
	
Primi Anni
	George Herbert Walker Bush nasce a Milton, nel Massachusetts, il 12 Giugno 1924, 
	dal Senatore Prescott Bush e Dorothy Walker Bush, ma poco dopo la sua 
	nascita tutta la famiglia si trasferisce nello stato del Connecticut, a 
	Greenwich.
	Studia alla Greenwich Country Day School e nel 1936 comincia a frequentare 
	la Philips Academy, dove poi successivamente si diplomerà nel 1942, 
	diventando in breve tempo un personaggio di rilievo. Allo scoppio della 
	Seconda Guerra Mondiale si arruola in marina diventando aviatore sulla USS 
	San Jacinto e, dopo aver ottenuto varie onorificenze, fu congedato con onore 
	nel 1945 poco prima della resa giapponese.
	Al suo ritorno George Bush comincia a frequentare l'università di Yale 
	sposandosi nel frattempo con Barbara Pierce e la coppia ha sei figli (il 
	primo dei quali è il futuro presidente George Walker Bush); dopo essersi 
	laureato in economia, si trasferisce in Texas con la sua famiglia entrando 
	in breve tempo nel business del petrolio e accumulando un'ingente fortuna.
Carriera Politica (1964 – 1980)
	La sua carriera politica comincia nel 1964, quando è eletto presidente del 
	Partito Repubblicano nella Contea di Harris, in Texas; da questa posizione 
	chiede un seggio nel Senato degli USA ma è sconfitto all'ultimo dal 
	Democratico Yarborough. Nel 1966, tuttavia riesce a farsi nominare alla 
	House of Representatives (che corrisponde alla nostra Camera dei Deputati), 
	diventando il primo Repubblicano a rappresentare il suo Stato: in questo 
	periodo assume posizioni tradizionaliste che lo portano a opporsi alla Legge 
	per i Diritti Civili e a sostenere la politica dell'allora presidente Nixon 
	in Vietnam. Nel 1970, dopo aver ritentato la corsa al Senato, è nuovamente 
	sconfitto, questa volta dal Democratico Lloyd Bentsen.
	Negli anni successivi prestò servizio come ambasciatore presso le Nazioni 
	Unite dal 1971 al 1973 quando, dopo lo scandalo del Watergate (che accusò 
	Nixon di aver favorito azioni illegali contro l'ala pacifista - e dunque 
	contraria alla guerra del Vietnam - del Partito Democratico), diventa 
	Presidente del Comitato Nazionale Repubblicano, ingiungendo al Presidente di 
	rassegnare le dimissioni il 9-8-1974.
	Nominato Capo del Servizio Americano per i Rapporti con la Repubblica 
	Popolare Cinese da Gerald Ford, il successore di Nixon, Bush passa 14 mesi 
	in Cina, migliorandone i rapporti con gli USA.
	Successivamente diventa presidente della CIA dal 30 gennaio 1976 al 20 
	gennaio 1977, un momento particolarmente delicato, durante il quale 
	l'Agenzia è accusata di attività non autorizzate.
|  Il presidente Bush | 
Campagna elettorale del 1988
	Dopo essersi candidato alla presidenza, Regan lo sceglie come 
	Vicepresidente, carica che mantiene dal 1981 al 1989. Malgrado lo scandalo 
	delle armi vendute all’Iran (1986) Bush decide di riaffrontare la corsa alla 
	Casa bianca nel 1988; pur essendo ritenuto favorito è inizialmente 
	sorpassato dal senatore repubblicano del Kansas Bob Dole e dal 
	tele-predicatore Pat Robertson.
	Tuttavia, riorganizzato il suo staff, riesce a vincere le Primarie 
	democratiche attaccando Dole e accusandolo di voler incrementare le tasse. 
	Si scontra poi con il candidato democratico Michael Dukakis, senatore del 
	Massachusetts, affrontandolo su temi quali l’aborto, la pena di morte e il 
	Pledge of Allegiance, la preghiera che ancora oggi gli studenti americani 
	ripetono ogni mattina prima di cominciare le lezioni, al quale Bush è 
	favorevole.
“I pledge Allegiance to the Flag of the United States of America and to the 
	Republic for which it stands: a nation under God, indivisible with liberty 
	and Justice for all.”
	
