
Il 98% della popolazione appartiene ai neri
bantu.
Il nome del paese deriva dal termine Ngola, attributo
di rispetto dei sovrani Ndongo corrispondente all'italiano "Maestà". I
portoghesi diedero questo nome ufficiale al paese nel XVI secolo in onore di
que
Parco nazionale di Quiçama, situato 70 km a sud di
Luanda, ospitante una grande varietà di animali selvaggi.
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i sovrani, loro fedeli alleati.L'Angola , la cui capitale è Luanda, si affaccia
sull'Oceano Atlantico e la sua costa, che occupa circa 1650 km, va dall'estuario
del fiume Congo alla foce del fiume Cunene che segna in parte in confine
meridionale con la Namibia. Grazie ai suoi 1'246'700 km quadrati, è uno dei
paesi più grandi dell'Africa subsahariana, ma è scarsamente popolata. Il suo
territorio è costituito prevalentemente di altipiani, chiamati Serre, che da
nord verso sud diventano sempre più aridi; in Angola vi è una ingente differenza
di paesaggi: dalla zona equatoriale, dove vi sono alte temperature, forte
piovosità e foreste, si passa alle zone steppose, alla savana ed alle zone
semiaride, a sud, che lambiscono il deserto del Namib.Il paese è ricco d'acque:
dall'altopiano del Biè nascono alcuni fra i più importanti fiumi dell'africa
australe, come, sul versante nord, il Kasai, il Cuanza, che sfocia
nell'Atlantico, e su quello sud il Cunene, il Cubango-Okavango che alimenta il
lago Ngami in Botswana. Le possibilità economiche di questo paese non sono state
sfruttate a causa delle sue vicissitudini politiche. A nord è molto importatante
l'estrazione di diamanti e rame, inoltre negli altipiani centrali sono coltivati
caffè, sisal, mais, cotone e zucchero. Importante è anche la pesca, grazie al
Golfo di Benguela, una tra le riserve ittiche più grandi del mondo. La risorse
principale del paese è, però, il petrolio estratto nella fascia costiera di
Cabinda, dove poichè lì è concentrato il greggio angolano, le popolazioni
combattono contro il governo per diventare indipendenti. La maggiore minaccia
alla stabilità del paese è rappresentata dall'UNITA(unione per l'indipendenza
totale dell'Angola) di Jonas Savimbi. Dopo l'accordo di pace firmato nel 1988
tra Angola e Sudafrica, nel 1991 il movimento di Savimbi e il MPLA(movimento
popolara per la liberazione dell'Angola), il partito al governo
dall'indipendenza, avevano siglato un accordo di pace. Grazie all'intervento
delle Nazioni Unite nel 1992 si erano svolte le prime elezioni democratiche e
multipartitiche, vinte dal MPLA. L'UNITA non accettò i risultati e riprese la
guerriglia nel paese; nell'estate del 1993 essa controllava il 70% del
territorio nazionale e allo stesso tempo fallivano i tentativi dell'ONU di
riportare la pace tra i due partiti. Vi furono centinaia di migliaia di morti, e
tre milioni di angolani dovettero fuggire dalle loro case per evitare la
guerra.Alla fine del 1994 l'UNITA accettò di tornare alle trattative con il MPLA
e di riconoscere la validità delle urne. Nel 1997 si formò un governo di unità
nazionali, ma le tensioni rimasero forti. Nel 2002 la morte di Savimbi ha
favorito il processo di pacificazione del paese, anche se in alcune aree sono
ancora attivi focolai di guerra.
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Le cascate di Kalandula,
vicino alla città di Malanje.
Non si conosce molto sulle popolazioni che in epoca primitiva abitavano sul
territorio. L'arrivo dei portoghesi risale al 1483 si ha notizia di una prima
penetrazione anche nell'entroterra. Inizialmente vi furono ostilità con i
numerosi regni neri presenti sul territorio, ma tuttavia già nel XVI secolo si
addivenne a lunghi periodi di pace, intervallati da guerre occasionali, dovute
spesso a scontri di carattere personale tra i vari sovrani e governatori. In
particolare, il Regno di Ndongo costituì un'alleanza abbastanza stabile con i
portoghesi, intrattenendo con essi un fiorente commercio di schiavi. Il
colonialismo portoghese durò nei secoli, fino agli anni '60, precisamente nel
1956, anno in cui venne fondato il Movimento per la Liberazione dell'Angola
(MPLA), supportato dall' URSS.