Geografia fisica

    Dal punto di vista fisico la Nuova Zelanda è un arcipelago formato da due grandi isole (North Island, South Island) divise dallo stretto di Cook, e da molte altre isole minori. È situata nell'Oceano Pacifico meridionale.


Il monte Cook

    Le isole sorgono su una platea profonda non oltre i 1.000 m. Immediatamente a est delle isole Kermadec si apre la profonda e lunga incisione occupata dalla fossa delle Kermadec e da quella delle Tonga, che precipitano a oltre 10.000 m. L'emersione ed il conseguente delineamento strutturale della Nuova Zelanda si è verificata in tempi relativamente recenti, in conseguenza del sollevamento di una zolla crostale nell'ambito dell'attività tettogenetica che durante il Cenozoico ha investito l'arco melanesiano.    

    Il processo di sollevamento si è sviluppato in diverse fasi, l'ultima delle quali sembra essersi conclusa agli inizi del Neozoico. Le varie sollecitazioni cui sono state sottoposte le formazioni rocciose in conseguenza del sollevamento hanno provocato numerose fratture ed effusione di magma; la stessa separazione tra le due isole principali si è prodotta per frattura. L'attività vulcanica ha avuto notevole sviluppo nella North Island, attestata dalla presenza di imponenti vulcani e dove tuttora permangono segni di vulcanismo non completamente spento, mentre nella South Island si è espressa l'erezione di due apparati che costituiscono le penisole di Otago e di Banks; molto più intensa, per questa isola, è stata l'azione orogenetica, culminata con il sollevamento della grande dorsale montuosa delle Alpi Neozelandesi.

 

Morfologia

    La Nuova Zelanda si allunga a sudovest-nordest per circa 1.500 km. Le coste, in genere frastagliate, si sviluppano per 4.800 km. La North Island ha coste molto articolate, nella parte settentrionale si sviluppa la lunga penisola di Auckland (330 km), saldata al resto dell'isola da un sottile istmo, su cui è sorta la città di Aukland. Altra importante insenatura è Port Nicholson, sulla quale si affaccia la capitale Wellington.
    L'isola presenta una morfologia tormentata e varia: al centro un altopiano (400-600 m), antico massiccio calcareo-arenaceo spianato dall'erosione e ricoperto da espandimenti lavici; numerosi sono i coni vulcanici presenti, anche raggruppati in catene, come i monti Huahungaroa. Sono quasi tutti considerati attivi, come il Ruapehu (2.797 m). Numerose sono le espressioni vulcaniche di tipo secondario, fumarole, solfatare, geyser e sorgenti termali, soprattutto nella parte nord-occidentale.


Il monte Ruapehu


Per il resto l'ossatura dell'isola è costituita dal succedersi di brevi catene con altitudine massima tra i 1.400 e i 1.750 m, disposte sul lato orientale e dirette da sudovest a nordest; la lunga appendice della penisola di Auckland presenta un rilievo disarticolato e di aspetto collinare che non oltrepassa gli 800 m. Nella parte occidentale si estende, sempre in direzione Sudovest-Nordest, la catena dei monti Ruhaine (1.737 m).

    La South Island è molto più compatta ed omogenea, lungo il bordo occidentale è percorsa dalle Alpi Neozelandesi, particolarmente elevate nella parte centrale, con numerose cime oltre i 3.000 m, la più alta delle quali è il monte Cook (3.764 m), seguita dal Tasman (3.499 m). A nord si diramano in numerose catene minori (monti Leyell 1.876 m, Spenser 2.288 m), divise da gole selvagge e pittoresche, che danno vita ad un paesaggio a rias. Il versante orientale delle Alpi Neozelandesi digrada lentamente spegnendosi nella pianura costiera di Canterbury, profonda 30 km e lunga 150 km e in quella di Southland, nei pressi dello stretto di Foveaux, delimitata a nordest da modeste alture, oltre le quali si trova un'altra area pianeggiante che si estente fino alla penisola di Otago.


    Le coste si fanno irregolari solo nei pressi dei promontori di Otago e Banks. Sul versante occidentale, le catene scendono generalmente a picco sul mare formando coste alte e frastagliate incise da numerosi fiordi. Lo stretto di Foveaux separa la South Island dall'isola Stewart, con modesti rilievi, in parte di natura vulcanica a nord e i restanti di natura granitica. Anche le altre isole presentano, più o meno evidente, una natura vulcanica: Auckland, Campbell, le isole Kermadec (la maggiore, isola Raoul, presenta ancora un vulcanismo attivo di tipo secondario), le Catham.