	(Io giuro fedeltà alla bandiera degli Stati Uniti d’America e alla 
	repubblica che essa rappresenta: una nazione sotto Dio, indivisibile, con 
	libertà e giustizia per tutti.”
Al ballottaggio ottiene il 53.4% dei voti ed è dichiarato 41° Presidente degli Stati Uniti; come Vicepresidente sceglie Dan Quayle, senatore dello stato dell’Indiana.
Politica interna
	Bush entrò in carica il 20 Gennaio 1989, prendendo i posto di Ronald 
	Reagan. La sua entrata in carica coincise con diversi problemi, come la 
	caduta del Muro di Berlino e la caduta dell' Unione Sovietica. Ordinò 
	operazioni militari a panama e nel Golfo Persico, inoltre la recessione 
	economica influenzò la perdita di approvazione nei suoi confronti. Nel 1992, 
	Bush finì la sua presidenza.
Economia
	All’inizio della presidenza, Bush si ritrovò davanti a gravi problemi 
	finanziari: il deficit nel 1990 era di 220 miliardi, tre volte quello del 
	1980. Bush cercò di riparare questo deficit, convinto che altrimenti 
	l’America non sarebbe potuta rimanere a capo del mondo. I Repubblicani 
	credevano che il modo migliore fosse tagliare sulle spese di stato, mentre i 
	Democratici erano convinti che l’unica possibilità stesse nell’aumentare le 
	tasse.
	Bush fu costretto dalla maggioranza Democratica ad alzare le tasse, e a 
	causa di questo molti Repubblicani si sentirono traditi, visto che Bush 
	aveva promesso di non aumentare le tasse nella campagna elettorale del 1988. 
	Il proposito di Bush era di aumentare le tasse e tagliare le spese, cosa che 
	avrebbe riparato completamente il deficit entro cinque anni, ma finì con 
	l’accettare solo l’idea dei Democratici, cosa che gli rese definitivamente 
	nemici i Repubblicani e fece calare pesantemente la sua popolarità. Verso la 
	fine del 101° congresso, Bush e i Democratici raggiunsero finalmente un 
	accordo, ma la sua popolarità tra i Repubblicani non ritornò più quella di 
	prima.
	Circa nello stesso periodo l’America attraversò una leggera crisi che durò 
	sei mesi e nel 1991 la disoccupazione raggiunse l’apice dopo che Bush, per 
	risolvere la crisi, aveva deciso di fare dei tagli sul personale.
	La maggior parte di questi disoccupati erano Repubblicani.
Iniziative più Importanti
	Bush firmò molte leggi importante durante le sua presidenza, compresa la 
	legge del 1990 sugli andicappati, una delle più importanti leggi civili del 
	decennio. Lavorò per aumentare i soldi a disposizione dell’educazione e 
	della ricerca tecnologica. Riguardo all’ambiente, Bush riportò in vigore la 
	legge sull’aria pulita, e discusse col congresso sulla possibilità di 
	incentivare la polizia alla cattura di criminali.
Politica estera
	
	I 
	provvedimenti in materia di politica estera si articolarono principalmente 
	su due fronti: PANAMA, UNIONE SOVIETICA e IRAQ.
		Il 
	conflitto tra Stati Uniti e Panama si trascinava ormai dal 1980, quando il 
	leader Manuel Noriega era stato accusato dalla Casa Bianca di spionaggio a 
	favore di Cuba e di traffico di droga verso gli USA. Come conseguenza, 
	durante la presidenza di Regan, erano state imposte sanzioni economiche e 
	erano stati inviati 2000 militari. Bush, invece, riesce a deporre Noriega e 
	a creare un nuovo ordinamento democratico.
Tuttavia dopo le elezioni del maggio 1989, annullate dal precedente governo, 
	manda altri 2000 soldati nella regione, rimuove l’ambasciata dal paese e nel 
	dicembre 1989 indice l’ “Operation Just Cause” con l’obiettivo di deporre 
	definitivamente Noriega.
Come conseguenza l’ex leader panamense fu imprigionato nell’aprile 1992 e 
	Guillermo Endara assunse la carica di presidente. 
Un altro importante fronte per l’intera politica estera di Bush e del suo primo Segretario di Stato, James Baker, è il rapporto con l’Unione Sovietica. Il 2-3 dicembre
|  L'incontro tra Bush e Gorbachov | 
|  L'incontro tra Bush e Fahd | 
		In 
		seguito all’invasione del Kuwait, paese assai ricco di petrolio, da 
		parte dell’Iraq (guidato da Saddam Hussein), si assiste a una violenta 
		reazione da parte di gran parte dell’opinione politica internazionale. 
		Una richiesta di aiuto da parte del re dell’Arabia Saudita Fahd, che 
		teme un attacco, spinge gli Stati Uniti a intervenire; sebbene in un 
		primo momento Hussein cerchi un accordo in cambio del controllo di metà 
		del Kuwait, Bush chiede il ritiro completo delle truppe irachene.
		Nel settembre del 1990 il congresso approva l’utilizzo di forze armate 
		sotto il comando del generale Norman Schwarzkopf: l’obiettivo è la 
		liberazione immediata e
		senza condizione del paese e per proteggere i cittadini americani 
		all’estero.  La mattina presto del 17 gennaio 1991, le forze 
		alleate compiono la prima operazione, che comprende più di 4000 
		bombardamenti da parte dell’aviazione della coalizione; l’attacco 
		continua per le successive quattro settimane fino al 24 febbraio, quando 
		comincia l’invasione di terra. Gli alleati giungono a Kuwait City mentre 
		altre truppe bloccano la ritirata irachena; malgrado l’opposizione 
		ritenesse che l’attacco andasse prorogato fino alla definitiva sconfitta 
		di Hussein, Bush decide di interrompere le ostilità per i possibili 
		"incalcolabili danni umani ed economici"; inoltre coglie l'occasione per 
		favorire un processo di pace definitivo in medio - oriente. 
		Nella Conferenza di Madrid (1991) i presidenti Bush, Gorbachov, il capo 
		del governo spagnolo Felipe Gonzàlez Màrquez e i rappresentanti di 
		Israele, Siria, Libano, Giordania e dei palestinesi pongono basi per un 
		inizio di trattativa che avrà il suo compimento a Washington.
	NAFTA
	Per quanto riguarda i rapporti economici con gli altri stati Bush firma 
	un accordo con i capi di stato di Canada e Messico, rispettivamente Brian 
	Mulroney e Carlos Salinas. Questo trattato, denominato NAFTA (North American 
	Free Trade Agreement) ha l’obiettivo eliminare I dazi doganali tra le tre 
	nazioni e di incoraggiare gli scambi commerciali tra essi. Sebbene additato 
	dai Democratici come un danno per l’economia americana a causa della perdita 
	inevitabile di posti di lavoro, è ritenuto un mezzo indispensabile per 
	risollevare l’economia messicana. Tuttavia il trattato non fu firmato 
	durante il suo mandato bensì durante quello del presidente Clinton che lo 
	rese uno dei punti forti della sua amministrazione. L’economia americana 
	(pur essendo in profonda crisi da ormai un anno) è cresciuta del 54% dopo 
	l’introduzione dell’accordo anche grazie alla creazione di 25 milioni di 
	nuovi posti di lavoro.
	
