La presenza umana nella regione che attualmente corrisponde al Ghana risale almeno al 4000 a.C., anche se non sono molte le tracce lasciate dalle prime società che si svilupparono in questi luoghi. L’attuale composizione etnografica del Ghana è il risultato di successive ondate migratone provenienti dal nord e dall’est. Nel XIII secolo si era ormai formata una serie di regni che subivano fortemente l’influenza dei vari imperi commerciali del Sahel più a nord, fra cui quello dell’antico Ghana (che comprendeva la parte occidentale del Mali e l’odierno Senegal). Grazie all’oro, di cui il Ghana era ricco, si sviluppò un fiorente commercio che stimolò la crescita dei regni Akan nel centro e nel sud dell’attuale Ghana, il più potente dei quali fu quello degli Ashanti, che nel XVIII secolo avevano già conquistato gran parte degli altri regni e assunto il controllo delle vie commerciali verso la costa. In questo modo entrarono in contatto, e spesso in conflitto, con popolazioni costiere come i Fanti, i Ga e gli Ewe, senza contare i mercanti europei.

I Portoghesi arrivarono alla fine del XV secolo, attirati inizialmente dal commercio dell’oro e dell’avorio. Più redditizio si rivelò tuttavia il traffico degli schiavi, per quali c’era sempre fortissima richiesta nelle piantagioni delle Americhe. Proprio a causa dei grandi guadagni assicurati da questo traffico, verso la fine del XVI secolo nella regione giunsero anche Olandesi, Inglesi e Danesi. I regni Akan si arricchirono fornendo merce umana ai punti di raccolta, ossia i forti costieri costruiti dagli Europei che si facevano una concorrenza spietata.

All’epoca dell’abolizione della schiavitù, all’inizio del XIX secolo, gli Inglesi avevano acquisito una posizione dominante sulla costa. Gli Ashanti continuarono a cercare di estendere il loro territorio e proteggere i propri interessi mentre le popolazioni ga, ewe e tanti si affidarono alla protezione degli Inglesi. Il conflitto tra Inglesi e Ashanti innescò una serie di guerre che culminarono nel 1874 con il saccheggio di Kumasi, la capitale del regno ashanti. Gli Ashanti non smisero però di opporsi al governo britannico e nel 1896 gli Inglesi lanciarono un altro attacco, questa volta occupando Kumasi ed esiliando il re ashanti, Prempeh I. Gli Inglesi istituirono quindi un protettorato sull’Ashantiland, che fu poi esteso nel 1901 ai territori settentrionali.

Sotto gli Inglesi il cacao divenne il pilastro dell’economia e negli anni ‘20 del XX secolo la Costa d’Oro diventò il massimo produttore mondiale. Grazie al cacao, all’oro e al legname, nel corso della prima guerra mondiale la Costa d’Oro era la colonia più ricca di tutta l’Africa e dopo il conseguimento dell’indipendenza, nel 1957, divenne anche il maggior produttore mondiale di manganese. Le scuole e l’amministrazione statale erano le migliori dell’Africa occidentale e il paese poteva inoltre vantare un gruppo di bril lanti avvocati e una stampa molto attiva.

Sul finire del decennio 1920-30 sorsero alcuni partiti votati all’indipendenza del paese, ma identificandosi soprattutto coq l’intellighenzia, non riuscirono a riconoscere i problemi e le aspirazioni della popolazione. Di conseguenza, nel 1949 Kwame Nkrumah, segretario della principale formazione politica del United Gold Coast Convention,  fondò un proprio partito, il Convention People’s Party (CPP), con lo slogan autogoverno ora.

L’anno seguente, poiché non vi erano stati progressi Nkrumah proclamò uno sciopero generale ma gli inglesi reagirono mettendolo in carcere.

Mentre era ancora agli arresti, il CPP vi le elezioni generali del 1951: Nkrumah ne liberato e divenne il leader del nuovovemo. Il Ghana ottenne l’indipendenza a marzo del 1957 e fu il primo paese dell’Africa occidentale a raggiungere questo ambito traguardo. Nkrumah volle abbandonare la denominazione di Costa d’Oro a favore di Ghana, dal nome del primo grande impero dell’Africa occidentale, famoso per la ricchezza e l’oro.

