Situata nell’Africa orientale,
la Tanzania confina a N con il Kenya e l’Uganda, a O con il Ruanda, il Burundi
e lo Zaire, a S con lo Zambia, il Malati e il Mozambico; con un ampio tratto di
costa si affaccia sull’oceano Indiano. Nel territorio sono comprese numerose
isole, di cui le principali sono Zanzibar (1660 kmq), Pemba (984 kmq) e Mafia
(440 kmq).
La maggior parte del
territorio è costituita da un’ampia sezione dell’altopiano est-africano e
presenta quindi una morfologia tabulare, con un’altezza media intorno ai 1000 m.
La compattezza dei tavolati e rotta, nelle fasce marginali, delle orogenesi
connesse alla grande frattura siro-africana che in questa regione si articola
lungo due assi. Il solco occidentale è quello principale, che segna a O il
confine del paese, lungo la linea dei grandi laghi tettonici e d è orlato da
formazioni montuose, che a S, nei monti Kipengere, raggiungono quasi i 3000 m di
altitudine. Questo bastione marginale continua anche lungo il ramo minore della
faglia tettonica, sull’orlo occidentale dei tavolati, dove è caratterizzato da
massicci vulcanici. Nella zona settentrionale, dove si trova il Ngorongoro, con
uno dei crateri più grandi del mondo, (40 km di diametro), essi culminano nel
Kilimangiaro, massima vetta del continente (5895 m), e nel Meru (4566 m). Nella
regione nord-orientale sono più frequenti i depositi magmatici, che rendono
fertili ampie aree. Buoni terreni coltivati si trovano all’estremo nord, dove
l’altopiano digrada verso il grande bacino del lago Vittoria. La pianura
costiera orientale presenta un litorale basso e articolato, fronteggiato da
numerose isole, ma in larga parte di natura corallina e quindi pianeggianti.
La regione tanzaniana
costituisce un importante nodo idro-geografico, che ripartisce le sue acque tra
l’oceano Indiano, l’Atlantico e il Mediterraneo, facendo capo in buona parte ai
grandi laghi occidentali. La sezione orientale è attraversata da N a S da
cinque fiumi che sfociano nell’oceano Indiano: Pangani, Wami, Ruvu, Rufji e
Rovuma.
Sugli altopiani centrali un quarto del territorio è costituito dai
bacini endoreici dei laghi Rukwa, Eyasi, Mannara, Patron e Bahi. Il resto è
ripartito in tre grandi bacini idrografici: a O il bacino del Congo con il lago
Manganica; a NO il bacino del Nilo con il lago Vittoria, a SO il bacino dello Zambesi con il lago Malawi. Al lago Manganica, secondo al mondo per profondità ,
convergono i corsi d’acqua centro-occidentali, tra cui il Malagarasi.
Il lago
Vittoria, a cui affluiscono la maggior parte dei fiumi settentrionali, è il più
grande dell’Africa e il terzo al mondo per estensione (alimenta inoltre un ramo sorgentizio del Nilo ed è quindi tributario del Mediterraneo).
Il lago Malawi è
tributario dell’oceano Indiano in cui sfocia anche il Rufji, fiume principale
del paese. Grazie ai suoi tre grandi laghi il paese dispone di 1600 km di vie
d’acqua che lo collegano con Kenya, Uganda, Burundi, Zaire, Zambia, Malawi e
Mozambico. La pesca è più attiva nei laghi che nell’oceano. Il lago Vittoria è
più importante con i porti pescherecci di Musona e Bukoba. Sugli altopiani
numerose piccole dighe forniscono l’acqua necessaria durante la stagione secca.
La Tanzania è soprattutto
caratterizzata da climi subequatoriali, influenzati dall’altitudine e modificati
localmente dall’esposizione o dalla presenza di grandi laghi. Le minime mensili
sono comprese in media fra i 13 e i 20 C° e la massima fra i 26 e i 33 C°. Si
alternano una stagione secca (giugno-ottobre) e una delle piogge
(novembre-dicembre con un picco in aprile). A N il clima è secco, con
precipitazioni fra 600 e 800 mm. La costa e le isole, i rilievi montuosi e
soprattutto i versanti del Kilimangiaro e la regione del lago Vittoria, sono le
zone più piovose (1000-1500 mm annui).
La formazione vegetale più diffusa, presente su metà del territorio, è il miombo, foresta rada che ricopre l’altopiano quando il livello delle precipitazioni supera gli 800 mm annui. In genere prevale la savana più o meno erborata, con macchie in cui predominano le acacie; la steppa del paese dei masai è semidesertica, riparata da massicci vulcanici I rilievi montuosi sono per la maggior parte ricoperti da grandi foreste; le formazioni di lobelie e di senecioni del Kilimangiaro o del Meru sono celebri quanto circoscritte. Le colline e la pianura costiera, dal clima caldo e umido, un tempo occupate da foreste sempreverdi e da savane erborate, accolgono oggi colture e piantagioni. La mangrovia dei bordi litoranei è particolarmente estesa sul delta del Rufji.
La fauna e la flora sono
protette in dieci parchi nazionali e 17 riserve naturali, per un’estensione pari
al 13% del territorio: Una percentuale molto elevata (Kenya 6%, Nigeria 3,3%).
riserva di caccia di Selous, la più grande del continente africano, supera i
50.000 kmq. I parchi più visitati si trovano però a N: quello del lago Mannara,
il Ngorongoro, il Serengeti, il Kilimangiaro.
Navigatori arabi e persiani giunsero sulle isole e sulla costa dell’attuale Tanzania dal secolo VIII e vi fondarono un ricca civiltà urbana (Zanzibar a partire dal secolo XI).
I portoghesi colonizzarono la
regione dall’inizio del ‘500; ne furono cacciati all’inizio del secolo
successivo da commercianti indiani e dagli imam di Mascat. Dalla prima metÃ
dell’800 la fascia costiera e le isole furono dominate dall’imam di Oman, prima
di cadere sotto il controllo europeo (ma Zanzibar, un sultanato, è sopravvissuto
fino al 1964).
Alla fine del secolo XIX, la
Germania, cui la conferenza di Berlino (1885) aveva riconosciuto diritti sulla
regione, ne occupò la parte continentale, che assunse così il nome di Africa
Orientale tedesca (1891-1916), mentre l’Inghilterra, già presente nell’area,
imponeva il suo protettorato su Zanzibar e Pemba (1890) che divennero nel 1913
colonie della corona britannica. Nel 1919 l’ex colonia tedesca, a eccezione
della parte nordoccidentale, venne affidata dalla Società delle Nazioni alla
Gran Bretagna, che la chiamò Tanganica. Nel 1946 l’ONU riconfermò il mandato. Il
Tanganica ottenne l’indipendenza nel 1961 e Zanzibar nel 1963. Dopo la
destituzione del sultano di Zanzibar e l’espulsione degli europei, il territorio
continentale (Tanganica), e quello insulare (Zanzibar, Pemba e Mafia)
costituirono la Repubblica Unita di Tanzania (1964).
Un’impronta particolare fu impressa al paese dal suo primo presidente, il leader nazionalista tanganicano Julius Nyerere, fautore di un “socialismo panafricanoâ€