FULA:
I Fula sono alti e longilinei , abitano la savana dell’Africa occidentale da secoli ,e si stima che siano 12 milioni in tutto, si trovano nel Senegal soprattutto , ma anche nel Camerun e in Mauritania. I Tukulor e i Wolof sono di origine Fula.
In origine i fula erano allevatori nomadi; ora molti di loro sono contadini stanziali, anche se alcuni continuano a seguire gli animali che si spostano alla ricerca di pascoli, e vivono in capanne d’erba.
I Fula che non possiedono bestiame proprio lavorano come mandriani. Il bestiame riveste un’importanza fondamentale all’interno della società , e così anche la religione musulmana che i Fula adottarono già nel XIII secolo e furono i principali fautori della sua diffusione in quest’area.
I Fula nomadi o Wadaabé ,sono famosi per la cerimonia di iniziazione nel corso della quali i ragazzi giovani sono frustati e non devono mostrare dolore , durante la cerimonia conoscono le loro future spose.
WOLOF
Gli Wolof costituiscono il principale gruppo etnico del Senegal, circa il 36% della popolazione, e sono attivi nelle confraternite musulmane. La società Wolof è organizzata in maniera gerarchica, e l’appartenenza ereditaria all’una o l’altra delle caste determina la professione e lo status sociale.
Oggigiorno, però, lo status della famiglia è importante solamente per il matrimonio e per le professioni tradizionali, come quelle del fabbro e del cantastorie .sebbene l’islam eserciti una grande influenza nell’area abitata dai Wolof molte credenze tradizionali persistono. La strada principale di un villaggio Wolof, per esempio, è sempre curva perché si crede che una strada dritta attragga gli spiriti maligni. Si crede inoltre nell’esistenza di un serpente mostruoso tanto terribile da causare la morte al solo guardarlo. Per proteggersi dalle streghe e da altre forme malvagie, molti Wolof portano degli amuleti fissati con strisce di cuoio che spesso contengono versetti del Corano.
MALINKE’
I Malinkè fanno parte del più ampio gruppo dei Mande, che comprende anche i Bambara e i Soninkè. Si pensa che le loro origini risalgano addirittura a 4000 anni fa; fu allora che vari popoli di agricoltori del Samara del Sud si mescolarono con i cacciatori raccoglitori indigeni del bacino del fiume Niger. Oggi i Malinkè vivono nel Mali meridionale ed in Guinea settentrionale, in Costa d’Avorio, Senegal e Gambia. Sono famosi cacciatori e guerrieri e hanno iniziato a convertirsi all’Islam nell’XI secolo. A metà del 13simo secolo, i Malinkè fondarono il potente impero del Mali. Originariamente i Malinkè erano suddivisi in 12 tribù, ciascuna con un proprio sovrano, e caste fortemente stratificate, e i capi dei 12 clan costituivano un consiglio reale, che eleggeva a sua volta un capo detto Mansa. Le tradizionali società di cacciatori di Malinkè con i loro riti iniziatici segreti, continuano tuttora a prosperare
BAOULE’
I Baoulè, che in passato si separarono dagli Ashanti del Gana, vivono nella costa d’Avorio orientale centrale. Credono nel Blolo (altrove od oltre) – un mondo parallelo al nostro. Il Blolo, sebbene invisibile, è ritenuto abitato da esseri umani; un uomo può addirittura avere una Blolo bla, una donna dall’oltre e allo stesso modo una donna può avere un Blolo bian. Entrambi possono influire sul benessere, l’armonia coniugale del malcapitato, di norma in modo negativo. Per far fronte a questi problemi viene chiamato uno stregone, che cerca di fare in modo che il Blolo venga abbattuto.
SENOUFO
I Senoufo che vivono in Costa d’Avorio sono esperti agricoltori; nella cultura Senoufo, gli animali godono di altissima considerazione e si crede che dopo la morte si venga trasformati nell’animale totemico del proprio clan, come conseguenza molte danze Senoufo hanno a che fare con il mondo animale, fra queste la danza degli uomini leopardo. In questa ed altre danze, le maschere rappresentanti di solito teste di animale, sono essenziali per avvicinarsi alle divinità e scacciare gli spiriti maligni. Nella società Senoufo, i fabbri hanno un ruolo privilegiato grazie al loro rapporto con il ferro e con il fuoco. Questo gli conferisce poteri speciali e loro casta è presente ai funerali. Quando si muore il corpo è portato in processione per il villaggio e gli uomini indossano maschere grottesche per allontanare l’anima del defunto. I fabbri, ritenuti immuni dagli spiriti maligni scavano la fossa e vi depongono il corpo poi gli offrono un ultimo pasto e procedono alle celebrazioni.
