Il vulcano è una spaccatura della crosta terrestre, dalla quale escono materiali gassosi, liquidi e solidi ad alta temperatura, provenienti dall'interno della terra, che si accumulano in parte intorno alla spaccatura formando l'edificio vulcanico.
L'edificio vulcanico termina nella parte superiore con una bocca a forme di imbuto, cratere,  e comunica attraverso un condotto, camino vulcanico, con il focolaio magmatico.
Spesso si distinguono una cratere principale  e dei crateri secondari (o avventizi) che si aprono sui fianchi della montagna vulcanica e possono aumentare di numero tra una eruzione e l'altra.
I vulcani possono essere sottomarini , quando l'eruzione avviene sotto il mare.

I vulcani si distinguono in:

Talvolta i vulcani spenti, anche dopo secoli di inattività, possono riattivarsi, come per esempio il monte Somma, che costituisce attualmente il cono sterno del Vesuvio, si ridestò improvvisamente nel 79 d.C. distruggendo Pompei.


Esempio di vulcano a cono

FORME DEI VULCANI:

I vulcani possono essere a scudo o a cono.
Il vulcano a scudo presenta fianchi con pendenza moderata, ed è costruito dall'eruzione di lava basaltica fluida. La lava basaltica tende a costruire tali enormi coni a bassa pendenza in quanto la sua scarsa viscosità le consente di scorrere agevolmente sul terreno o sotto di esso, nei tubi di lava, fino ad arrivare a molti km di distanza senza consistente raffreddamento. I maggiori vulcani del pianeta sono vulcani a scudo. Il nome viene dalla geometria degli stessi, che li fa assomigliare a scudi appoggiati al terreno. Il più grande vulcano a scudo del mondo si trova nelle Hawaii, il suo nome è Mauna Loa. È alto circa 4000 m s.l.m. ma la sua base è situata 5000 metri sotto il livello del mare, perciò la sua altezza effettiva è di 9000 metri, mentre il suo diametro alla base è di circa 250 km.

Troviamo invece un vulcano a cono quando le lave sono acide. In questi casi il magma è molto viscoso e trova difficoltà nel risalire, solidificando velocemente una volta fuori. Alle emissioni laviche si alternano emissioni di piroclastiti, materiale solido che viene sparato fuori e che, alternandosi con le colate, forma gli strati dell'edificio. Eruzioni di questo tipo possono essere molto violente (come quella del Vesuvio che seppellì Pompei), poiché il magma tende ad ostruire il camino vulcanico creando un “tappo”; solo quando le pressioni interne sono sufficienti a superare l'ostruzione l'eruzione riprende (eruzione di tipo vulcaniano), ma nei casi estremi ci può essere un'esplosione che può arrivare a distruggere l'intero vulcano (eruzione di tipo peleèano). Il vulcanismo di questo tipo è presente lungo il margine continentale delle fosse o dei sistemi arco-fossa, dove il magma proviene dalla crosta, dove le rocce sono di composizione più eterogenea.

TIPI DI ATTIVITA' :

Un vulcano può trovarsi in quattro tipi di stati o fasi di attività: quiescenza, fase solfatarica, attività permanente moderata, eruzione. Lo stato di quiescenza e la fase solfatarica, la cui durata è variabilissima da un vulcano all'altro e in uno stesso vulcano, corrispondono a uno stato di esaurimento più o meno passeggero delle forze eruttive, in seguito a una precedente eruzione. Durante tali fasi si hanno solo manifestazioni postvulcaniche, quali solfatare, fumarole, mofete, acque termali. L'attività permanente moderata può essere rappresentata dalle eruzioni hawaiane, con formazione di laghi di lava di lunga durata o dalle eruzioni stromboliane, con alternanze di lanci di scorie e fuoriuscita di lave, fluide, o dalla estrusione di cupole e di guglie laviche. Tale tipo di attività è raro, più spesso è interrotto da eruzioni più o meno violente e da periodi di quiescenza. L'eruzione può presentare diversi gradi di intensità, da quella moderata a quella parossistica. L'attività moderata e l'eruzione violenta sono da considerarsi due aspetti dinamicamente differenti di uno stesso fenomeno. Le loro caratteristiche dipendono da diversi fattori, di cui i più importanti sono l'acidità della lava (percentuale di silice) e il tenore dei prodotti volatili. A temperature uguali, più una lava è acida, più è viscosa e più si oppone allo svolgimento dei gas che contiene e quindi più grande è l'energia accumulata dalla fase gassosa e più violente sono le esplosioni che avvengono quando la pressione dei gas riesce a vincere la resistenza opposta. Per le ragioni opposte le lave basiche molto calde, come quelle delle Hawaii, lasciano sfuggire facilmente i gas e non provocano esplosioni; al massimo i getti di gas trascinando lembi di lava formano zampilli chiamati fontane di lava che possono raggiungere in periodi di eruzione violenta anche 500 m di altezza (Mauna Loa, Kilauea, Nyamuragira). Quando le lave sono acide e quindi pochissimo fluide, lo svolgimento dei gas non è continuo ma intermittente, perché deve accumularsi una tensione di vapore sufficiente per vincere la tensione superficiale della lava. Si verificano perciò esplosioni sporadiche che lanciano a grandi distanze le scorie (Stromboli, Vesuvio, Etna, Izalco, Mihara). L'attività moderata si può produrre anche nei vulcani con magma molto viscoso come estrusione lenta di cupole o di guglie laviche che può avvenire al livello del terreno circostante (Puy de Dôme) o nel cratere di un vulcano già formato (monte Pelée, Merapi). Le eruzioni violente e i parossismi si manifestano con durata e a intervalli variabilissimi e possono essere effusive, esplosive o di tipo intermedio, appunto in dipendenza dalla natura del magma.

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