significativa del funzionario del Madagascar, professionale e qualificato classi artigiane.
Franco malgascio


11- Bara
Nome di origine bantù ma di significato sconosciuto. Erano rinomati come feroci guerrieri e per dimostrare la loro forza praticano il furto degli zebu' perchè ritengono che sia segno di virilita' possedere molti capi. Oggi vivono di allevamento sugli altipiani centrali. Sono un popolo del sud del Madagascar, diffuso principalmente all'estremità meridionale degli altopiani centrali dell'isola, nella Provincia di Toliara. Insieme ai Sakalava, i Bara sono fra i popoli di più chiare origini africane fra quelli del Madagascar. Sono una popolazione nomade: originari della zona a sudovest della città di Toliara, oggi si trovano soprattutto attorno ai centri di Ihosy e Betroka. Vivono principalmente dell'allevamento di zebù, tanto che, in alcune zone, il bestiame supera in numero la popolazione umana. Sono poligami, e attribuiscono alle donne una posizione sociale inferiore. Gran parte delle usanze sociali dei Bara ruotano attorno all'allevamento. Per esempio, il furto di bestiame e la cessione di bestiame svolgono un ruolo importante rispetto al matrimonio: ci si attende che il pretendente rubi del bestiame ,dimostrando in tal modo il proprio coraggio e la propria mascolinità, e che lo doni ai genitori della futura sposa come dote. Fra le popolazioni malgasce, i Bara sono fra quelli che hanno mantenuto più integralmente le proprie credenze religiose e i propri rituali e seppelliscono i loro morti in grotte naturali, esprimendo il lutto per la perdita di un parente radendosi il capo. Temono gli spiriti dei morti, e un tempo intere comunità si spostavano ogni volta che moriva qualcuno, per lasciarsi alle spalle il fantasma. Credono inoltre nello helo, uno spirito che appare ai piedi degli alberi.

12- Tanosy (o Antanosy)
Chiamati anche "quelli dell'isola" vivono attorno alla cittadina di Fort Dauphin in case di rami e legno. Sono una popolazione non molto numerosa, con radici musulmane; infatti, il fondatore mitico di questa tribù, un certo Raminia, sarebbe partito addirittura dalla Mecca intorno al XIII secolo, per giungere fino al basso Mananjari, nella zona di Faradofay, dove entrarono in contatto con gli Europei, che fondarono Fort Dauphine in quel territorio. Sono uno dei pochissimi popoli malgasci che non sono organizzati in caste. Praticano la cerimonia della circoncisione e una delle principali cause di morte è costituita dall'alcolismo.

13- Antandroy
Il nome significa "quelli che abitano nelle spine". Vivono infatti all'estremo sud, in un territorio molto arido. Guerrieri e guardiani degli zebù, hanno degli stregoni famosi perché realizzano amuleti potentissimi. Il loro mezzo più fondamentale di sostentamento è l'allevamento, affiancato, ma solo in parte, da quelle poche coltivazioni che il terreno desertico consente, come il fico d'India, che contiene tanta acqua. Infatti, proprio la difficoltà della vita in questa regione spinge molti lavoratori ad emigrare in altre zone del paese, per cercare lavoro.

14- Antambahoaka e Tanosy(o Antanosy)
Il nome significa "quelli della comunità" e si sono stabiliti nella regione di Mananjary nel 1200 circa. Sono legati a consuetudini musulmane, come il rifiutarsi di mangiare carne di un 'animale non completamente dissanguato. Praticano la circoncisione e questa cerimonia e' molto importante e vi partecipano tutti i giovani che saranno circoncisi nei sette anni successivi.
Gli Antambahoaka si insediarono nella valle del basso Mananjary e a differenza della maggior parte dei popoli malgasci, non hanno caste. I Tanosy, o Antanosy, sono una popolazione non molto numerosa, con radici musulmane; infatti, il fondatore mitico di questa tribù, un certo Raminia, sarebbe partito addirittura dalla Mecca intorno al XIII secolo, per giungere fino al basso Mananjari, più precisamente nella zona di Faradofay, dove entrarono in contatto con gli Europei, che fondarono Fort Dauphine in quel territorio. Sono uno dei pochissimi popoli malgasci che non sono organizzati in caste. Praticano la cerimonia della circoncisione e una delle principali cause di morte è costituita dall'alcolismo.

15- Antankarana
Originari di Cap d'ambre si sono poi trasferiti nella all'estremo Nord del Madagascar. Il loro nome significa "quelli delle rupi" riferendosi ad un imponente massiccio che si trova in quella regione. Sono dediti soprattutto alla pesca ed alla pastorizia, a nord del fiume Sambirano. Le origini degli Antakarana vengono fatte risalire al XII secolo, epoca in cui un gruppo di migranti Antalaotra ("quelli del mare"), un popolo swahili proveniente dalla costa africana, si stabilì sulla costa nord-orientale del Madagascar. A questo gruppo originario si unì, nel corso del XVI secolo, un gruppo della aristocrazia Sakalava, anch'essi di discendenza Antalaotra. Verso la fine del XVII secolo, un discendente di questo secondo gruppo, Andriantsirotra, instaurò il regno degli Antankarana, dando origine alla dinastia degli Zafimbolafotsy. Agli inizi del XIX secolo il re dei Merina, Radama I, sottomise gli Ankarana, annettendo i loro territori al Regno del Madagascar. Una parte degli Ankarana tuttavia continuò ad opporsi alla autorità dei Merina, rifiutando di assumerne i costumi e le credenze e tale divisione perdurò sino alla indipendenza del Madagascar. L'ultimo successore degli Zafimbolafotsy, Tsimiaro III, è salito al trono nel 1982 ed ha la sua sede ad Ambilobe.

16- Antaisaka
Vivono nella regione a nord di Fort Dauphin. Una credenza caratteristica degli Antaifasy è quella di costruire in casa una seconda porta destinata alla morte, lasciando i cadaveri all'aperto per vari giorni prima della cerimonia di sepoltura. Un'altra delle usanze tipiche di questo popolo, vi è il tabù verso la raccolta del riso da parte dei maschi. Gli Antaisaka (o Antesaka) sono un popolo del Madagascar, originario dell'ovest ma in seguito migrati nel sud-est dell'isola. Gli appartenenti a questa etnia sono circa 748.000 e rappresentano il 5% della popolazione malgascia. Discendono dai Sakalava, etnia a cui apparteneva quello che secondo la tradizione è il padre fondatore della comunità Antaisaka, Andriamandresy. Il nome 'Antaisaka in lingua malgascia significa appunto "quelli che vengono dai Sakalava".

17- Antaimoro
Si trovano sulla costa sud-orientale del Madagascar e il nome significa "quelli della costa". Arrivarono dai paesi arabi del medio oriente intorno al XIV secolo e sono caratteristici per la conoscenza dell'astrologia lunare. Sono stati i primi malgasci a codificare il linguaggio tribale in caratteri arabi . Crearono la famosa carta di Antaimoro utilizzando la fibra di una pianta locale per la necessita' di scrivere.

18- Antaifasy
Si trovano sulla costa sud-orientale del Madagascar nei pressi di Fort Dauphin, nella regione di Farangana. Il nome di questa tribù dalle piccole dimensioni significa "gli abitanti della sabbia" e seppelliscono i morti all'interno della foresta.

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