 

 

 

Idrografia


Il lago Waikato

    La Nuova Zelanda è ricca di fiumi ben alimentati dalle copiose precipitazioni e, nella South Island, dalla fusione dei ghiacciai: il loro corso è però breve e a forte pendenza. I fiumi più importanti nella North Island sono il Waikato (425 km), emissario del lago Taupo (626 km²) di origine vulcanica e il Wanganui (290 km).   

 

    A completare l'idrografia dell'isola i laghi Rotorua (80 km²). Nella South Island i principali fiumi scendono verso l'Oceano Pacifico: Clutha, Waitaki, Taieri, Mataura. Molti sono anche i laghi di origine glaciale: Te Anau (344 km2), Wakatipu, Wanaka, Manapouri, Hawea, Tekapo, Pukaki e Ohau.

 

 

 

Clima

    Nonostante la sua posizione geografica, il clima della Nuova Zelanda non ha forti differenziazioni sia per il forte influsso marino che per i forti venti occidentali (westerlies), promossi dall' anticiclone indiano e attirati dalle depressioni australiane. Le precipitazioni sono abbondanti soprattutto sui versanti occidentali (2.500 mm annui). I valori medi di temperatura non sono elevati e le escursioni termiche alquanto contenute; in generale il clima può essere definito temperato oceanico.

    Nella parte settentrionale della North Island si hanno condizioni climatiche semitropicali, di tipo mediterraneo, risentendo del passaggio delle perturbazioni cicloniche tropicali. Mentre all'estremo sud, nelle regioni di Otago e Southland, il clima tende a divenire continentale. Le precipitazioni nevose sono intense e diffuse sui rilievi; sulle cime più elevate si hanno nevicate per almeno trenta giorni l'anno. Soprattutto nella South Island, la neve permane al suolo tutto l'anno, fino a 2.100 m, alimentando i numerosi ghiacciai.

 

 

La flora e la fauna

    Gli Europei, giunti alla fine del Settecento, contribuirono a sterminare gli ultimi esemplari di moa, immettendo nell’ambiente naturale nuove piante e animali. Risultato di questo processo è che oggi la Nuova Zelanda ha un aspetto tipicamente europeo.


Un esemplare dell'ormai estinto Moa

    Qualcosa come 560 specie non indigene sono attualmente presenti sull’isola e circa 240 di esse sono comuni sull’intero territorio. A differenza delle piante native, caratteristicamente perenni e sempreverdi, molte delle piante introdotte sono annuali. Il rovo, la felce aquilina e l’oleandro, assieme ad altre malerbe mescolatesi ai semi delle colture introdotte, dominano ormai vasti tratti del territorio. Lo stesso eucalipto, sebbene non sia originario della Nuova Zelanda, è ora molto diffuso. Per quanto riguarda i mammiferi, molti furono importati deliberatamente, mentre altri, come il topo domestico o il ratto delle chiaviche, furono introdotti accidentalmente. Il coniglio domestico, ad esempio, fu probabilmente importato in Nuova Zelanda nel primo Ottocento per motivi prettamente alimentari, mentre l’ermellino, la donnola e il furetto introdotti per controllarne la diffusione, finirono invece per contribuire all’estinzione del kiwi. Tra i cervidi ricordiamo il daino e il cervo rosso provenienti dall’Europa; il wapiti e l’alce del Nordamerica; il sika, il timor e il sambar dell’Asia. Vi sono inoltre i maiali domestici, i bovini, le pecore, le capre e, sulle montagne e il camoscio europeo. Altri animali non indigeni sono: tra i marsupiali australiani, l’opossum dalla coda piumata e quattro specie di piccoli canguri e, tra gli uccelli il cigno nero, il cacatua dalla cresta giallo-verde, il merlo e il corvo inglese. Tutti questi invasori, piante e animali, sono versatili, tenaci e difficilmente debellabili e hanno finito per creare grossi problemi all’ambiente. Vi è comunque da sperare che sia passato il tempo in cui i colonizzatori si sentivano dei pionieri bisognosi di portare con sé le loro piante e i loro animali. La natura indigena, spesso minacciata, deve essere salvata a tutti i costi, anche attraverso le mille e più riserve naturali che costituiscono oggi uno dei beni più preziosi del Paese.