	Campagna presidenziale del 1992
	
	
	Bush annunciò che avrebbe cercato di farsi rieleggere all’inizio del 1992, 
	appena dopo la vittoria nella Guerra del Golfo, quando sembrava scontato che 
	la maggior parte della gente avrebbe votato per lui. Ma una recessione 
	economica e vari dubbi sulle sue scelte durante la guerra, ridussero di 
	molto la sua popolarità. Il conservatore Pat Buchanan sfidò Bush e arrivò 
	secondo col 37% dei voti nelle primarie del New Hampshire. Bush rispose 
	adottando posizioni più conservative.
	A questo punto egli dovette affrontare il suo avversario, il democratico 
	William Jefferson Clinton. Clinton attaccò Bush sostenendo che questi non 
	supportava la classe media e si riteneva al di sopra degli altri.
	Inoltre nel 1992 sorsero improvvise difficoltà quando il miliardario Texano, 
	H. Ross Perot lanciò un terzo partito, sostenendo che né i Democratici né i 
	Repubblicani potevano realmente risolvere il deficit economico e rendere il 
	governo più efficiente.
	Clinton inizialmente era stato il favorito, finché Perot non scese in pista 
	e entrambi i partiti persero credibilità. Poco prima delle elezioni il 
	risultato sembrava essere un pareggio, ma all’ultimo momento Clinton riuscì 
	a superare Bush, finendo col 43% dei voti contro il 38% di Bush e il 19% di 
	Perot.
	Uno dei maggiori fattori che condusse alla sconfitta di Bush fu il non 
	voluto aumento di tasse del 1990, nonostante il quale non era riuscito a 
	riparare alla crisi. Dopo la sconfitta nelle elezioni, comunque, la sua 
	popolarità crebbe di nuovo fino a raggiungere il 56%.
	
	Dopo la presidenza
	
	
	Nel 1993, Bush fu fatto cavaliere dalla regina Elisabetta II. Fu il terzo 
	presidente degli Stati Uniti a ricevere questo onore, dopo Dwight D. 
	Eisenhower e Ronald Reagan.
	Sempre nel 1993 Bush visitò Kuwait per commemorare la memoria della 
	coalizione sull’Iraq nella guerra del Golfo. Lì furono arrestate 17 persone 
	che avrebbero dovuto essere implicate in un complotto contro di lui: grazie 
	agli interrogatori e l’esame dei circuiti della bomba che avrebbe dovuto 
	uccidere Bush, l’FBI stabilì che il complotto era stato organizzato dai 
	Servizi Segreti Iracheni. Due mesi dopo Clinton ordinò un attacco contro la 
	base principale dei SSI, accusandoli appunto di aver attentato alla vita di 
	Bush un anno prima.