FESTIVITA'

LINGUE

 

L’Indocina è una terra che ha subito molti cambiamenti nel corso della storia; è stata colonizzata da diverse popolazioni e questo ha favorito lo sviluppo di diverse etnie e delle relative culture.

 

La THAILANDIA

Nel paese non c’è mai stata una cultura dominante e vi sono molte differenti etnie. Il periodo di maggior fioritura dal punto di vista culturale fu sotto il regno di Sukhothai, quando la Thailandia assorbì gli elementi delle numerose civiltà con le quali venne in contatto, incluse quelle cinese e quella indiana. Un classico della letteratura Thai è un’opera derivata dalla versione indiana Ramayana: il Ramakien, un racconto epico del trionfo del bene sul male, su cui fondano le proprie radici anche la musica e l’arte tradizionali.

 

Il sovrano dello Stato, re Bhumibol Adulyadej (Il suo nome completo è: Somdet Phra Chao Yu Hua Bhumibol Adulyadej) è il capo dello Stato che è in carica da più tempo, esattamente dal 9 giugno del 1946 (cinquantasette anni nel 2003).

Più conosciuto con il nome di Rama IX, il Re di Thailandia, nono della dinastia Chakri fondata nel 1782, è nato il 7 dicembre del 1927.
Di lui si sa che è appassionato di fotografia, che sa suonare molti strumenti e che si diletta a comporre.
Ma chi può veramente conoscere la personalità profonda di questo sovrano timido, discreto dal sorriso impacciato e dallo sguardo nascosto dietro gli occhiali? Sulle pareti di tutti gli uffici pubblici e privati, dei ristoranti, dei negozi e delle casupole su palafitte disseminate lungo le rive dei klong (i canali di Bangkok), il ritratto ufficiale della copia reale veglia sui sudditi.
Amato, rispettato, di rado contestato nonostante le vicissitudini del potere nella Thailandia contemporanea, Sua Maestà il re Bhumibol Adulyadej è il cittadino più conosciuto della Thailandia.

Nato a Cambridge, nel Massachusetts (U.S.A.), dove il padre era studente di medicina, egli non era destinato a salire al trono, essendo semplicemente nipote, secondogenito poi del re.
Ma i casi della storia disposero altrimenti.

 

La coppia reale ha quattro figli: il principe ereditario Vajiralongkom e tre figlie.
L'autorità morale del re si è mantenuta considerevole. In virtù della costituzione, egli è il capo dello stato e il capo supremo delle forze armate. La sua persona è circondata del più grande rispetto, in tutti gli ambienti, e ogni mancanza di riguardo, anche involontaria, è giudicata molto severamente.
Al cinema, ogni spettacolo inizia con l'inno nazionale, che tutti gli spettatori ascoltano stando sull'attenti, anche gli stranieri, davanti al ritratto reale proiettato sullo schermo.
Una curiosità: la musica dell'inno nazionale Tailandese è esattamente copia dell'inno nazionale Svizzero.

inno nazionale thailandese

Attenzione, quando sfugge una banconota, evitate di fermarla a terra con il piede: vi è stampata l'effige del Re!

- L’ Istruzione -

    In questa regione è gratuita ed obbligatoria dai 7 ai 14 anni, ma le strutture a disposizione, quelle pubbliche e i monasteri buddhisti, non bastano a provvedere all'istruzione a livello elementare. Nel paese vi sono numerosi istituti universitari: tra i più importanti l'Università Chulalongkorn (1917) e l'Università Thammasat (1934) a Bangkok, dove si trova anche l'Istituto asiatico di tecnologia, e l'Università Chiang Mai (1964) nel nord.

- La musica e la danza -

      La musica Thai è piuttosto complessa: spesso funge da accompagnamento alle rappresentazioni teatrali ed è eseguita da formazioni composte da cinque fino a 10 elementi, i cui strumenti sono generalmente fiati e percussioni. Anche la danza, simile a quella indiana, ha caratteristiche complesse: gesti e movimenti mimano e interpretano ogni singolo evento della storia messa in scena.  

