Immagine della città di Abidjan |
Nome completo del paese: Repubblica della Costa d'Avorio
Superficie:
322.460 kmq
Popolazione: 17.298.040 abitanti (tasso di crescita demografica
2,1%)
Capitale: Yamoussoukro (185.600 abitanti, capitale politica); Abidjan
(4.113.600 abitanti, capitale amministrativa)
Popoli: 42,1% akan (che
comprendono baoulé e agni), 17,6% gur, 16,5% mandé settentrionali, 11% kru (un
tempo chiamati yacouba o dan), 10% mandé meridionali, 2,8% senoufo, maliani,
burkinabe, francesi, libanesi
Lingua: francese (lingua ufficiale). Delle 60
lingue native le più parlate sono il dioula, lo yacouba, il senoufo, il baoulé,
l'agni
Religione: dal 25 al 40% animista e religioni tradizionali, dal 35 al
40% musulmana, dal 20 al 30% protestante con una minoranza cattolica
Ordinamento dello stato: repubblica presidenziale
Presidente: Laurent Gbagbo
(2000)
Capo del governo: Guillaume Kigbafori Soro (2007)
PIL: 24,51
miliardi di dollari
PIL pro capite: 1.400 dollari
Tasso annuale di
crescita: -1,9%
Inflazione: 4,1%
Settori/prodotti principali: industria
alimentare, bevande, raffinazione del petrolio, legname e prodotti in legno,
petrolio, assemblaggio di camion e di bus, prodotti tessili, fertilizzanti,
materiali da costruzione, energia elettrica, gomma, olio di palma, pesce,
cotone, fave da cacao, cacao, caffè, banane, ananas, cereali, riso, manioca
(tapioca), patate dolci, zucchero
Partner economici: Francia, Paesi Bassi,
USA, Germania, Mali, Belgio, Spagna, Nigeria, Cina, Italia
La Repubblica di Costa d'Avorio (conosciuta dal 1985come Repubblica di
Côte d'Ivoire) è uno Stato dell'Africa Occidentale. Confina ad ovest con la
Liberia e la Guinea, a nord con il Mali e il Burkina Faso, ad est con il Ghana e
a sud con il Golfo di Guinea. La Costa d'Avorio è una repubblica presidenziale
con capitale Yamoussoukro; la lingua ufficiale è il francese.
Nonostante il
suo sviluppo economico sia insidiato dall'agitazione politica dovuta alla
dilagante corruzione, la Costa d'Avorio rimane uno degli stati più prosperi
dell'Africa occidentale.
Spiaggia di San Pedro, Costa d'Avorio. |
Già prima dell’indipendenza la Costa d’Avorio era la regione più prospera
dei possedimenti francesi in Africa occidentale e forniva più deI 40% del totale
dei prodotti esportati. Houphouet-Boigny temeva che una volta ottenuta
l’indipendenza la Costa d’Avorio e il Senegal sarebbero stati costretti a
finanziare i paesi più poveri se le ex colonie si fossero tutte unite in una
singola repubblica. La sua preferenza per la creazione di singoli stati autonomi
coincideva con gli interessi francesi.
Nel 1960 Houphouet-Boigny diventò,
naturalmente, il primo presidente della Costa d’Avorio; tra la vasta gamma di
strategie adottate dai governanti africani per promuovere lo sviluppo del loro
paese, egli optò per una stretta collaborazione con l’ex governo coloniale. Houphouet-Boigny fu anche uno dei pochi leader a promuovere l’agricoltura
e a dare un’importanza secondaria allo sviluppo industriale, quanto meno nelle
fasi iniziali. Il governo di Houphouet-Boigny stimolò la produzione agricola
pagando agli agricoltori prezzi vantaggiosi. La produzione di caffè subì un
aumento significativo e nel 1979 la Costa d’Avorio divenne il principale
produttore mondiale di cacao, nonché il primo stato africano nell’esportazione
degli ananas e dell’olio di palma. Il ‘miracolo economico’ della Costa d’Avorio
fu dovuto principalmente all’ agricoltura.
Per vent’anni il paese mantenne un tasso di crescita economica pari quasi
al 10% annuo. I frutti di questa crescita andarono a beneficio di gran parte
della popolazione, poiché lo sviluppo era incentrato sull’agricoltura, che
impiegava circa l’85% degli abitanti. Un’altra ragione era l’assenza di grandi
tenute: quasi tutta la produzione di cacao e caffè era nelle mani di centinaia
di migliaia di piccoli produttori. Il tasso di alfabetizzazione passò dal 28% al
60%, il doppio rispetto alla media africana. Tutte le città furono provviste di
corrente elettrica e la rete stradale diventò la migliore dell’Africa, con
l’eccezione di Sudafrica e Nigeria. Ciononostante, le numerose Mercedes in
circolazione e le sontuose abitazioni del quartiere di Cocody ad Abidjan
testimoniavano una crescente ineguaglianza nella distribuzione delle ricchezze. Dal punto di vista politico Houphouet-Boigny governò con il pungo di
ferro. La stampa godeva di una libertà assai limitata. Esisteva un solo partito
politico e l’opposizione era stata eliminata non con la repressione o il
carcere, ma con la prodigalità, ovvero fornendo agli avversari un impiego e
mettendoli così a tacere.
