Mappa della Tanzania

Superficie: 942.799 km2. Popolazione: 27.296.000 abitanti. Densità: 30,8 abitanti/km2. Forma istituzionale: Repubblica presidenziale a struttura federale. Moneta: scellino della Tanzania. Lingua. Swahili e inglese. Religione: cristiana  e islamica, culti animisti. Capitale: Dodoma.

 

L’ambiente fisico

Situata nell’Africa orientale, la Tanzania confina a N con il Kenya e l’Uganda,  a O con il Ruanda, il Burundi e lo Zaire, a S con lo Zambia, il Malati e il Mozambico; con un ampio tratto di costa si affaccia sull’oceano Indiano. Nel territorio sono comprese numerose isole, di cui le principali sono Zanzibar (1660 kmq), Pemba (984 kmq) e Mafia (440 kmq).

Morfologia e rilievo

La maggior parte del territorio è costituita da un’ampia sezione dell’altopiano est-africano e presenta quindi una morfologia tabulare, con un’altezza media intorno ai 1000 m. La compattezza dei tavolati e rotta, nelle fasce marginali, delle orogenesi connesse alla grande frattura siro-africana che in questa regione si articola lungo due assi. Il solco occidentale è quello principale, che segna a O il confine del paese, lungo la linea dei grandi laghi tettonici e d è orlato da formazioni montuose, che a S, nei monti Kipengere, raggiungono quasi i 3000 m di altitudine. Questo bastione marginale continua anche lungo il ramo minore della faglia tettonica, sull’orlo occidentale dei tavolati, dove è caratterizzato da massicci vulcanici. Nella zona settentrionale, dove si trova il Ngorongoro, con uno dei crateri più grandi del mondo, (40 km di diametro), essi culminano nel Kilimangiaro, massima vetta del continente (5895 m),Kilimangiaro.jpg (10395 bytes) e nel Meru (4566 m). Nella regione nord-orientale sono più frequenti i depositi magmatici, che rendono fertili ampie aree. Buoni terreni coltivati si trovano all’estremo nord, dove l’altopiano digrada verso il grande bacino del lago Vittoria. La pianura costiera orientale presenta un litorale basso e articolato, fronteggiato da numerose isole, ma in larga parte di natura corallina e quindi pianeggianti.

 

Idrografia

La regione tanzaniana costituisce un importante nodo idro-geografico, che ripartisce le sue acque tra l’oceano Indiano, l’Atlantico e il Mediterraneo, facendo capo in buona parte ai grandi laghi occidentali. La sezione orientale è attraversata da N a S  da cinque fiumi che sfociano nell’oceano Indiano: Pangani, Wami, Ruvu, Rufji e Rovuma. Sugli altopiani centrali un quarto del territorio è costituito dai bacini endoreici dei laghi Rukwa, Eyasi, Mannara, Patron e Bahi. Il resto è ripartito in tre grandi bacini idrografici: a O il bacino del Congo con il lago Manganica; a NO il bacino del Nilo con il lago Vittoria, a SO il bacino dello Zambesi con il lago Malawi. Al lago Manganica, secondo al mondo per profondità, convergono i corsi d’acqua centro-occidentali, tra cui il Malagarasi. 2003ea-021-29sIl lago Vittoria, a cui affluiscono la maggior parte dei fiumi settentrionali, è il più grande dell’Africa e il terzo al mondo per estensione (alimenta inoltre un ramo sorgentizio del Nilo ed è quindi tributario del Mediterraneo). Il lago Malawi è tributario dell’oceano Indiano in cui sfocia anche il Rufji, fiume principale del paese. Grazie ai suoi tre grandi laghi il paese dispone di 1600 km di vie d’acqua che lo collegano con Kenya, Uganda, Burundi, Zaire, Zambia, Malawi e Mozambico. La pesca è più attiva nei laghi che nell’oceano. Il lago Vittoria è più importante con i porti pescherecci di Musona e Bukoba. Sugli altopiani numerose piccole dighe forniscono l’acqua necessaria durante la stagione secca.

