Piccolo stato dell'Africa orientale, un tempo possedimento italiano, non è mai stato (e non è) un Paese molto influente, ovviamente per le sue cospicue dimensioni; ciò però non
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E in questa piccola realtà africana si può incontrare la vera anima africana, condizionata un po' dalle colonizzazioni della seconda guerra mondiale,prima italiana e in seguito britannica (1941) Si riscontra nei mille mestieri che, ogni giorno, questa gente si inventa per portare avanti un’economia essenziale, dove non esistono imballaggi né rifiuti; nei mestieri più pesanti e faticosi affidati a donne e bambini, retaggio di società tribali dove l’uomo è “guerriero” ed in quanto tale non può svolgere lavori umili; negli occhi sorridenti di questa gente che, pur affrontando mille difficoltà quotidiane, trova nella socialità, nell’incontro e nella condivisione con gli altri motivo di allegria; nei mercati, brulicanti e colorati, con gli uomini attorno al bestiame, con le donne attorno a colorate ed improbabili stoviglie; a Medabere, quartiere dell’Asmara ed uno dei più grandi mercati del riciclaggio che sia dato vedere, dove la mente e il braccio dell’uomo si fondono per dare vita ad un grande laboratorio: fusti arrugginiti di carburante, retaggio dei tristi tempi di guerra, si trasformano in sottili luccicanti lamiere, che verranno poi assemblate in tradizionali utensili per cuocere la ”ingera”, tipico pane locale, od in fornelli per la cerimonia del caffè: due cose che non mancano mai in nessuna casa eritrea, simboli della vita e della socialità.
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