La recessione mondiale dei primi anni ‘80 ebbe gravi ripercussioni
sull’economia della Costa d’Avorio, alle quali andò ad aggiungersi la siccità
del 1983-84. Per quattro anni a partire dal 1981 il PNL rimase costante o
addirittura diminuì e il resto dell’Africa gioì nel vedere la luccicante Abidjan
colpita per la prima volta da continui black-out. L’eccessivo sfruttamento delle
risorse forestali finì per provocare una diminuzione delle entrate derivanti
dall’industria del legname; le regioni settentrionali avevano affidato le loro
speranze alla produzione dello zucchero, ma i prezzi sul mercato mondiale
crollarono causando la rovina degli enormi stabilimenti per la raffinazione
appena costruiti. Il debito estero del paese aumentò del 300% e la Costa
d’Avorio dovette chiedere al Fondo Monetario Internazionale di riprogrammare il
pagamento dei debiti, mentre in Europa cominciarono a giungere notizie
dell’aumento del tasso di criminalità ad Ahidjan. Il miracolo economico era
giunto al termine. Houphout-Boigny tagliò la spesa pubblica, ridusse la burocrazia,
ristrutturò alcune imprese statali mal gestite, rispedì in patria un terzo dei
costosi insegnanti e consulenti francesi e infine, nel 1989, prese la decisione
più difficile di tutte, decurtando del 50% il prezzo del cacao alla produzione.
Nel 1990 centinaia di dipendenti pubblici scioperarono unitamente agli
studenti, che invasero le strade protestando violentemente e attribuendo la
responsabilità della crisi economica alla corruzione e al fastoso stile di vita
dei funzionari statali. La portata e l’intensità dei disordini, che furono senza
precedenti, distrussero il culto della personalità costruito con così tanta cura
da Houphouet-Boigny e costrinsero il governo ad acconsentire alla democrazia
pluripartitica. Nel 1990 le elezioni presidenziali furono aperte per la prima
volta ad altre formazioni politiche, ma Houphoute-Boigny ottenne ugualmente
1’85% dei voti. Nel frattempo le condizioni di salute di Houphouet-Boigny iniziarono a
peggiorate visibilmente, alimentando le congetture su chi sarebbe stato il suo
successore. Alla fine del 1993, dopo essere rimasto alpotere per 33 anni come
primo e unico presidente della Costa d’Avorio, ‘le Vieux’ morì all’età di 88
anni. Il successore designato da HouphouètBoigny fu Henri Konan-Bédié,
portavoce dell’assemblea nazionale di etnia Baoulé. Bédié ebbe un’ulteriore
legittimazione nelle libere elezioni presidenziali del 1995, quando conquistò il
95% dei voti, mentre nelle elezioni amministrative il suo partito (il PDCI)
ottenne una vittoria schiacciante su un’opposizione frammentata e discorde.
L’esercizio di un sistema veramente democratico, tuttavia, era ostacolato
dall’applicazione della cosiddetta ‘clausola della parentela’, che stabiliva che
entrambi i genitori dei candidati dovevano essere originari della Costa
d’Avorio. Dopo le elezioni, Bédié utilizzò questa clausola per contrastare
l’opposizione degli immigrati e dei loro discendenti che per decenni avevano
contribuito all’espansione agricola del paese. Oggetto delle discriminazioni
erano, in particolare, i lavoratori stranieri di fede musulmana del nord.
Nel dicembre del 1999 il governo impopolare di Bédié fu rovesciato da un
colpo di stato militare guidato dal generale Robert Guéi. Avendo, tuttavia,
deposto Bédié servendosi delle sue stesse politiche discriminatorie, Guéi non
poté fare altro che continuare a perseguirle con ancora maggiore accanimento. Il
coup fu seguito ben presto da rivolte militari, episodi di violenza e, nel 2000,
da una nuova consultazione elettorale, durante la quale Guéi fece in modo che la
Corte suprema invalidasse la candidatura del suo principale rivale, Alasanne
Ouattara, in quanto nato da genitori originari del Burkina Faso. Quando, però,
Guéi cercò di sottrarre voti al vincitore ufficiale, Laurent Gbagbo, venne a sua
volta deposto da un’insurrezione popolare. Nonostante Laurent Gbagbo abbia riportato il governo nelle mani dei
civili, nel paese regna ancora l’instabilità politica. Decine di seguaci di
Ouattara sono stati uccisi per aver sostenuto il loro leader nella richiesta di
nuove elezioni, mentre nel gennaio del 2001 i militari hanno nuovamente tentato,
ma senza successo, di prendere il potere. L’immagine della Costa d’Avorio come
di uno dei paesi più stabili dell’Africa è ormai soltanto un lontano ricordo.