 

Temperatura e precipitazioni

Nuova zelanda

Immagine:Nuova_Zelanda_Clima.jpg

Temperature e precipitazioni mensili

 

Geografia politica

Nuova Zelanda suddivisione politica

Regione

Capoluogo

Ab. capoluogo

km²

Abitanti

Densità

Northland

Whangarei

47.600

13.296

147.000

11,05

Auckland

Auckland

379.600

5.048

1.323.800

262

Waikato

Hamilton

104.100

29.992

333.100

11

Bay of Plenty

Tauranga

62.700

9.126

205.400

22

Gisborne

Gisborne

31.800

11.461

45.000

4

Hawke's Bay

Napier

52.100

13.790

141.800

10

Taranaki

New Plymouth

47.900

7.876

108.400

14

Manawatu-Wanganui

Palmerston North

67.400

17.454

224.900

13

Wellington

Wellington

167.700

8.273

398.500

48

Nelson-Marlborough

Nelson

45.400

23.079

109.800

5

West Coast

Greymouth

9.300

22.893

36.300

1

Canterbury

Christchurch

301.500

37.955

437.400

12

Otago

Dunedin

106.400

39.572

182.200

5

Southland

Invercargill

51.800

27.716

102.600

4


 

Nuova Zelanda suddivisione geografica

Area geografica

km²

Abitanti

Densità

North Island

115.777

2.520.000

22

South Island

151.215

868.300

6

Isole al largo della costa

833

Isola Stewart

1.746

500

0,3

Isole Chatham

963

600

0,6

    Sono dipendenze esterne della Nuova Zelanda, con autonomia interna, le Isole Cook (235 km², 118.000 abitanti), le isole Tokelau (10 km², 2.000 abitanti) e l'isola Niue.

Geografia economica

Prodotto Nazionale Lordo: 15.830$ pro capite (47° posto della classifica mondiale).
Bilancia dei pagamenti: - 5,2 miliardi di $.
Inflazione: 1,2%.
Disoccupazione: 7%. La Nuova Zelanda è uno dei paesi del mondo a più elevato tenore di vita e il reddito annuale pro capite è superiore a quello della Gran Bretagna. Agricoltura è modernissima: infatti la Nuova Zelanda è il maggiore esportatore mondiale di burro e di lana. Il turismo è in rapida espansione. Possiede una delle economie più aperte del mondo, con forti legami all'interno delle nazioni del Pacifico. Però ha uno dei più alti livelli di indebitamento pubblico tra i più alti del mondo sviluppato, con una perenne dipendenza dall'import per le manifatture e dagli investimenti stranieri.

 

Risorse

Produzione di energia elettrica: 7.500.000 kw.
Pesca: 612.223 tonnellate.
Petrolio: 34.546 b/g.
Allevamento: pecore 46,6 milioni, capre 227.000, bovini 8,7 milioni, maiali 340.000.
Minerali: carbone, petrolio, gas naturale, ferro, oro, silice.

Agricoltura Arativo e culture arboree coprono il 2% del territorio nazionale; prevalgono oltre alle foraggere, le colture cerealicole (frumento, orzo, avena, mais), importanti i prodotti ortofrutticoli (patate, pomodori, pere, mele). Tra le colture industriali prevalgono tabacco e Phormium tenax (pianta tessile). Le foreste coprono circa il 23% del territorio, con una buona produzione di legname (10 milioni di m³).

Allevamento La risorsa più notevole del paese è rappresentata dal patrimonio zootecnico (ovini, bovini, suini), favorito dalla grande estensione dei prati e dei pascoli (1/4 circa del territorio), dalle condizioni climatiche ed ambientali.

Pesca La pesca praticata da flottiglie di pescherecci è sviluppata soprattutto lungo le coste orientali, con porti ad Auckland, Gisborne, Napier.

Risorse minerarie Le risorse minerarie (carbone, lignite, oro, argento, sale, amianto, petrolio, bentonite, gas naturale, ferro, rame) non sono ingenti.

Industria L'industria è sviluppata soprattutto nella lavorazione dei prodotti zootecnici (carni, lana, pellame, latticini), manca quasi completamente l'industria pesante mentre è notevole l'industria manifatturiera (tessuti, articoli di abbigliamento, prodotti farmaceutici, sigarette, apparecchiature elettriche, radio, televisori, mobili). La produzione di energia elettrica è considerevole. Un elettrodo sottomarino porta l'energia della South Island alla North Island, attraverso lo stretto di Cook.

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