MERAPI:
Monte Merapi è un vulcano conico della Giava
centrale in Indonesia. Il suo nome significa
montagna di fuoco. È uno dei vulcani più attivi in
Indonesia. Dal 1548 ha eruttato 68 volte. Si trova molto vicino la città di
Yogyakarta.
Le continue eruzioni dal 1992 al 2002 hanno causato molti morti soprattutto nel
1994 (43). Nel 2006 c'è stata un' eruzione che ha causato due decessi. L'ultima
eruzione risale al 26 ottobre 2010 ed è tutt'oggi attiva . Il vulcano viene
considerato degno di particolari studi alla luce della sua storia di grandi e
distruttive esplosioni in zone molto popolose. Il Merapi è il vulcano al mondo
che ha generato il maggior numero di nubi ardenti in tempi storici,è considerato
un "Decade Volcano", uno tra i 16 meno raccomandabili vulcani al mondo e il più
attivo dell’Indonesia. Inoltre è un vulcano situato in una delle più popolate
zone del mondo. Questo vulcano è caratterizzato da eruzioni che durano da uno a
cinque anni e sono comuni eruzioni Pliniane e Subplianiane. Il Merapi contiene
nella sommità un duomo craterico attivo ed instabile che spesso collassa
parzialmente generando flussi piroclastici (densa nube ad elevata temperatura
costituita da frammenti piroclastici (tutti i frammenti solidi emessi dal
vulcano) e gas. Esso scorre veloce sul suolo e generalmente si incanala in
valli, colmando depressioni. Questi flussi possono scendere per 13 km e
raggiungere velocità di 110 km/h.
Eruzione del 2006
Nell’aprile del 2006 la sismicità
andava incrementano a intervalli più regolari e il cono vulcanico mostrava un
rigonfiamento indicativo di una nuova imminente eruzione. Il 19 aprile il fumo
emergente dal cratere si levò fino a un’altezza di 400 metri, rispetto ai 75
metri del giorno precedente. Il 23 aprile, dopo che nove tremori superificiali e
156 scosse di varia intensità indicarono chiaramente il movimento del magma,
venne predisposta una prima evacuazione: circa 600 persone - per lo più anziani
e bambini - che vivevano sulle pendici del vulcano. All’inizio di maggio
cominciò il flusso attivo di lava. L’11 maggio, con un flusso lavico ormai
costante, venne emanato l’ordine di evacuazione per circa 17 mila persone delle
zone a maggiore rischio, e due giorni dopo l’ordine di fuga immediata venne
esteso a tutti gli
abitanti della montagna. Molte persone ignorarono il
pericolo e tornarono nelle proprie case, temendo il furto di beni e provviste. A
metà maggio l’attività sismica si calmò. Il 27 maggio, un terremoto di magnitudo
6.3, con epicentro a circa 30 chilometri dal Merapi, devastò la regione di
Yogyakarta uccidendo almeno cinquemila persone e lasciandone oltre duecentomila
senza tetto. Si temette che il vulcano potesse esplodere. Le scosse telluriche
non avevano oscillazioni a lungo periodo, una caratteristica sismica che di
solito è associata a eruzioni progressive e di maggiore entità. Altri 11 mila
abitanti vennero evacuati il 6 giugno, dopo che la lava e l’associata nuvolosità
sovrariscaldata e tossica invasero le pendici del monte verso il paese di
Kaliadem, situato a sudest del vulcano.
Immagine che rappresenta l'eruozione del vulcano
Merapi nell'ottobre del
2010
KRAKATOA:
Il Krakatoa è un vulcano dell'isola indonesiana di
Rakata, nello Stretto della Sonda. L'isola è collocata direttamente sopra la
zona di subduzione della placca eurasiatica e della placca indo-australiana.
Conosciuto per le sue eruzioni molto violente, soprattutto per quella che si
verificò il 27 agosto 1883 con energia equivalente a
200 megatoni provocando il suono più forte mai udito sul pianeta, un boato ch
e
arrivò a quasi 5000 km di distanza. L'esplosione polverizzò completamente
l'isola sulla quale sorgeva il vulcano e scatenò un'onda di maremoto alta 40
metri.
Vulcano Krakatoa durante l'eruzione.