Cartina della Costa d'Avorio. |
Popolazione
La popolazione odierna della Costa d'Avorio appartiene a
circa 60 gruppi etnici, raggruppabili in cinque grandi ceppi accomunati da
caratteristiche socio-culturali o etno-linguistiche: Akan, Voltaici o Gur, Kru,
Mandé del Nord e Mandé del Sud. Gli Akan sono il gruppo etnico maggiore (42,1%
della popolazione) e si trovano prevalentemente nelle regioni orientali e
centrali dello stato. I gruppi principali, per quanto riguarda le regioni
settentrionali, sono i Mandé del Nord (16,5% della popolazione) ed i Voltaici
(17,6%). Anche se questi gruppi etnici sono originari del Nord, molte persone
che vi appartengono vivono oggi nelle regioni meridionali della nazione; ad
esempio, circa il 23% dei Mandé del Nord vive ad Abidjan. Nelle regioni
occidentali la popolazione si divide tra i gruppi etnici dei Kru (12,7%) e dei
Mandé del Sud (10%). Dagli anni quaranta, agli autoctoni del paese si aggiunsero
i lavoratori provenienti dal Burkina Faso, che si installarono nelle piantagioni
di caffè e di cacao. Anche dopo l'abolizione del lavoro forzato la Costa
d'Avorio continuò ad attrarre ondate di migranti dai paesi limitrofi. Felix
Houphouët - Boigny favorì questo flusso introducendo la legge di libera
proprietà della terra, con lo slogan "the land belongs to those that develop
it". Oggi gli stranieri ammontano a circa il 25% della popolazione ivoriana e
appartengono principalmente al gruppo etnico dei Voltaici e dei Mandé del Nord.
Di questi, circa il 50% è nato nel paese. Inoltre nel paese riscontriamo la
presenza di cittadini di origine francese, inglese, spagnola, statunitense e
canadese. La lingua ufficiale di Costa d'Avorio è il francese, dioula è la
seconda.
Economia
La Costa d'Avorio possiede una delle
economie più prospere dell'Africa, benché fragile poiché basata principalmente
sull'esportazione di materie prime.
Il suo mercato dipende pesantemente dal
settore agricolo; infatti quasi il 70% del popolo ivoriano è impiegato in
qualche forma di attività agricola. Il paese è inoltre il maggior produttore ed
esportatore mondiale di caffè, semi di cacao e olio di palma. Conseguentemente,
l'economia è altamente sensibile alle fluttuazioni dei prezzi internazionali di
questi prodotti e alle condizioni meteorologiche. Dall'indipendenza del 1960
fino ai primi anni '80 il paese godette di un lungo periodo di notevole sviluppo
economico, conquistandosi in tal modo un posto tra i paesi in via di sviluppo a
medio reddito. Negli anni successivi l'economia subì però un forte arresto a
causa del crollo dei prezzi dei principali prodotti d'esportazione e subì
ulteriori danni a causa della siccità che interessò il paese. Fu inaugurato un
programma di privatizzazione e il governo tentò, senza successo, di
differenziare l'economia nazionale. Nonostante tutti questi sforzi, la Côte
d'Ivoire continuò a dipendere ancora in gran parte dall'agricoltura e dalle
attività ad essa collegate; a tutt'oggi quelle stesse attività danno lavoro a
circa il 68% della popolazione del paese. Oltre a caffè, cacao e olio di palma,
lo stato produce ed esporta grandi quantità di banane e ananas (soprattutto
nell'Unione Europea), noci, canna da zucchero, cotone, sesamo, copra, arachidi e
caucciù. Ma è anche produttore di manioca, riso, mais, miglio, patate dolci e
sorgo, destinati soprattutto al consumo locale.
Un altro settore di notevole
rilevanza divenne, a partire dal 1977, quello manifatturiero, grazie soprattutto
alla scoperta di giacimenti di petrolio al largo della costa. Il principale
legname destinato all'esportazione è il mogano e, per quanto riguarda le
estrazioni minerarie, bisogna segnalare la presenza di notevoli quantità di
diamanti, manganese, nichel, bauxite e oro. Nel 2002 il PIL pro capite
raggiungeva i 710 dollari.
La città di Abidjan. |