     La danza invece, a differenza della musica, è accessibile alla nostra comprensione immediata perché estremamente aggraziata, eseguita quasi esclusivamente da dolci fanciulle dal viso perennemente impostato al sorriso.
I balletti hanno sempre una loro trama che narra vicende dove il bene alla fine vince la cupa potenza del male.
I costumi indossati dai danzatori sono sempre di grande bellezza, quasi barocchi da tanti sono gli elementi che li adornano.
Come in India anche in Thailandia si danza a piedi nudi appoggiando al suolo tutta la pianta del piede

- Architettura -

      Le opere più rappresentative dell' architettura, spesso veri e propri capolavori, sono gli innumerevoli templi (se ne contano circa 18.000) e monasteri. La scultura Thai, risalente al XIV secolo, fonde elementi cinesi, birmani, induisti e cambogiani e ne abbiamo una testimonianza nei numerosi templi buddhisti e nelle rappresentazioni del Buddha.

- Lo sport -

     Lo sport più diffuso in Thailandia è la Thai boxe. Nata durante il Medioevo, quando in guerra erano decisivi i corpo a corpo. La boxe thailandese utilizza, oltre ai pugni, anche braccia, gambe, gomiti e ginocchia per colpire l’avversario. E’ uno sport massacrante che riscuote per altro un credito entusiasta. La Thailandia è l’unico paese al mondo dove questa disciplina viene praticata.

Fu introdotta nel 1560 da Re Naresuan, il quale, dopo essere stato fatto prigioniero dai Birmani, ottenne la libertà proprio tramite sfide di boxe, nelle quali sconfisse i migliori combattenti locali. In seguito a tali eventi, questa forma di lotta fu nominata sport nazionale, con la denominazione Muay Thai.

Oltre agli sport tradizionali, in Thailandia si cominciano a seguire anche sport tipici di altri paesi, come il football. La febbre del pallone, complice la tv, ha contagiato anche questo popolo. Nonostante questo sport non venga praticato moltissimo, le gesta dei grandi campioni dopo tre mondiali consecutivi sono sulla bocca di tutti. I giornali inglesi riportano le notizie dei nostri campionati che gli appassionati possono così seguire. 

 

La MALESIA

In Malesia convivono diverse popolazioni tra le quali:

 I malesi sono la più grande Comunità; sono musulmani, parlano Bahasa e sono in gran parte responsabili delle fortune politiche del paese.

I cinesi racchiudono circa un terzo della popolazione.

Gli indiani rappresentano circa il 10% della popolazione. Sono principalmente Tamils (indù dall'India del sud), parlano il tamil, Malayalam e Hindi, vivono principalmente nei grandi agglomerati urbani sul litorale a ovest della penisola.

 Vi è inoltre una Comunità importante di Sikh. Le tribù indigene compongono la popolazione restante.

Malgrado il Bahasa sia la lingua ufficiale, quando i membri di queste Comunità differenti comunicano l'un l'altro, parlano generalmente inglese, che recentemente è stato reintegrato come la lingua di istruzione nelle scuole superiori.

La tribù indigena principale è Iban del Sarawak, che conta 395.000 appartenenti. Sono in gran parte abitanti nelle Longhouse  e vivono lungo i fiumi di Baram e di Rejang. I Bidayuh (107.000) sono concentrati sul fiume Skrang del Sarawak. Gli Orang Asli (80.000) vivono in piccoli gruppi sparsi nella Malesia peninsulare. Molti agricoltori, tradizionalmente nomadi, sono stati assorbiti in Malesia moderna.

La musica malese è influenzata pesantemente dalla Cinese e dalle forme islamiche. La musica è basata in gran parte intorno al gendang (tamburo).

I balli tradizionali (di cui vi è una forte tradizione) hanno origine tailandese, indiana e portoghese.

Open House. È una caratteristica esclusiva di questo angolo di mondo. Date un'occhiata al Calendario Malese, se è il periodo dell'Hari Raya, del Capodanno Cinese, del Deepavali o di Natale, state sicuri che durante la vostra permanenza in Malesia sarete invitati nelle case della gente per unirvi a loro nei festeggiamenti.

 

 

 

 

Lo Sapevate Che?
A Kuala Lumpur, la capitale, le Torri Petronas hanno costituito fino ad Ottobre del 2003 l'edificio più alto in tutto il mondo (452 metri), ora superate dal Taipei 101 a Taiwan.

