AMHARA

Questo popolo, che abita la medesima regione dell'Etiopia centro-settentrionale nella quale si innalzano gli altissimi monti Semien (raggiungono i 4500 metri). L'origine del loro nome divide gli studiosi su due opinioni: gli uni pensano che derivi da "amari", significante piacevole, gli altri ritengono invece che provenga da Himyariti, nome col quale i musulmani chiamavano il regno sudan-yemenita. La loro religione è il frutto dell'unione di molti precetti, partendo da una base cristiana, ed è riconosciuta come Ortodossia Etiope, la quale mantiene frequenti contatti con la Chiesa Copta egiziana. La Pasqua e l'Epifania sono le celebrazioni più importanti, festeggiate con cerimonie, banchetti e danze. Ci sono anche molti giorni di "digiuno" nel corso dell'anno, in cui si possono mangiare solamente vegetali o pesce. I matrimoni sono spesso combinati, con gli uomini che si sposano verso i vent'anni.

Il vessillo degli amhara, con i colori sociali del popolo amhara.
 Tradizionalmente le donne si sposavano quando avevano 14 anni, ma nel XX secolo, l'età minima è stata innalzata a 18, sotto imposizione del governo Imperiale. I matrimoni civili sono comuni, nonostante ci siano anche matrimoni nelle chiese. Dopo un matrimonio celebrato in chiesa, il divorzio non è più contemplabile. Ogni famiglia ospita una festa di matrimonio separata dopo la cerimonia. Al momento del parto, un prete viene a visitare la famiglia per benedire il neonato e circonciderlo se è un maschio. La madre e il bambino rimangono nella casa, per quaranta giorni dopo la nascita di un maschio, per ottanta dopo la nascita di una femmina, prima di andare in chiesa per ricevere il battesimo.

OROMO

Anch'essi formano un terzo della totale popolazione etiope e sono molto diffusi, oltre che nel Corno d'Africa, anche in Kenya. Essi erano storicamente fondati su un sistema di classi sociali, chiamato gaada, termine che sta a significare proprio la stratificazione, che agisce socialmente sulla popolazione; oggi questo sistema è andato scemando, ma sono ancora numerosi i gruppi etnici che ne usufruiscono, come presso i Borana, dove i maschi adulti sono classificati per età. Le religioni degli Oromo sono molteplici: al giorno d'oggi seguono particolarmente quella ortodossa etiope, ma anticamente l'unica era il waaq, che, nonostante le influenze europee, sopravvive. In questa religione tradizionale Oromo esiste un dio supremo, detto Waka o Waaq. Waka crea e regola l'esistenza di ogni essere vivente e non vivente, esiste in ogni cosa, e mantiene l'ordine cosmico. Il concetto dell'ordine, o dell'equilibrio (fra giovani e vecchi, fra uomini e donne, fra fisico e spirituale) è alla base di gran parte della cultura oromo. Gli oromo chiamano l'equilibro safuu, la cui perdita

La bandiera del Fronte per la Liberazione degli Oromo: quesya associazione fondata nel 1973 ha l'intento di dare agli Oromo uno stato loro.
 significherebbe il regno del caos. Gli oromo rappresentano il safuu con un simbolo tricolore che potrebbe essere considerato in analogia allo Yin Yang orientale. Nel Faajjii Walaabuu (il simbolo tricolore), il bianco rappresenta il passato (le ossa degli antenati), il rosso il presente (la carne, il sangue), e il nero il futuro (l'ignoto, l'anima, lo stesso Waka). Il Faajjii Walaabuu mette i tre colori in relazione, mostrandoli come tre aspetti indivisibili e interconnessi della realtà.

 

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