Enorme per superficie, seconda al mondo solo alla Cina per numero di abitanti, l'India appare, da qualunque angolo la si guardi,come un paese di grandi contrasti. Contrasti, in primo luogo geografici, naturali,perchè si passa dalle montagne più alte della Terra a estese pianure, così come dalla siccità estrema alle inondazioni più disastrose. Ma i grandi contrasti non riguardano solo la natura. Essi contraddistinguono anche la vita sociale, l'economia e la cultura. Per molto tempo l'India è apparsa ai suoi visitatori come una terra di grande, quasi indescrivibile povertà. Una terra di gente che moriva di fame nei miseri villaggi minacciati di continuo dalle carestie; di mendicanti, di uomini, donne e bambini debilitati dall' inedia e da altre malattie, che aspettano la morte seduti sul marciapiede. Tutto questo non è scomparso, non è ancora un ricordo.


famiglia indiana in un villaggio del Warangal ( distretto a sud-est dell'india

 Alla povertà di un tempo, legata ai magri raccolti di un'agricoltura primitiva, che ancora sopravvive in alcune regioni si è aggiunta la nuova povertà delle città di baracche che costeggiano le grandi metropoli, nella quale il sogno di migliorare le proprie condizioni ha attirato, dalle campagne milioni di persone. Benché  si siano fatti molti passi avanti nella lotta alla fame, ancora oggi ci sono famiglie che vivono sul marciapiede e bambini che vengono mutilati perchè possono essere più convincenti nel chiedere l'elemosina. Il reddito nazionale per abitante è di 3029 dollari, meno di un nono di quello italiano. Ma il 34,7% degli indiani vive al di sotto di quella che è considerata la soglia della povertà (1 dollaro al giorno). L'analfabetismo si aggira attorno al 39 %. Su 1000 bambini che nascono, 67 muoiono nel primo anno di vita, e la prima speranza di vita alla nascita è di soli 63 anni, contro i 75-79 dei paesi sviluppati. Ogni medico, in media, ha più di 2169 possibili pazienti, contro i 169 dell'Italia. tuttavia questa situazione si sta modificando abbastanza velocemente, e sarebbe errato considerare l'India soltanto come un paese povero e arretrato.


ricca famiglia indiana del Warangal

Per esempio, se la durata media della vita è oggi di 64 anni, solo 20 anni fa era di 47,3 anni, e 10 anni fa di 53,3. la percentuale è di donne che sapevano leggere e scrivere era 10 anni fa del 29,7, mentre oggi è salita al 47,3, con un ritmo di crescita di gran lunga superiore a quella degli uomini.

 

 

 

 

 

 

 

L'economia cinese ha conosciuto negli ultimi tempi un ritmo di crescita annua molto elevato riuscendo a raggiungere, nel 2004 il 9,5%. E' una cifra più elevata di quella relativa alla crescita europea o degli Stati Uniti. Il PIL della Cina raggiungerà e supererà quello della Germania nel 2010. Ma se queste sono le luci, non si possono però dimenticare le ombre di questo straordinario sviluppo economico.

1.  In quello che era ancora, pochi decenni fa, il paese dell'egualitarismo più rigoroso, oggi le differenze sociali e regionali sono fortissime e tendono a crescere. Lo sviluppo ha privilegiato le città delle aree costiere e in particolare di quelle delle regioni del sud. Infatti per esempio gli abitanti del Gansu o del Guizhou hanno ancora un PIL pro capite da paese sotto sviluppato, mentre quelli di Shanghai producono e guadagnano, mediamente, 7-8 volte di più. Lo squilibrio tra fascia costiera e interno si identifica solo in parte con quello tra popolazione urbana e contadini.