 

- LE DANZE -

Mark Youg
È la forma teatrale tipicamente malese che esercita più fascino tra le molte rappresentazioni drammatiche tradizionali. Lo scenario classico combina storie romantiche, canti lirici e allegria.

Joget
Il joget è la danza tradizionale più popolare della Malesia. Si balla a coppie al ritmo veloce della musica che richiede rapidi movimenti di braccia e gambe.
Le origini del joget si ricollegano alle danze folcloriche dei Portoghesi che furono introdotte a Malacca durante l'epoca del commercio delle spezie.

Sumazau
Il Sumazau è la danza nazionale del Sabah. I danzatori si dispongono in due file di uomini e donne, che ballano con un movimento ritmico molto lento, imitando con le mani il volo degli uccelli.

Danza della Candela
In questa danza i personaggi ballano tenendo in mano una candela accesa ben fissata su un piattino, e con abili movimenti del corpo fanno roteare la candela senza spegnerla.

Kuda Kepang
Il Kuda Kepang è interpretato da nove danzatori che si siedono a cavalcioni su un cavallo bidimensionale fatto di cuoio. La danza vuole reinterpretare le prime battaglie islamiche attraverso i gesti veloci e vigorosi, e l'accompagnamento musicale è prodotto da diversi strumenti indigeni come il gong, il tamburino e I'angklungs

Opera Cinese
Si rappresenta durante occasioni speciali come il "Festival degli Hungry Ghosts", durante la quale gli attori si truccano in modo molto marcato e indossano elaborati costumi per interpretare dei drammi antichi accompagnati da canti e musiche tradizionali.

Datun Julud
Il Datun Julud è la danza popolare del Sarawak. Questa danza simboleggia la felicità di un principe alla nascita di un nipote. Il senso divino di questa benedizione l'ha resa molto popolare tra la popolazione tribale del Keniah, nel Sarawak. I ritmo della danza è scandito dal Sape, un tipico strumento musicale, e dal battito delle mani.

Danze Classiche Indiane
Per tradizione, queste vengono fatte dai Devadasi (i servi di Dio) nei templi, poiché sono considerate come offerte sacre a Dio, molto più gradite delle donazioni, dei fiori e delle mantras (preghiere).
Una di queste danze sacre è il Bharata Natyam che ebbe origine nel terzo secolo nell'India meridionale. Il Bharata Natyam ha un elevato valore spirituale, e solo chi ha da sempre dimostrato la tradizionale obbedienza a Dio è degno di danzarla.
Il Bharata Natyam è una danza che comprende sei fasi e combina gli elementi del Nritta (danza pura) e del Nritya (danza espressiva). Il Nritta si svolge sul concetto di unità di danza basilari chiamate Adavus. Ogni Adavus contiene i tre movimenti fondamentali: la posizione eretta, il movimento delle gambe e dei piedi e i gesti delle mani. La musica è ritmata dai Ragas (toni).

Bhangra
La Bhangra Dance è legata alla comunità dei Sikh e trova le sue origini nel Punjab, in India. È una danza del raccolto che si svolge con complicate acrobazie.
Il Bhangra è una rappresentazione colorita e vivacizzata dal fondersi del suono di diversi strumenti musicali come il tamburo, il tamburello e le nacchere.

La BIRMANIA


- La popolazione -

La Birmania conta 43.300.000 abitanti (dati 1991), con un tasso annuo di crescita del 2,1 %.

La popolazione è costituita per i tre quarti da Birmani e per il resto da gruppi etnici minoritari come gli Shan, i Karen (Kayin), i Kachin, i Chin, i Kayah, i Mon e i Rakhíne.

I Karen (localmente chiamati anche Kayin) sono la minoranza etnica più numerosa (circa due milioni di individui): costituiscono una entità nazionale e linguistica omogenea, con un proprio Stato in seno all'Unione Birmana situato nella parte sud-orientale del Paese, al confine con la Thailandia.