C’era però ancora molto da fare per consolidare il controllo del nuovo governo sul paese e presto affiorarono interessi regionali e di parte nonché una forte opposizione da parte di alcuni capi. Nell’intento di far fronte a queste difficoltà, furono approvate leggi repressive e il CPP iniziò a dispensare cariche e a incoraggiare la corruzione. Nkrumah si tenne saggiamente fuori dalla mischia diventando uno dei più potenti leader del continente nero. Affascinante, carismatico ed eloquente, quando parlava, la gente ascoltava: sposò la causa del panafricanismo e la sua denuncia dell’imperialismo e del neocolonialismo ispirò altri movimenti nazionalisti della regione.

Nkrumah contrasse debiti spaventosi per promuovere una serie di progetti grandiosi, il più ambizioso dei quali fu la costruzione della diga di Akosombo, finanziata dalla Banca Mondiale, da varie banche internazionali e dalla Valco, una società americana che operava nel settore dell’alluminio. Abbandonato in seguito da tutti i finanziatori, Nkrumah si trovò costretto a truffare il proprio paese accettando l’offerta della Valco che si impegnava a costruire la diga ma voleva in cambio il diritto di utilizzare tutta l’energia elettrica che le fosse stata necessaria, pagandola a prezzo di costo (v. lettura La diga di Akosombo più avanti). A causa della crescente crisi economica, la prevista richiesta di energia elettrica da parte del settore privato non si materializzò mai e i programmi per l’irrigazione delle campagne dovettero essere accantonati per più di un decennio.

Alla fine, la corruzione sfrenata, gli investimenti avventati in progetti ambiziosi, la posizione ostile all’Occidente e i debiti contratti e mai saldati coi creditori occidentali decretarono la rovina di Nkrumah. A ciò si aggiunse il fatto che egli si alienò le simpatie dell’esercito creando una guardia personale che obbediva solo a lui.

Nel 1966, mentre il presidente era in missione a Hanoi, l’esercito mise in atto un colpo di stato. Esiliato in Guinea, Nkrumah morì di cancro sei anni dopo.

 

Né il regime militare né il governo civile che seguì tre anni più tardi, guidato da Kofi Busia, riuscirono ad affrontare con efficacia i problemi di corruzione e di indebitamento del paese. Nel 1972 ci fu un altro colpo di stato guidato dal colonnello Acheampong, il quale si rivelò un leader corrotto e inetto che non fece altro che peggiorare la situazione. Il cedi perse gradualmente valore e i prodotti principali e i generi di prima necessità divennero sempre più scarsi. Nel 1979, nel bel mezzo della crisi alimentare e delle manifestazioni contro la ricchezza dell’esercito e il governo militare, un gruppo di giovani rivoluzionari prese il potere. Il loro leader era un capitano dell’aeronautica, un carismatico trentaduenne mezzo scozzese di nome Jerry Rawlings, che divenne presto il beniamino delle masse.

Come promesso, il suo Armed Forces Revolutionary Council (AFRC) consegnò il potere nella mani di un governo civile diversi mesi dopo le elezioni generali, ma non prima di aver fatto ‘pulizia’ nei ranghi dell’esercito, un’epurazione che comportò la condanna e l’esecuzione di Acheampong e l’incarcerazione di centinaia di altri ufficiali e uomini d’affari, tI nuovo presidente, Hilla Limann, incapace di arrestare la crisi che stava trascinando il Ghana sempre più in basso e irritato per il grande sostegno popolare di cui godeva Rawlings, accusò quest’ultimo di cercare di sovvertire il potere costituzionale. Nel gennaio del 1982, quindi, I’AFRC mise in atto un secondo colpo di stato che riportò al governo Rawlings, il quale, questa volta, rimase al potere per un ventennio.