L'eruzione del 1883 espulse più di 5 miglia cubiche
(circa 21 chilometri cubi)
di roccia, cenere e pietra pomice, e generò un suono tra i più forti mai
registrati da essere umano - l'esplosione del cataclisma fu distintamente
ascoltata fino ad Alice Springs in
Australia,
e a
Rodriguez vicino all'isola
Mauritius,
e il riverbero delle onde atmosferiche fu avvertito in tutto il mondo. 165
villaggi furono devastati, 36.000 persone morirono e molte migliaia di persone
furono ferite dall'eruzione, di cui gran parte a causa dello
tsunami che
seguì la tremenda esplosione. L'eruzione del 1883
distrusse i due terzi del territorio che allora era l'isola di Krakatoa. Nuove
eruzioni del vulcano, dal 1927, hanno fatto
emergere una nuova isola, detta Anak Krakatau
(figlio di Krakatoa).Il Krakatoa è stato inattivo per due secoli, prima
dell'inizio dell'eruzione il 20 maggio
1883. Per diversi anni prima di questa eruzione si verificarono fortissimi
maremoti, e gli effetti di alcuni di questi si avvertirono anche in Australia.
L'eruzione iniziò con piccole emissioni di vapore il 20 maggio, e queste
continuarono per i tre mesi successivi. L'11
agosto tre aperture regolarmente eruttavano dal vulcano. In questo periodo
le maree furono stranamente alte, e
fenomeni come il frantumarsi immediato di finestre erano ordinari. L'11 agosto
si vide l'inizio di un'eruzione più ampia, con una colonna eruttiva carica di
cenere proveniente da 11 aperture. Il 24 agosto
l'eruzione si intensificò, e il culmine del cataclisma iniziò domenica
26 agosto
verso mezzogiorno. Nuvole di cenere provenienti dall'eruzione raggiunsero
un'altezza di 36 km, e si generò il primo tsunami. Il
27 agosto
le eruzioni avvennero alle 05:30, 06:42, 8:20 e alle 10:02 ora locale.
L'ultima di queste eruzioni aprì delle fessure nella roccia del vulcano, ed in
questo modo l'acqua del mare si riversò nella
camera magmatica. L'esplosione risultante del vapore surriscaldato distrusse
gran parte dell'isola. Il suono dell'esplosione fu avvertito finanche in
Australia, lontana 3500 km (2200 miglia), e nell'isola di Rodriguez vicino a
Mauritius, lontana 4800 km (3000 miglia). Fu il suono più forte registrato nella
storia. Benché sembri che nessuno sia stato ucciso dall'esplosione iniziale, lo
tsunami generato provocò effetti disastrosi, uccidendo circa 36.000 persone, ed
eliminando diversi villaggi. Circa altre 1.000 persone morirono per gli effetti dei fumi vulcanici
e della cenere. Navi lontane, nel
Sudafrica, si rivoltarono quando lo tsunami le colpì, e i corpi delle vittime
furono trovati nell'oceano per settimane
dopo il tragico evento. L'eruzione del 1883 fu tra le più dannose
esplosioni vulcaniche nell'era moderna. Le onde d'aria generate dall'esplosione
"viaggiarono" sette volte intorno al mondo, e il cielo si scurì per i giorni
successivi. L'isola di Rakata quasi cessò di esistere, dal momento che oltre due
terzi della superficie fu polverizzata, e il fondo dell'oceano che la circondava
fu drasticamente alterato. Due isole vicine, Verlaten e Lang, incrementarono la
loro superficie. La cenere vulcanica continua a costituire una parte
significativa della composizione geologica di queste isole. Ci sono alcune prove
che dimostrano come l'esplosione finale possa non essere stata causata
dall'ingresso dell'acqua di mare nel vulcano. Dopo
l'eruzione del 20 maggio entrò nella camera, dalla profondità, materiale più
caldo e di colore scuro. Il nuovo materiale riscaldò la roccia fusa originaria,
emettendo gas disciolti, ed aumentando la pressione. Le eruzioni del 25 e 26
agosto liberarono la gola del vulcano rilasciando la pressione nella cataclismica esplosione che distrusse gran parte dell'isola. La pietra pomice
dell'eruzione evidenzia una miscela di materiali di colore chiaro e scuro.
un immagine
dall'alto del vulcano Krakatoa
situato sull'siola Rakata