AMHARA
Questo popolo, che abita la medesima regione dell'Etiopia centro-settentrionale nella quale si innalzano gli altissimi monti Semien (raggiungono i 4500 metri). L'origine del loro nome divide gli studiosi su due opinioni: gli uni pensano che derivi da "amari", significante piacevole, gli altri ritengono invece che provenga da Himyariti, nome col quale i musulmani chiamavano il regno sudan-yemenita. La loro religione è il frutto dell'unione di molti precetti, partendo da una base cristiana, ed è riconosciuta come Ortodossia Etiope, la quale mantiene frequenti contatti con la Chiesa Copta egiziana. La Pasqua e l'Epifania sono le celebrazioni più importanti, festeggiate con cerimonie, banchetti e danze. Ci sono anche molti giorni di "digiuno" nel corso dell'anno, in cui si possono mangiare solamente vegetali o pesce. I matrimoni sono spesso combinati, con gli uomini che si sposano verso i vent'anni.
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OROMO
Anch'essi formano un terzo della totale popolazione etiope e sono molto diffusi,
oltre che nel Corno d'Africa, anche in Kenya. Essi erano
storicamente fondati su un sistema di classi sociali, chiamato gaada, termine
che sta a significare proprio la stratificazione, che agisce socialmente sulla
popolazione; oggi questo sistema è andato scemando, ma sono ancora numerosi i
gruppi etnici che ne usufruiscono, come presso i Borana, dove i maschi adulti
sono classificati per età. Le religioni degli Oromo sono molteplici: al giorno
d'oggi seguono particolarmente quella ortodossa etiope, ma anticamente l'unica
era il waaq, che, nonostante le influenze europee, sopravvive. In questa religione
tradizionale Oromo esiste un dio supremo, detto Waka o Waaq. Waka crea e regola
l'esistenza di ogni essere vivente e non vivente, esiste in ogni cosa, e
mantiene l'ordine cosmico. Il concetto dell'ordine, o dell'equilibrio (fra
giovani e vecchi, fra uomini e donne, fra fisico e spirituale) è alla base di
gran parte della cultura oromo. Gli oromo chiamano l'equilibro safuu, la
cui perdita
significherebbe il regno del caos. Gli oromo rappresentano il safuu con un
simbolo tricolore che potrebbe essere considerato in analogia allo Yin Yang
orientale. Nel Faajjii Walaabuu (il simbolo tricolore), il bianco rappresenta il
passato (le ossa degli antenati), il rosso il presente (la carne, il sangue), e
il nero il futuro (l'ignoto, l'anima, lo stesso Waka). Il Faajjii Walaabuu mette
i tre colori in relazione, mostrandoli come tre aspetti indivisibili e
interconnessi della realtà.
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