Assad era
presidente della Repubblica siriana dal 1971 e lascia una paese in cui la
maggior parte dei cittadini non ha conosciuto altro leader e altra forma di
governo del socialismo propugnato e praticamente incarnato dal defunto
presidente. Suo erede designato è il secondogenito Bashar, 35 anni, suo fratello
minore. La
costituzione siriana è stata modificata per abbassare l'età minima per accedere
alla presidenza e aprire così la strada alla successione di Bashar. Lo ha
annunciato il parlamento siriano, riunito per l'annuncio della morte del
presidente.
Il 'leone di Damasco', questo il suo soprannome, è stato per lungo tempo
il principale alleato dell'Unione Sovietica in Medio Oriente, ma negli ultimi
anni, un po' a sorpresa, ha fatto scivolare la sua politica più verso
l'Occidente. Una tendenzam questa, che però non ha evitato a lui e all'intera
Siria di essere guardato con sospetto dagli Stati Uniti e ai suoi alleati, a
causa di un atteggiamento ancora ostile nei confronti di Israele e soprattutto
per le accuse di coinvolgimento in azioni di terrorismo internazionale. A lungo,
infatti, i rapporti dei servizi segreti occidentali hanno parlato della Siria
come una delle culle privilegiate dei 'signori della guerra', cui Assad, spesso,
ha dato asilo.
Il presidente siriano ha tentato pervicacemente di far guadagnare al suo
paese la leadership delle nazioni arabe e per questo si è trovato spesso in
conflitto con il rais di Bagdad, Saddam Hussein, e allo stesso scopo ha
foraggiato i gruppi musulmani estremisti impegnati in azioni terroristiche nel
Libano occupato dalle truppe israeliane.
Sul piano interno, la politica di Assad non ha provocato grande progresso
economico, anche perché buona parte del denaro delle casse statali è stato
destinato in primo luogo alle spese militari. Parlare di democrazia in Siria è
sempre stato difficile: il controllo sulla popolazione non si è mai allentato e
solo per brevissimi periodo l'elite politica della Siria ha tentato, ma con
scarsi risultati, di ribellarsi.
Assad muore a 70 anni dopo una lunga malattia che però non gli aveva impedito di
mantenere, con il pugno di ferro, il pieno controllo sulla Siria da trent'anni.