ASHANTI
Gli Astanti popolano il cuore della foresta che occupa la zona meridionale del Ghana; il loro regno era un tempo conosciuto per il suo oro, la regalità e la tradizionale organizzazione dello stato. Uno dei più famosi capi che si oppose agli inglesi fu Yaa Asantewaa, regina madre di Ejisu, che nel 1900 spinse l’esercito Astanti a combattere assumendo essa stessa il comando. Durante il dominio coloniale, con il declino del ruolo politico dello stato, emerse una nuova fonte di reddito: il cacao; questa coltivazione, pur portando prosperità in città e villaggi non fece sparire l’artigianato tradizionale. La bellezza di questi oggetti e i cerimoniali Astanti costituiscono oggi il principale motivo di attrattive per un viaggiatore in Africa occidentale.
EWE
Gli Ewe del Ghana e del Togo sono conosciuti per la propensione al duro lavoro, i villaggi puliti, la grande spiritualità ed il rispetto nei confronti dei santuari e dei loro sacerdoti. Tuttavia recentemente è stata condannata l’antichissima istituzione di Trokosi, che consiste nell’offrire ai sacerdoti giovani donne che in qualità di mogli-serve hanno il compito di placare gli spiriti. Le principali divinità Ewe sono Mawu-Lisa, i gemelli al contempo donne uomo, e il sole e la luna. Nella società Ewe il linguaggio dei tamburi riveste un ruolo fondamentale, è utilizzato per comunicare soprattutto in tempo di crisi e assume una funzione guida nei canti e nelle danze religiose.
SONGHAI
I Songhai vivono per lo più in Niger e nel Mali settentrionale. Le loro origini si possono far risalire al settimo-ottavo secolo quando Aliman Za raggiunse il tratto superiore del Niger dalle terre dei Malinke a ovest e scacciò le popolazioni di pescatori che vi abitavano. I Songhai sono di origini Nilo Sahariani. I villaggi Songhai sono suddivisi in quartieri ciascuno dei quali elegge un suo rappresentante. Il consiglio dei rappresentanti si riunisce per eleggere il capo villaggio, normalmente di origini nobili. I Songhai sono per la maggior parte musulmani ma neanche loro hanno abbandonato le credenze tradizionali come il culto degli avi e la stregoneria; in genere le comunità più grandi hanno sia la moschea sia un gruppo di esorcisti.
HAUSA
Il territorio degli Hausa si estende su gran parte della Nigeria settentrionale ed in Niger. La cultura Hausa è fortemente influenzata dalla religione islamica; la tradizione vuole che le donne Hausa non possono uscire dal proprio quartiere e i bambini vengono mandati a fare le commissioni in giro per la città . gli emiri degli stati Hausa vivono e viaggiano con grande sfarzo nel rispetto della tradizione le guardie del corpo devono indossare leggere corazze, impugnare una lancia e cavalcare cavalli meravigliosamente bardati, mentre gli attendenti a piedi sono vestiti con turbanti rossi e abiti di colore verde e rosso brillanti. Molti Hausa coltivano cereali, cotone e arachidi.
YORUBA
Il territorio degli Yoruba si estende dalla Nigeria sud- occidentale al vicino Benin. Gli Yoruba preferiscono tradizionalmente vivere in città e spostarsi nelle remote zone rurali solo in determinati periodi. I vecchi quartieri delle città Yoruba sono formati da grandi complessi abitativi dove vivono famiglie allargate. Ogni città ha un Oba (che indossa la corona), tradizionalmente il capo supremo di tutti gli Yoruba è l’Alafin che vive a Oyo in Nigeria, mentre l’Oni (sacerdote supremo) vive a Ife. Le relazioni sociali degli Yoruba sono governate dalle formalità , dai cerimoniali e dalla struttura gerarchica. Per le donne l’ostentazione delle vesti e dei gioielli costituisce un obbligo sociale solo durante le funzioni tradizionali.
IGBO
Gli Igbo occuparono un’area agricola densamente popolata della Nigeria sud orientale. Sono per lo più di religione cristiana. La tradizione Igbo vuole che non si mangino patate dolci prima dell’Ikeji l’annuale festa delle patate dolci novelle, quando si ringraziano gli dei per la ricchezza del raccolto. Secondo le credenze tradizionali gli Igbo ricevono il propro destino, chiamato Chi, direttamente da Chukwu, il benevolo dio della creazione. Quando si muore si restituisce il proprio Chi, si raggiunge il mondo degli antenati e degli spiriti. Dal mondo degli spiriti il defunto vigila sui discendenti ancora in vita con la prospettiva di ritornare fra loro con un diverso Chi. L’occupazione quotidiana dei più tradizionalisti consiste nell’accontentare gli Alusa, gli spiriti minori che se offesi possono rovinare la vita o renderla felice in caso contrario. Sempre secondo la tradizione chi muore in circostanze particolari alla nascita oppure suicida, non può essere seppellito ne entrare nel regno degli antenati e finisce nella foresta sotto forma di spirito maligno errante.