 

Clima e vegetazione

La Tanzania è soprattutto caratterizzata da climi subequatoriali, influenzati dall’altitudine e modificati localmente dall’esposizione o dalla presenza di grandi laghi. Le minime mensili sono comprese in media fra i 13 e i 20 C° e la massima fra i 26 e i 33 C°. Si alternano una stagione secca (giugno-ottobre) e una delle piogge (novembre-dicembre con un picco in aprile). A N il clima è secco, con precipitazioni fra 600 e 800 mm. La costa e le isole, i rilievi montuosi e soprattutto i versanti del Kilimangiaro e la regione del lago Vittoria, sono le zone più piovose (1000-1500 mm annui).

La formazione vegetale più diffusa, presente su metà del territorio, è il miombo, foresta rada che ricopre l’altopiano quando il livello delle precipitazioni supera gli 800 mm annui. In genere prevale la savana più o meno erborata, con macchie in cui predominano le acacie; la steppa del  paese dei masai è semidesertica, riparata da massicci vulcanici I rilievi montuosi sono per la maggior parte ricoperti da grandi foreste; le formazioni di lobelie e di senecioni del Kilimangiaro o del Meru sono celebri quanto circoscritte. Le colline e la pianura costiera, dal clima caldo e umido, un tempo occupate da foreste sempreverdi e da savane erborate, accolgono oggi colture e piantagioni. La mangrovia dei bordi litoranei è particolarmente estesa sul delta del Rufji.

La fauna e la flora sono protette in dieci parchi nazionali e 17 riserve naturali, per un’estensione pari al 13% del territorio: Una percentuale molto elevata (Kenya 6%, Nigeria 3,3%).  riserva di caccia di Selous, la più grande del continente africano, supera i 50.000 kmq. I parchi più visitati si trovano però a N: quello del lago Mannara, il Ngorongoro, il Serengeti, il Kilimangiaro.

 

Quadro storico politico

Navigatori arabi e persiani giunsero sulle isole e sulla costa dell’attuale Tanzania dal secolo VIII e vi fondarono un ricca civiltà urbana (Zanzibar a partire dal secolo XI).

I portoghesi colonizzarono la regione dall’inizio del ‘500; ne furono cacciati all’inizio del secolo successivo da commercianti indiani e dagli imam di Mascat. Dalla prima metà dell’800 la fascia costiera e le isole furono dominate dall’imam di Oman, prima di cadere sotto il controllo europeo (ma Zanzibar, un sultanato, è sopravvissuto fino al 1964).

 

Dalla colonizzazione europea all’indipendenza

Alla fine del secolo XIX, la Germania, cui la conferenza di Berlino (1885) aveva riconosciuto diritti sulla regione, ne occupò la parte continentale, che assunse così il nome di Africa Orientale tedesca (1891-1916), mentre l’Inghilterra, già presente nell’area, imponeva il suo protettorato su Zanzibar e Pemba (1890) che divennero nel 1913 colonie della corona britannica. Nel 1919 l’ex colonia tedesca, a eccezione della parte nordoccidentale, venne affidata dalla Società delle Nazioni alla Gran Bretagna, che la chiamò Tanganica. Nel 1946 l’ONU riconfermò il mandato. Il Tanganica  ottenne l’indipendenza nel 1961 e Zanzibar nel 1963. Dopo la destituzione del sultano di Zanzibar e l’espulsione degli europei, il territorio continentale (Tanganica), e quello insulare (Zanzibar, Pemba e Mafia) costituirono la Repubblica Unita di Tanzania (1964).

Un’impronta particolare fu impressa al paese dal suo primo presidente, il leader nazionalista tanganicano Julius Nyerere, fautore di un “socialismo panafricanoâ€