Piccolo stato dell'Africa orientale, un tempo possedimento italiano, non è mai stato (e non è) un Paese molto influente, ovviamente per le sue cospicue dimensioni; ciò però non

Asmara, capitale dell'Eritrea, conta una popolazione di più di 500.00 abitanti e sorge su un altopiano a circa 2300 metri di altitudine, rendendola una delle capitali più "alte" del mondo.
 toglie allo stesso il fascino delle sue caratteristiche, peculiari e curiose, che lo rendono diverso da ogni stato a cui è stato cercato di essere accomunato: dall'Etiopia alla Somalia si è sempre provato, infatti,  a concepire questa piccola realtà africana come un satellite, una regione di altri più grandi, come le stesse Etiopia e Somalia.  E' un paese molto montuoso, nonostante si affacci sul mare, dove tra l'altro sono presenti anche diversi porti, alcuni dei quali anche utilizzati dall'Italia colonizzatrice di Mussolini per missioni di conquista in terra africana; infatti fu anche questa una colonia italiana, sebbene per pochi anni. Il suo clima è secco e molto caldo, anche se, intendiamoci, non è una novità in quest'area africana, ma sugli altopiani, bensì il sole picchi più forte, le temperature si raffreddano un po', rendendo il clima più apprezzabile. Anticamente oggetto di dispute tra Egizi e altre tribù musulmane, che alla fine riuscirono a stabilircisi, è diventata un' entità singola nel 1950, sebbene federata all'Etiopia. I popoli coincidono con quelli dell'Etiopia, essendo con essa, comunque, un tutt'uno. L'italiano è ampliamente parlato, specialmente nella capitale Asmara: è indubbiamente lo stato più influenzato dalla colonizzazione fascista.

E in questa piccola realtà africana si può incontrare la vera anima africana, condizionata un po' dalle colonizzazioni della seconda guerra mondiale,prima italiana e in seguito britannica (1941) Si riscontra nei mille mestieri che, ogni giorno, questa gente si inventa per portare avanti un’economia essenziale, dove non esistono imballaggi né rifiuti; nei mestieri più pesanti e faticosi affidati a donne e bambini, retaggio di società tribali dove l’uomo è “guerriero” ed in quanto tale non può svolgere lavori umili; negli occhi sorridenti di questa gente che, pur affrontando mille difficoltà quotidiane, trova nella socialità, nell’incontro e nella condivisione con gli altri motivo di allegria; nei mercati, brulicanti e colorati, con gli uomini attorno al bestiame, con le donne attorno a colorate ed improbabili stoviglie; a Medabere, quartiere dell’Asmara ed uno dei più grandi mercati del riciclaggio che sia dato vedere, dove la mente e il braccio dell’uomo si fondono per dare vita ad un grande laboratorio: fusti arrugginiti di carburante, retaggio dei tristi tempi di guerra, si trasformano in sottili luccicanti lamiere, che verranno poi assemblate in tradizionali utensili per cuocere la ”ingera”, tipico pane locale, od in fornelli per la cerimonia del caffè: due cose che non mancano mai in nessuna casa eritrea, simboli della vita e della socialità.

 

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