Nell'anno 2002, il Rapporto sullo Sviluppo Umano delle Nazioni Unite segnalava che alla fine del secolo XX, povertà e disuguaglianza si erano intensificati. E cresceva la povertà in Africa e America Latina. Si sono misurate le distanze tra poveri e ricchi, attraverso l'indice GINI, e si è visto che se in alcuni paesi vi sono leggere fluttuazioni disuguaglianze che non hanno effetti sulla struttura sociale, in altre parti le differenze si sono accentuate in maniera molto evidente: come nel caso del Cile.  La povertà  si constata osservando quante persone vivono con uno o due dollari al giorno. E più  del 50% della popolazione è in queste condizioni. Questa situazione tende ad aggravarsi col succedersi di crisi come quelle degli anni 80, quella del 94 o quella più recente, già nel nuovo millennio, che impoverì brutalmente paesi come l'Argentina, che nelle stime precedenti mostrava gli indici di povertà più bassi.

Negli ultimi cinquant'anni l'America Latina ha sperimentato una "crescita" delle esportazioni e degli indice di crescita "lordi" e della crescita "pro capite". Ogni paese, ogni anno, ha mostrato statisticamente queste crescite. E solo molto recentemente dalle entrate reali, si è capito che grande parte della popolazione non se ne avvantaggia. Per questo si vede anche che se nel 1950 i poveri latinoamericani erano 82 milioni, alla fine degli anni 90 erano diventati 160 milioni. Per saltare ai 230 milioni attuali. Inoltre a causa della decrescita dei profitti da capitale, e della crescita della massa salariata, l'America Latina non riesce ad uscire dalla povertà. La povertà si è sostenuta e riprodotta attraverso le ultime generazioni, insieme alla crescita delle industrie estrattive, mai le risorse naturali dell'America Latina sono state,infatti, sfruttate in maniera tanto radicale , non si direbbe quindi che l'economia capitalista sia riuscita a risolvere il problema della povertà, ma l'abbia piuttosto stimolata e ne abbia tratto vantaggio.

Gli operai delle industrie di assemblaggio lavorano in turni forzati e in giornate estenuanti, e non escono dalla povertà. Le operaie degli allevamenti di salmoni lavorano in acque gelide per più di 12 ore al giorno, con salari miserabili mentre agonizzano, e non escono dalla povertà. I maestri, ottanta dollari al mese, non escono per ora dalla povertà. Le cameriere dopo cinque anni di lavoro non escono dalla povertà. Le operatrici del sesso non escono dalla povertà. Chi cresce parecchio è la Nike, la Billiton, la General Motors, Kentucky Chicken, la Universidad Patitos e Macky el Cuchillero.

Col che inizia una lunga serie di proposte e di leggi che daranno forma ad una meravigliosa macchina di sfruttamento, di assoggettamento al lavoro obbligatorio in case di fatica, anche dette in un momento di volo dell'immaginazione "carceri senza colpa". Oggi, più volgarmente, catene di montaggio. Grazie alle menti ancora religiosamente devote dei primi ingegneri del capitale inglese, il povero era venuto al mondo per redimersi -- "Gli ultimi saranno i primi", recitava la scrittura. E l'ordine divino non poteva essere cambiato. E redimendosi attraverso il lavoro, il povero creava ricchezza. Mc farlane, nel 1872, costatando l'aumento dei poveri in Inghilterra, diceva "stiamo arrivando al culmine nell'aumento del numero dei poveri" (Indagini sulla povertà). E aggiungeva Bellers: "il lavoro dei poveri è la miniera dei ricchi". Mentre Defoe proponeva che tutti i poveri fossero impiegati nelle manifatture, con salari di sopravvivenza. Per la qual cosa nel 1794 Bentham offriva il Piano Panottico, fabbriche-prigione con supervisione a buon mercato.

In genere in America Latina non si guarda alla povertà nel suo contributo alla produzione di una ricchezza che se ne va in gran parte all'estero. Né si allude a come l'impero induce l'aggravarsi di una miseria così comoda. L'aspetto coloniale del continente si può riconoscere anche dalla rapidità con cui è avvenuta "la liberazione di manodopera" per rispondere alle nuove prospettive di crescita da parte dei poli mondiali in crescita effettiva. Non si dice cos'è che produce i poveri, che nella loro grande maggioranza hanno un lavoro. Non si mostra altro che questo dollaro o questi due dollari al giorno, che a volte sono buoni d'acquisto  in cui si rivela una volta di più l'espropriazione di plusvalore, in un mercato in cui il potere d'acquisto si disfa per l'aumento dei prezzi. Altro meccanismo che concorre a intensificare l'estendersi della povertà e l'assoggettamento del lavoratore all'autorità economica da cui dipende.



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