Particolare tribù, fra i Karen, è quella dei Padaung, letteralmente "collo lungo", per l'usanza che hanno le donne di farsi crescere un collo lungo due o tre volte più del normale portando diversi anelli d'oro o di rame; tale usanza è contestata dalle giovani generazioni, ma le anziane padaung non possono togliersi gli anelli perché il collo, abituato fin dall'infanzia a quei sostegni, non è più in grado di reggere la testa.

Sui Padaung, che vivono nello Stato di Kayah, è per lungo tempo circolata la diceria, per altro mai confermata dagli studiosi, che siano stati in passato cacciatori di teste. Molti sono ancora oggi animisti (che hanno una concezione secondo la quale tutte le cose sono animate da spiriti benefici o malefici). 

Gli Shan costituiscono il terzo gruppo etnico della Birmania: di origine cinese con forti influenze siamesi, sono dediti all'agricoltura e alla pastorizia e abitano l'omonimo altopiano; anch'essi hanno un proprio Stato all'interno dell'Unione Birmana, che fu creato nel 1948 fondendo i trentatré staterelli shan preesistenti.

Ora diversi gruppi armati autonomisti reclamano una propria indipendenza, precludendo al potere centrale il controllo di vastissime zone.

Gli altri gruppi etnici sono decisamente minoritari (il più numeroso è quello dei Cin che supera appena il milione di individui), ma godono tutti di autonomie locali a salvaguardia della loro identità. In Birmania non esistono più popoli selvaggi, ma si possono trovare residui di forme arcaiche di vita presso alcune tribù negli angoli più remoti del Paese.

I Naga dell'estremo nord-ovest erano cacciatori di teste ancora qualche decennio fa, compivano sacrifici umani e non indossavano alcun indumento.

I Kamti, ormai quasi completamente assimilati dai Kacin, praticavano ancora trent' anni fa il commercio degli schiavi.

Un cenno particolare meritano i Moken, o Salon (letteralmente "immersi nel mare"), perché si tratta di una popolazione di nomadi del mare che vivono su imbarcazioni nell'arcípelago di Mergui, al largo della costa birmana, fra le duecento e più isole che collegano la Birmania con le Andamane indiane.

Le autorità birmane, visti vani i tentativi di assogettarli a un qualche controllo, li hanno abbandonati a se stessi.



 

 LE FESTE della Birmania

 

 

Il LAOS

- La cultura -

Circa il 60% della popolazione, prevalentemente i lao bassi e alcune tribù thai, pratica il buddhismo theravada. È previsto che tutti i laotiani buddhisti di sesso maschile siano monaci per una breve parte della loro vita, di solito nel periodo compreso tra la fine della carriera scolastica e l'inizio del lavoro o il matrimonio.

 

La principale 'religione' non buddhista è il phii, un culto degli spiriti che ufficialmente è vietato. Le tribù hmong-mien praticano l'animismo e il culto degli antenati; alcuni seguono una versione millenaristica del cristianesimo secondo la quale Gesù Cristo giungerà a bordo di una jeep indossando una tuta mimetica da combattimento.

Una piccola minoranza di laotiani, composta principalmente dall'élite che studia nelle scuole francesi, è di fede cristiana.

La cultura tradizionale laotiana è stata fortemente influenzata da varie correnti culturali khmer, vietnamite e thailandesi. I lao bassi hanno gli stessi antenati di molte tribù thai, quindi le somiglianze tra la cultura laotiana e quella thailandese sono particolarmente forti, come risulta evidente nella scultura, nella musica classica, nei drammi danzati e nella cucina del Laos.

La musica tradizionale laotiana invece è più indigena e ha come elemento principale il khaen, uno strumento a fiato composto da una doppia fila di canne di bambù inserite in una cassa di risonanza di legno duro. Sovente la musica è accompagnata dalla danza o da rappresentazioni teatrali nelle quali si utilizza un linguaggio molto colloquiale, a volte anche triviale.

Le arti tradizionali in genere sono finalizzate alla realizzazione di opere di carattere religioso quali i wat (templi), gli stupa e le rappresentazioni del Buddha, raffigurato in uno stile tipicamente laotiano. Gli abitanti del Laos sono ancora abili intagliatori e tessitori, mentre stanno ormai scomparendo le arti della lavorazione dell'oro e dell'argento.

