Piantagione di tabacc0 in Senegal. |
Il Senegal
(nome ufficiale République du Sénégal),
stato dell’Africa occidentale, è delimitato a nord dalla Mauritania, a est dal
Mali, a sud dalla Guinea e dalla Guinea-Bissau; a ovest si affaccia sull’oceano
Atlantico. Il Gambia, un piccolo stato di forma allungata che si estende
nell’entroterra lungo l’omonimo fiume, costituisce un’enclave nella zona
meridionale del paese. La superficie totale è di 196.722 km² e l’estensione
costiera è di 531 km; la capitale è Dakar.
Veduta dell'isola di Gorèe, l'isola davanti alla capitale Dakar tristemente famosa in quanto ex-prigione degli schiavi diretti in America. |
Il clima è tropicale, con
una stagione secca (novembre-giugno) e una piovosa (luglio-ottobre).
La sezione settentrionale del Senegal, che fa parte del
Sahel (una zona di transizione tra il Sahara, a nord, e le regioni più umide del
sud), presenta la vegetazione tipica della savana, con sparsi gruppi di alberi e
cespugli spinosi. Verso sud il manto vegetale è più abbondante e, nell’estremo
sud, si trovano paludi con mangrovie e fitte formazioni di palme da olio, alberi
di mogano, teak e bambù. La fauna selvatica è molto variegata, ma i grandi
mammiferi – l’elefante, il leone, il ghepardo, l’antilope – sono presenti in
numero limitato e confinati nella parte orientale e meno popolata del paese; nei
fiumi vivono l’ippopotamo e il coccodrillo. Fra le numerose varietà di serpenti
si citano il cobra e il boa costrittore.
Il
60% (2004) della popolazione rurale dispone di acqua potabile sicura, mentre
solo il 34% (2004) è dotato di servizi igienici adeguati. Le pressioni
sull’ambiente, risultanti da un tasso di crescita della popolazione molto alto,
hanno condotto alla deforestazione, motivata dalla necessità di ricavare terreno
coltivabile e legna da ardere. Questa, unita al sovrapascolo e combinata con gli
effetti perduranti della siccità, ha causato la desertificazione di vaste aree
del paese. Il 44,1% della superficie totale dello stato è tuttavia ancora
coperto da foreste.
Ansa del fiume Gambia. |
La capitale, Dakar, è il
porto e il centro commerciale più importante del paese. Le attrazioni principali
della città, che sorge sul lembo estremo della penisola di Capo Verde, sono la
tristemente nota isola di Gorée, la Grande Moschea, Hann Park, zoo nel centro
della città in cui si trovano molti animali a rischio di estinzione che hanno
come habitat il Senegal. Inoltre è sede dell'omonima università, accreditata in
tutto il paese. Dakar è molto nota nel mondo per essere stata, dal 1979 al 2007,
il punto d'arrivo della competizione automobilistica Parigi-Dakar, che
a partire dal 2009 si è svolta in Sudamerica.
Altri centri urbani di
rilievo sono Thiès, Kaolack, Saint-Louis e Ziguinchor, tutti situati nella zona
occidentale dello stato.
Tessuti coloratissimi in vendita in un bazar a Ziguinchor. |
Il
comparto industriale impiega l’8% della forza lavoro, fornendo il 23% del PIL.
Tuttavia i settori più avanzati restano quello primario e quello terziario.
Il governo incoraggia il turismo, che nel corso degli anni Settanta ha
conosciuto una grande espansione; fra le attrattive maggiori si annoverano le
spiagge e i parchi naturali.
Lo stato è membro della Zona del franco e la sua unità valutaria è il franco CFA, suddiviso in 100 centesimi. A Dakar ha sede la Banca centrale degli stati dell’Africa occidentale, che esercita le funzioni di istituto bancario centrale per i paesi che fanno parte della Zona del Franco occidentale.
L'ordinamento dello stato
In base alla Costituzione del 1963, il
Senegal è una repubblica presidenziale. Il potere esecutivo è esercitato dal
presidente, che, eletto a suffragio diretto con un mandato di cinque anni,
nomina il Consiglio dei ministri.
Il potere legislativo viene esercitato da un’Assemblea nazionale unicamerale di
150 membri, eletti a suffragio universale ogni cinque anni.
A livello amministrativo il paese è suddiviso in 11
regioni, ciascuna dotata di un governatore designato dal presidente e di un
consiglio eletto localmente. Le regioni sono divise in 34 dipartimenti, con a
capo un prefetto incaricato, e quindi in 99 circoscrizioni (arrondissements,
come vengono chiamati anche in Francia).