mietitura del riso in Cina

 Gli addetti all'agricoltura sono scesi dal '80 al 49% tra il 1970  e il 2003, ma le famiglie contadine rappresentano ancora la maggior parte della popolazione. Tutta via, esse detengono poco più del 20% del risparmio. Per loro, le condizioni di vita sono generalmente peggiori, più povere e culturalmente limitate. Molti villaggi sono privi di elettricità e acqua corrente, la malnutrizione e le malattie sono sempre in agguato. Gli sforzi del governo centrale per contenere gli squilibri si scontrano anche con una certa tendenza delle province più ricche a esercitare un'autonomia di fatto. Il tradizionale "conflitto" centro-periferia sembra così vestire oggi gli ambiti dell'economia, nel senso che le province in maggior espansione recalcitrano di fronte a ogni forma di controllo, e tendono persino ad avere una propria politica economica e commerciale verso l'estero. Di recente, avanzano progetti per la costruzione di un polo economico nel Nordest che dovrebbe favorire la cooperazione tra cinesi, russi, giapponesi e coreani del Sud. D'altra parte, nelle province dell'interno meno favorite cresce lo scontento.

2. Le differenze sociali si acuiscono non meno di quelle geografiche. Si ritiene che in Cina oggi ci siano dai 60 ai 130 milioni di ricchi, all'opposto, sarebbero almeno 60 milioni i contadini che hanno a malapena di che sfamarsi e vestirsi, mentre  poco meno di metà della popolazione vivrebbe con meno di due dollari al giorno.


bambini tra i rifiuti di un a metropoli cinese

La vita quotidiana  degli indigenti soffre  anche della diminuzione  dei servizi sociali, e' anche ripresa un'emigrazione  clandestina verso il Sudest asiatico e gli Stati Uniti. Insieme al malcontento dei contadini  la disoccupazione oggi è una delle cause principali di tensione sociale. Gli imprenditori emersi con le riforme economiche sono solo in parte dei veri "privati": non  sono altro che persone che fanno parte della classe dominante, del partito e dell'amministrazione statale, i cui figli sono pronti a trasformarsi in imprenditori.  La nuova borghesia cinese presta una scarsa attenzione alle questioni della democrazia e della libertà.

3. La crescita economica non riguarda in maniera omogenea tutti i settori, alcuni dei quali restano arretrati e insufficienti, facendo da freno allo sviluppo. E' il caso del settore dell'energia, tuttora inadeguata e mal distribuita malgrado gli sforzi del governo in questo campo. Ancora più grave è il caso dei trasporti. Il numero dei chilometri di strade e di ferrovie esistenti in Cina corrisponde all'incirca a  tre volte quelli italiani, ma per una superficie che è trenta volte quella italiana. Inoltre in Cina sono presenti solo 500 aeroporti, pochissimi dei quali  in grado di far atterrare i grandi aerei civili. In più la maggioranza delle strade non sono asfaltate e la maggioranza delle ferrovie sono a binario unico e non elettrificate. Le vie d'acqua possono solo in parte attenuare questa povertà delle vie di comunicazione. Il governo ha lanciato alcuni grandi progetti. Ma il problema resta.

4. La disordinata rapidità dello sviluppo di questi anni produce un forte inquinamento atmosferico, sicché i problemi dell'ecologia cominciano ad apparire all'ordine del giorno, in tutta la loro gravità. L'abbandono di molte campagne e l'estendersi dei poli industriali favoriscono l'accentuarsi di un disboscamento secolare e dissennato, che continua oggi, e che in molte regioni favorisce l'erosione dei suoli e le alluvioni. All'inquinamento provocato dagli scarichi delle fabbriche che si moltiplicano, si aggiunge, nelle grandi città, quello prodotto da un traffico cittadino fino a poco tempo fa sconosciuto.

5. La disoccupazione e gli spostamenti di massa hanno portato con sé un aumento della criminalità, soprattutto nelle aree urbane. L'improvviso apparire della possibilità di facili ricchezze non stimola solo l'inventiva e la capacità d'iniziativa dei singoli, ma anche una corruzione sempre più diffusa, malgrado il governo la combatta duramente, per esempio facendo un uso frequente della pena capitale. Le esecuzioni avvengono spesso secondo barbari rituali che mirano alla mortificazione pubblica dei condannati. Spesso inoltre è la politica, non il diritto a decidere in moltissimi casi, ancora oggi, dell'esercizio della giustizia.

 

Voci correlate: Caste