Rawlings non mantenne mai le sue promesse riguardo a una rivoluzione radicale di sinistra, ma durante il suo governo la vita migliorò per la maggior parte della popolazione. Si piegò ai dettami del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale varando audaci riforme che comprendevano la libera fluttuazione del cedi sul mercato dei cambi, la liberalizzazione del regime dei prezzi, l’aumento degli introiti per i coltivatori di cacao e cessione di alcune imprese statali in passivo, In cambio, la Banca Mondiale e l’FMI concessero al paese generosi finanziamenti e per qualche tempo, durante gli anni ‘80,

il Gliana vantò il più elevato tasso di crescita del continente diventando un esempio dei progressi possibili in campo economico per uno stato africano.

Nel 1992, cedendo alle pressioni interne ed esterne, Rawlings indisse un referendum organizzato in fretta e furia per approvare una nuova costituzione e abrogare il divieto di formare partiti politici, Si formarono quindi dei gruppi di opposizione che seguivano le linee tradizionali, ma erano divisi da profondi contrasti, e senza un fronte di opposizione Unito Rawlings trionfò nelle elezioni presidenziali del novembre del 1992 vincendo con il 60% dei voti. Gli osservatori internazionali dichiararono che le votazioni si erano svolte con regolarità. Umiliati, i principali partiti di opposizione boicottarono le elezioni parlamentari che ebbero luogo nel mese successivo, consentendo al National Democratic Congress (NDC) di vincere e a Rawlings di diventare presidente.

Negli anni ‘90 il Ghana è stato protagonista di un progresso a fasi alterne, Da un lato Rawlings è riuscito a creare un governo rispettabile e democratico, l’economia ha continuato a crescere e il Ghana si è guadagnato le lodi dell’FMI, Dall’altro lato, però, la situazione non è stata tutta rose e fiori. Le misure di austerità, la mancanza di miglioramenti nei servizi sociali, l’aumento dell’inflazione e della corruzione all’interno dell’NDC e il fallito tentativo del governo di introdurre una tassa sul valore aggiunto nel 1995 hanno contribuito a diffondere il malcontento fra la popolazione. La popolarità di Rawlings non ne ha comunque sofferto e nel dicembre del 1996 è stato rieletto presidente in occasione di elezioni dichiarate libere e corrette, Più o meno nello stesso periodo

la nomina dei ghaniano Kofi Annan a generale dell’ONU ha risollevato il morale della popolazione Nel 1998,con il tentativo di migliorare la riscossione delle tasse e di distribuire la pressione fiscale in maniera più equa, il governo ha nuovamente tentato, questa volta con successo, di introdurre la tassa sul valore aggiunto. Alla fine degli anni ‘90 il Ghana è stato colpito da una grave siccità che ha comportato misure di razionamento dell’elettricità e dell’acqua in tutto il paese, mentre il crollo dei prezzi del cacao e dell’oro sui mercati internazionali ha ridotto le entrate di valuta estera.

 

Oggi il Ghana è nuovamente sulla cresta dell’onda, protagonista di una lenta ripresa economica e di una progressiva e cauta democratizzazione del governo.

La costituzione ha impedito a Rawlings di presentarsi per la terza volta come candidato alla carica di presidente nelle elezioni tenutesj nel dicembre del 2000. Nonostante le speculazioni, Rawlings ha effettivamente abbandonato i] campo nominando quale suo successore il vicepresidente, il professor John Atta Mills, che si è trovato ad affrontare John Kufuor, leader del New Patriotic Party (NPP), un partito ben consolidato. Nelle elezioni parlamentari l’NPP ha conquistato 99 dei 200 seggi contro i 92 dell’NDC, L’NPP ha trionfato anche nelle elezioni presidenziali, ma con un margine talmente stretto da richiedere un ballottaggio tra i due candidati, vinto da Kufuor,

Finora il passaggio del testimone è stato indolore, ma siamo solo agli inizi: Kufuor ha ereditato sfide economiche e politiche non indifferenti. Dai punto di vista politico, il nuovo leader ha buoni motivi per procedere con cautela: Rawlings è stato al potere per quasi vent’anni e in molte parti del paese il suo partito è ancora identificato con lo stato,