Le oasi di montagna: Chebika, Tameghza e Midès
Il presupposto geologico alla nascita di 
un'oasi di montagna é la presenza di una dorsale rocciosa, formata da rocce 
permeabili quali calcari o marne calcaree, spesso caratterizzata da 
 intensa 
porosità secondaria che favorisce il deflusso delle scarse acque verso serbatoi 
sotterranei. Questa particolare articolazione della dorsale fa si che le acque 
meteoriche, sia di precipitazione diretta che di condensazione notturna 
(precipitazioni occulte), infiltratesi nelle zone montane, vengano convogliate 
lungo vie di deflusso controllate dalla tettonica e fuoriescano alla base del 
versante sotto forma di sorgenti di sbarramento, che opportunamente captate 
permettono la nascita e lo sviluppo delle oasi.
intensa 
porosità secondaria che favorisce il deflusso delle scarse acque verso serbatoi 
sotterranei. Questa particolare articolazione della dorsale fa si che le acque 
meteoriche, sia di precipitazione diretta che di condensazione notturna 
(precipitazioni occulte), infiltratesi nelle zone montane, vengano convogliate 
lungo vie di deflusso controllate dalla tettonica e fuoriescano alla base del 
versante sotto forma di sorgenti di sbarramento, che opportunamente captate 
permettono la nascita e lo sviluppo delle oasi.
Le più importanti oasi di montagna del sahara sono Chebika, Tameghza e Midès.
Queste tre oasi di insediamento berbero 
si trovano sulle aspre pendici della catena del Jebel en-Negeb, molto vicine tra 
loro e nei pressi del confine algerino. I tre villaggi esistevano già in epoca 
numida e facevano parte della linea difensiva nota come Limen Tripolitanus, 
sviluppata dai Romani per tenere sotto controllo le scorrerie delle tribù del 
Sahara. Gli insediamenti storici sono stati abbandonati definitivamente nel 1969 
a seguito di 22 giorni di pioggia torrenziale che trasformarono in fango le case dai muri di terra e 
costrinsero gli abitanti a trasferirsi più a valle, trasformando gli 
insediamenti originari in villaggi "fantasma" estremamente affascinanti.
 
pioggia torrenziale che trasformarono in fango le case dai muri di terra e 
costrinsero gli abitanti a trasferirsi più a valle, trasformando gli 
insediamenti originari in villaggi "fantasma" estremamente affascinanti.
L'oasi di Chebika é posta alle pendici del versante meridionale della catena montuosa e affacciata sul chott el-Gharsa. Si origina dallo wadi Khanga, che si apre la strada attraverso una gola strapiombante in cui scorre un torrente ricco di laghetti e cascatelle.
L'antico nome romano di Chebika, Speculum, deriva dalla presenza in questo avamposto di enormi specchi che servivano come rudimentale anche se efficace mezzo di comunicazione con le guarnigioni più lontane della pianura per avvertirle di attacchi da parte delle tribù vicine.
Tameghza é considerata la capitale delle oasi di montagna, in quanto più grande e con maggiore possibilità di espansione.
Anch'essa ha origini romane con il nome 
di Ad Turres e trae le proprie risorse idriche non  
 dallo wadi Khanga 
ma da una sorgente posta
dallo wadi Khanga 
ma da una sorgente posta 
presso il vecchio villaggio e che alimenta un palmeto che vanta i datteri più buoni di tutta la Tunisia. E' evidente anche qui la profonda disarmonia tra l'antico borgo berbero in argilla e pietra rossastra abbandonato già una prima volta nel 1885 per un terremoto e quasi del tutto in rovina, e la città nuova che vive dei prodotti del palmeto e del turismo di passaggio.
Midès, che sorge ad una altitudine di 
circa 800 metri, é la più elevata delle tre oasi di montagna, in quanto situata 
quasi in vetta al Djebl Brikiss a circa 1 Km dal confine algerino. Possiede un 
palmeto piccolo ma rigogliosissimo sopratutto in agrumeti che danno arance 
famose in tutta la Tunisia poiché grazie a particolari condizioni climatiche 
maturano in largo anticipo rispetto alla norma. 

L'oasi è circondata sui tre lati da profondi burroni e verso sud si apre in un canyon, nel quale verosimilmente scorreva periodicamente un wadi, ma attualmente quasi completamente inattivato dal recente sollevamento tettonico della catena; sulle sue pareti rossicce e strapiombanti, si leggono le tracce di una intensa erosione eolica che ha formato le caratteristiche scallops.
Quasi a picco sul canyon sorgono ancora i resti dell'antica Midès, abbandonata anch'essa dopo il terremoto del 1885 e ricostruita più in basso.
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