DEFINIZIONE DI ICEBERG: termine inglese di origine olandese (ijsberg, ovvero montagna di ghiaccio) che indica un blocco di ghiaccio staccatosi dai ghiacciai polari terrestri affacciati sui mari artici (Groenlandia, Spitzbergen) e antartici: galleggiando nell'acqua (emerge per circa un uno della sua grandezza totale) viene spinto verso le medie latitudini dai venti e dalle correnti. Le correnti calde ne sciolgono la parte sommersa, per cui l'equilibrio risulta instabile e bastano urti minimi (in rapporto alle dimensioni) perché un iceberg si capovolga. Inoltre gli iceberg costituiscono un grave pericolo per la navigazione.
LA FORMAZIONE
iceberg tipo 1 |
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iceberg tipo 2 |
La formazione di iceberg in Antartide e nei mari che circondano il Polo Nord, è un evento assai comune; di eccezionale possono esserci, a volte, le dimensioni delle masse di ghiaccio che si staccano, che possono essere
di parecchie migliaia di km.
Gli iceberg si formano in due condizioni:
1)
quando ghiacciai terrestri scendono fino al mare, la parte finale della lingua
di ghiaccio, a contatto con l’acqua marina, inizia a galleggiare, per un
fenomeno detto “calving”: il ghiaccio, infatti, è più leggero dell’acqua. Questo
provoca la formazione di fratture nella massa di ghiaccio e il conseguente
distacco di porzioni più o meno grandi. La forma di questo tipo di iceberg è in
genere irregolare, con una superficie frastagliata e tormentata.
2) quando ghiacciai molto ampi confluiscono tra loro allo sbocco in mare,
l’unione delle lingue finali origina piatti tavolati di ghiaccio galleggiante,
le cosiddette piattaforme (da non confondere con la banchisa, originata da
ghiaccio formatosi per congelamento di acqua marina). Grandi piattaforme
circondano il continente antartico: la piattaforma di Ross, nel mare omonimo, e
di Ronne, nel Mare di Weddell, sono le più estese. I movimenti di correnti e
maree nell’acqua sottostante, insieme alla costante spinta esercitata dai
ghiacciai che alimentano le piattaforme, causano la fratturazione e la
frammentazione delle piattaforme stesse, che ogni anno perdono in questo modo
tra i 1450 e i 2000 km3 di ghiaccio (un volume equivalente a circa la metà
dell’acqua potabile consumata in un anno nel mondo). Gli iceberg di questo tipo
hanno in genere la forma di piatti tavolati dalla superficie relativamente
liscia e regolare.
la parte immersa di un iceberg |
Questi ultimi sono tipici della zona antartica, mentre gli iceberg del primo tipo si formano più facilmente nei
mari
artici, dove le terre emerse non sono circondate da piattaforme di ghiaccio
galleggiante e i numerosi ghiacciai terrestri possono perciò sfociare
direttamente in mare.
Essendo il ghiaccio meno denso dell’acqua, gli iceberg galleggiano sulla
superficie marina: la parte immersa è quindi circa 7- 10 volte (a seconda della
differenza di densità tra acqua e ghiaccio) più alta di quella emersa. Se si
considera che alcuni iceberg possono essere alti, rispetto alla superficie del
mare, parecchie decine di metri, si comprende bene come l’appellativo di
“montagne di ghiaccio” sia particolarmente indicato: un iceberg che mostra una
parete di 30 metri, continua, per esempio, sotto il livello del mare, fino a una
profondità di più di 200 metri.
L’iceberg più grande mai avvistato è un iceberg antartico, osservato nel 1956,
che misurava 335 x 97 km, con una superficie di 31.000 km2, pari a quella del
Belgio.
Dopo la frammentazione di B-15, grande come l’Abruzzo, attualmente il primato di
gigante dei mari spetta all’iceberg C-19A, più grande della Liguria.
Essendo costituiti da ghiaccio di ghiacciaio, originato, quindi, dalla
trasformazione di neve, gli iceberg sono fatti per la gran parte da acqua dolce.
Hanno rappresentato in passato un’importante riserva di acqua potabile per
le popolazioni dell’estremo Nord, come gli Inuit. Anche ora vengono
periodicamente riproposti progetti per lo sfruttamento di queste preziose
risorse, per esempio rimorchiando iceberg in prossimità di coste di Paesi con
scarsità d’acqua potabile, tuttavia per ora i costi di queste operazioni
risultano ancora molto superiori ai benefici.
immagine della piattaforma di Ross |
Una volta staccatisi dal ghiacciaio o dalla piattaforma, gli iceberg vengono
sospinti alla deriva dai venti, dalle correnti e dalle maree. L’erosione operata
dal vento e dalle onde e la progressiva fusione a cui vanno incontro spostandosi
verso latitudini più calde ne riducono le dimensioni, insieme a ulteriori
frammentazioni a causa, per esempio, di violente tempeste o collisioni tra loro
o con la terraferma. Il destino degli iceberg è quindi quello di ridursi di
dimensioni fino a scomparire, ma la loro vita può essere anche di parecchi anni.
A causa della fusione che subiscono con l’aumentare delle temperature, gli
iceberg si osservano soltanto ad alte latitudini. Gli iceberg antartici, per
esempio, normalmente non si spingono oltre la cosiddetta “convergenza
antartica”, una fascia a 45-55 ° di latitudine Sud, ma qualche eccezione è
sempre possibile: l’iceberg più “giramondo” mai osservato, nel 1894, si è spinto
fino ad una latitudine di 26°30’ Sud, nell’Oceano Atlantico.
IL NOME DEGLI
ICEBERG
Gli iceberg di maggiori dimensioni (i più interessanti da studiare, ma anche i
più pericolosi per la navigazione) sono costantemente seguiti e tenuti sotto
controllo dai satelliti (ora anche con l’uso di GPS). Per facilitarne
l’identificazione, il NIC (National Ice Center degli USA, che dipende dal
Dipartimento della Difesa e dalla NOAA, National Oceanic and Amtosferic
Administration, nonchè dalla Guardia Costiera statunitense) attribuisce un nome
a ciascuno dei nuovi iceberg avvistati.
In Antartide, i nomi degli iceberg sono costituiti da una lettera, che
identifica la zona di provenienza, e da un numero, che indica il numero
progressivo di avvistamento a partire dal 1976, anno in cui è stato istituito il
servizio di vigilanza, mentre un’altra lettera identifica i “figli” di
successive frammentazioni.
L’iceberg B-15A, è il frammento più grande (A) di B-15, il quindicesimo iceberg
che si è formato nel settore B, nella Piattaforma Orientale di Ross.
I settori in cui l’Antartide è stata suddivisa sono, in senso antiorario:
A : 0-90W (Mare di Weddell/Bellinghausen)
B: 90W-180 (Piattaforma Orientale di Ross/Amundsen)
C: 180-90E (Piattaforma Occidentale di Ross/Wilkesland)
D: 90E-0 (Mare di Weddell Orientale/Amery)
mappa dei principali iceberg |