Gli Gnawa sono un popolo presente in Marocco e in altre regioni del Nord Africa, che costituisce un gruppo etnico formato dai discendenti di antichi schiavi neri provenienti dai paesi dell'Africa a sud del Sahara. Nel linguaggio tradizionale dei Berberi il concetto di "nero di pelle" è praticamente inscindibile da quello di "schiavo" (i vocaboli che rivestono entrambi i concetti possono variare: akli, agnaw, ismeg/ashemja...). Vi sono molte ipotesi riguardo alle origini degli Gnawa: la tradizione vuole che i primi arrivi in massa di neri provenienti dal Sud si siano avuti ai tempi della conquista del Nord Africa da parte di Uqba ibn Nafi (VII secolo); di sicuro è però solo il sultano Ahmed al-Mansur (1587-1603) che diede l'ordine di organizzare sistematicamente carovane di schiavi per procurarsi la manodopera necessaria allo sfruttamento delle piantagioni di canna da zucchero in diverse zone del paese: questo fenomeno fu il vero e proprio predecessore del medesimo americano, che gli successe 300 anni dopo. Molti discendenti di questi schiavi entrarono in seguito a far parte della guardia personale del sultano Moulay Ismail (1672-1727) Altre grandi ondate di arrivi vi saranno a partire dalla costruzione del porto di Essaouira (1764), che in breve diventerà il terminale di arrivo delle carovane da Timbuctu, nonché luogo di imbarco di schiavi per le colonie europee, in particolare portoghesi.

 

MUSICA GNAWA

Il termine Gnawa, che definisce sia un genere musicale sia le confraternite maghrebine che ne portano avanti la tradizione, affonda le proprie radici nell'Africa centrale e occidentale (Ghana, Nigeria, Guinea, Senegal), l'Africa nera. Nel suo significato musicale - rituale, la Gnawa nasce dal sentimento di fratellanza che univa gli esuli in Marocco, ultima tappa africana del viaggio che li avrebbe portati in Europa come schiavi, così come abbiamo detto prima. La cerimonia Gnawa, la lila (che in arabo significa notte), prevede una rievocazione delle sofferenze

Uomini, ragazzi e bambini, che accompagnano con la musica i loro riti Gnawa
 degli avi esiliati come mezzo per raggiungere la redenzione; questi riti coinvolgono anima e corpo, e per molti aspetti sono simili al voodoo haitiano ed alla macumba brasiliana: fattori comuni sono lo sradicamento dalla propria terra, l'esilio e la schiavitù. La lila ha essenzialmente lo scopo di mettere in contatto il devoto con le entità sovrannaturali; gli spiriti sono richiamati in una sequenza precisa, che scandisce la notte in un percorso sensoriale di suoni (musica), profumi (incensi) e movimenti (danze). I maestri di cerimonia (maâlem) sono anche chiaroveggenti, stregoni e guaritori. Maâlem e seguaci si preparano alla lila attraverso il suono del guembri (liuto a percussione a tre corde), si riuniscono al di fuori della casa dove è prevista la cerimonia ed attendono l'inizio vero e proprio, annunciato dai tbel (percussioni) e dalle qarqaba (nacchere di metallo, che hanno anche la funzione di richiamare gli spiriti presenti). Le composizioni musicali, caratterizzate da melodie pentatoniche e ritmi sincopati, sono eseguite in maniera ossessiva e ripetitiva e accompagnate da canti in arabo dialettale. Questo rituale può mandare alcuni dei seguaci, che si abbandonano a danze forsennate, in uno stato di trance durante il quale lo spirito parla per bocca del posseduto per indicare quali siano le sue preferenze. Lo stato di trance è accelerato da una opportuna combinazione di spezie e incenso, ed i danzatori sono vestiti con i colori preferiti dallo spirito.

 

 

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