Il popolo masiro, comunemente
noto come berbero, costituisce il gruppo autoctono che, prima dell'invasione
araba, abitava le regioni del Magreb dall'Oceano Atlantico all'Egitto fino al
Sahel. L'arrivo dei nuovi venuti comportò, nel corso dei secoli, un decremento
della popolazione masira nelle aree da essa originariamente occupate e la sua
conseguente relegazione in alcune isole geografiche sempre più ristrette e
minacciate dall'arabizzazione incalzante promossa dai governi dei paesi nei
quali i Masiri vivono dispersi.
Attualmente la maggioranza della
popolazione masira è presente in Marocco ed in Algeria, ma gruppi meno
consistenti sono presenti anche in Tunisia, Libia, Mauritania, Egitto
(limitatamente all'oasi di Siwa), Burkina Faso, Mali e Niger. In queste ultime
due nazioni il masiro è riconosciuto lingua ufficiale.
I Masiri adottarono inizialmente la religione cristiana, ma poi attratti dall'Islam, la rinnegarono senza indugio. E' tuttavia vero che però questa popolazione non si è mai avvicinata ai fondamentalismi e fanatismi nate ovunque nel mondo dell'Islam.
L'ALGERIA CONTRO LA MINORANZA MASIRA
I governi dei paesi affrancatisi dal giogo coloniale non hanno dimostrato maggior sensibilità dei colonizzatori francesi nei confronti delle minoranze interne ed in particolar modo ve rso il popolo masiro. Ciò è dovuto in larga parte alla concezione islamica dello stato che, come nelle peggiori dittature, tollera solo i valori e la cultura araba avversando qualsiasi opposizione sia essa di ordine culturale, religioso, politico od etnico. Ad esempio, subito dopo la conquista dell'indipendenza il regime di stampo socialista arabao-islamico creato dal colonnello Boumedienne, da Ahmed Ben Bella e dai loro alleati in Algeria, promosse subito una massiccia campagna di arabizzazione forzata. Inoltre, la fortissima influenza dell'islamismo su tutta la vita sociale e politica, ha promosso concetti quali l'inscindibilità dell'Umma, la nazione araba, la cui violazione viene considerata una fitna, un'apostasia peggiore dell'assassinio e la Isdschmaa, il consenso di tutti, che prevede, in caso di conflitto, l'unità monolitica del consenso popolare e dell'opinione pubblica. Sono evidenti i motivi per cui una nazione ed una società simili considerino la presenza della minoranza masira quale fonte di pericolo e destabilizzazione. Conseguentemente la politica repressivo-razzista del governo algerino si attivò immediatamente attraverso la soppressione della cattedra universitaria di lingua masira, fondata nel 1962 ad Algeri. Successivamente l'arabizzazione forzata si espresse imponendo l'arabo quale unica lingua, il mutamento della toponomastica dalla forma masira e francese a quella araba, la censura di ogni attività culturale, artistica o sportiva che avesse un legame anche vago con la cultura masira. Inoltre, i militanti delle associazioni culturali venivano intimiditi e sottoposti ad arresti arbitrari ad interrogatori ingiustificati e spesso trattenuti in cella di isolamento (come si vede i metodi dell'oppressore sono sempre identici dall'Ulster alla Cabilia!!!); agli artisti ed agli intellettuali veniva negato il passaporto al fine di impedirne l'espatrio e la divulgazione all'estero delle istanze del popolo masiro.