- Feste ed Eventi -

 Le feste laotiane in genere sono legate alle stagioni agricole oppure alle festività buddhiste. L'anno nuovo lunare inizia a metà aprile e viene celebrato in tutto il paese: in questa occasione si fa pulizia nelle case, si portano offerte ai wat e le strade si riempiono di gente che si bagna reciprocamente con acqua. Il Bun Bang Fai (festa dei razzi) si svolge a maggio: si tratta di una celebrazione risalente all'epoca precedente il buddhismo e consiste in processioni, musiche e danze accompagnate dall'esplosione di razzi di bambù che hanno lo scopo di propiziarsi il cielo affinché dispensi abbondanti piogge. Il tutto ha luogo in un'atmosfera irriverente. La Festa del That Luang di Vientiane si svolge a novembre e contempla fuochi d'artificio, processioni a lume di candela e musica.

 

BRUNEI

La popolazione del Brunei è prevalentemente malese, per cui, usi, credenze e passatempi sono molto simili a quelli della Malaysia. L'adat, o diritto consuetudinario, regola le tradizioni del paese; c'è addirittura un dipartimento governativo che ha il compito di preservare i cerimoniali e dispensa consigli sul protocollo, l'abbigliamento e l'araldica.
Il Brunei è un paese musulmano abbastanza integralista e vi è un Ministro degli Affari religiosi preposto a promuovere e sostenere l'Islam. La costituzione, tuttavia, concede libertà di culto alle altre religioni.

Nel momento di maggior splendore dei sultani del Brunei, artigiani dell'argento e dell'ottone producevano gong di ottone finemente incisi, vasellame e cannoni. Erano spesso istoriati con disegni di serpenti o animali o versi dal Corano. Molto di questo artigianato non sopravvisse al declino del sultanato, ma la lavorazione a mano dell'argento e la tessitura sono tuttora praticate.

VIETNAM

Hanoi: la capitale

La capitale del Vietnam è sostanzialmente divisa in tre zone. La vecchia, nel centro, dove trovare hotel piccoli e a buon mercato. Il centro è come un grande mercato, un dedalo di vie vivaci, sempre affollate. Ogni strada ha un prodotto tipico: può quindi capitare di passare da quella dei negozi di giocattoli a quella dei sarti, da quella dei venditori di souvenir, a quella dei tessitori di corde, da quella dei fabbri a quella degli erboristi. E' possibile passare da quella degli intagliatori di lapidi a quella dei macellai, da quella degli artigiani del bambù a quella dei pittori. Immaginate decine e decine di negozi, tutti vicini e stretti, che vendono la stessa cosa. Innumerevoli motorini, biciclette, venditori di frutta, e di ogni genere di souvenir che affollano le strade. I motorini sfrecciano in tutte le direzioni, si incrociano, suonano il clacson, e si evitano. Può risultare incredibile alla vista ma l'incredibile intreccio funziona. L'unico problema è attraversare la strada. Dopo un po' si impara il trucco: basta camminare piano ed essere decisi. Saranno gli altri ad evitarvi. Certo tenete gli occhi aperti, anche quelli dietro la testa…
Le case hanno quel tocco di coloniale, vecchie ma non fatiscenti, romantiche. I negozi sono anche la casa dei vietnamiti: nel retro si scorgono letti e cucine. I rumori di Hanoi sono lo scoppiettio dei motorini, l'inferno dei clacson e il trillare dei campanelli delle biciclette. Gli odori sono innumerevoli ed indecifrabili talmente si mischiano, danno però alla città un aroma particolare. Intenso ma non spiacevole, unico al mondo e da assaporare con calma, visto il caldo e l'umidità.

Cosa vedere

Molte sono le cose da vedere ad Hanoi: le pagode, il Mausoleo di Ho Chi Min, i vari mercati, la via delle ambasciate con le sue case coloniali, il quartiere dei ristoranti di serpenti, il vecchio ponte cimelio di guerra con il Red River, il teatro delle marionette. Tutto questo potete vederlo in automobile, con i mezzi pubblici oppure, se avete tempo facendo un giro in risciò: in Vietnam il mezzo di trasporto tipico in città e appunto questo, porta di tutto.