Un francobollo raffigurante Diogo Cão

Alla fine del XV sec. una flotta portoghese, comandata dal portoghese Diogo Cão, raggiunse le coste angolane. Iniziò così un processo di colonizzazione nel quale all'evangelizzazione e agli scambi commerciali fece seguito una progressiva occupazione militare delle zone più interne del paese. I Portoghesi si insediarono stabilmente nella zona dal 1560 con P. Dias de Novais. Tuttavia, i vari regni presenti nel paese si opposero tenacemente all'occupazione straniera fino alla metà del XVIII secolo.
   

   

 

Il Paese divenne uno dei più fiorenti mercati per la tratta degli schiavi diretti verso il Brasile. Le guerre e la schiavitù ridussero la popolazione angolana da 18 milioni nel 1450 ad appena 8 milioni nel 1850.
Dopo la Conferenza di Berlino, che nel 1884 divise l'Africa tra le potenze coloniali europee, il Portogallo intensificò la penetrazione militare, ma solo dopo 30 anni di campagne militari, riuscì a pacificare l'interno.
Nella colonia, successivamente resa dal Portogallo provincia d'Oltremare (1951), si avviò un movimento di liberazione nazionale.
 

    La guerra di indipendenza durò fino al 1975: le truppe portoghesi non riuscirono a reprimere la ribellione maturata nel corso del generale processo di decolonizzazione. Quando il regime dittatoriale di Salazar e Caetano in Portogallo fu rovesciato dal Movimento delle Forze Armate (25 aprile 1974), quest'ultimo riconobbe il diritto dei popoli delle colonie africane all'indipendenza.
   

Jonas Savimbi

Tuttavia tra le formazioni del movimento di liberazione si aprì un conflitto per la conquista del potere, con il sostegno delle grandi potenze interessate alle enormi risorse minerarie del paese.
L'11 novembre del 1975 l'MPLA proclamò nella capitale Luanda l'indipendenza dal Portogallo. Il paese restò tuttavia diviso, poiché la parte più interna del territorio fu mantenuta sotto il controllo dell'UNITA di Jonas Savimbi.
Gli scontri militari continuarono tra le due parti sotto forma di guerriglia, portando vasta parte della popolazione a lasciare le campagne per il pericolo di attacchi e delle mine e a rifugiarsi nelle città.


    Oggi, il paese risulta devastato dal conflitto: terminata la guerra di liberazione dal Portogallo, la guerriglia ha provocato dal 1975 1 milione di morti e 4 milioni di profughi, su una popolazione di 10 milioni di abitanti.; il 20% dei bambini sono senza alimenti, il 3% soffrono di malnutrizione grave, la mortalità infantile dei minori di 5 anni è di 292 per 1.000. Le vie di comunicazione risultano distrutte, le infrastrutture devastate, sono state rinvenute fosse comuni resta la tragica eredità di 15 milioni di mine inesplose.

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