Storia
È noto che intorno al VI secolo
popolazioni wolof e serer giunsero nella zona da nord-est e crearono dei piccoli
regni. Nel IX secolo i tukulor si stabilirono nella valle del fiume Senegal e il
loro potente stato (il Tekrur) dominò la parte orientale del paese dall’XI al
XIV secolo; la zona occidentale rimase fino al XVIII secolo nelle mani del regno
wolof situato presso la costa.
Dopo che i portoghesi raggiunsero la foce del fiume Senegal
e Capo Verde nel 1444-45, vennero stabilite le prime relazioni commerciali con
l’Europa, basate fin dall’inizio sullo scambio di oggetti in metallo e stoffe,
in cambio di avorio, oro e gomma.
Poco dopo il 1600 ai
portoghesi si sostituirono gli olandesi e i francesi (che, nel 1638 circa,
fondarono Saint-Louis), finché, nel 1700, questi ultimi assunsero il completo
controllo dei commerci lungo la costa; in seguito la loro influenza si estese
profondamente anche nell’entroterra, malgrado i conflitti con gli inglesi (tra
cui la guerra dei Sette anni) e con lo stato fulani di Futa Toro, lungo il corso
inferiore del Senegal. Dopo la prima metà del XIX secolo i francesi estesero e
consolidarono con la forza il controllo sugli stati wolof, serer e tukulor e,
nel 1895, il Senegal divenne ufficialmente una colonia francese, amministrata da
Saint-Louis e basata economicamente sulla coltivazione delle arachidi destinate
all’esportazione. Nel 1902 la sede centrale del governo venne trasferita a Dakar
che, fondata nel 1857, dal 1904 divenne la capitale dell’Africa occidentale
francese.
Nel 1914 Blaise Diagne fu il primo africano di colore eletto al Parlamento francese, di cui fece parte fino al 1934; i residenti francesi in Senegal insieme agli africani di Saint-Louis e Gorée avevano cominciato a eleggere un proprio rappresentante nell’organo legislativo francese fin dal 1848. Dopo la seconda guerra mondiale venne costituita un’assemblea territoriale e nel 1946 fu concesso il diritto di voto ai cittadini di tutto il territorio coloniale.
Nel 1958 il Senegal ottenne l’autogoverno nell’ambito della Comunità francese e,
il 20 giugno 1960, divenne indipendente come parte della Federazione del Mali,
che lo univa al Sudan francese (l’odierno Mali); il 20 agosto dello stesso anno,
dopo aver abbandonato la federazione, il Senegal si proclamò repubblica autonoma
e Senghor ne divenne il primo presidente.
In seguito al
tentativo di colpo di stato del primo ministro Mamadou Dia (1962), nel 1963
venne promulgata una nuova Costituzione e messi fuori legge tutti i partiti,
tranne il Bloc Démocratique Sénégalais
del presidente Senghor. Sotto la spinta della contestazione studentesca del 1968
e del 1973 contro la concentrazione dei poteri nelle mani di Senghor, venne
avviata nel 1976 una riforma costituzionale che reintroduceva il sistema
multipartitico e, nel 1981, Senghor si ritirò dalla vita politica; la presidenza
venne assunta da Abdou Diouf, già primo ministro dal 1970. Nel 1982 il paese si
unì con il Gambia nella confederazione del Senegambia che, presieduta da Diouf,
si sciolse nel 1989; nel 1991 i due paesi sottoscrissero, tuttavia, un nuovo
trattato di cooperazione
La rielezione di Diouf del 1993 venne nuovamente contestata dalle opposizioni e le agitazioni proseguirono per tutto il 1994, fino a tranquillizzarsi nel 1995, quando nel governo furono ammessi anche uomini dell'opposizione.
La scena politica del paese cambiò improvvisamente nel marzo del 2000. Candidatosi per la quinta volta alle elezioni presidenziali con la parola d’ordine del sopi (“cambiamento” in lingua wolof), il leader delle opposizioni Abdoulaye Wade sconfisse il presidente uscente Abdou Diouf, mettendo fine alla lunga egemonia socialista. Nel gennaio del 2001 un referendum approvò una riforma costituzionale che ridusse il mandato del presidente a cinque anni, affidandogli però nuovi poteri tra cui quello di sciogliere il Parlamento e di indire nuove elezioni. Nelle elezioni legislative di aprile, confermando la sua crisi, il Partito socialista ottenne solo il 17,4% dei consensi, eleggendo 10 parlamentari. Wade cercò di rilanciare l’economia del paese, concentrandosi sullo sviluppo delle infrastrutture e sui problemi del mondo rurale, causa di un inarrestabile esodo di popolazione verso Dakar e l’estero.