Il vero fascino della figura di Isabella è dato dalla sua ricchezza, dalla sua pienezza esistenziale. In lei, passione politica e tensione artistica convivono e maturano all'unisono:

"L'avvenire mi avrebbe permesso tutte le scoperte; non separavo la forza di vita fisica dalla forza della mente: se le due forze procedessero di pari, non avrei potuto anch'io, un giorno, parlare con l'accento del profeta?"14;

esattamente come l'apparente freddezza con cui analizza, esamina e seziona la realtà politica della sua epoca nasconde un'anima appassionata e calda come certe liriche e statue di Michelangelo. Parlando di sè, giunge lei stessa a dire:

"Mi osservavo: procedevo su due linee parallele, una attentissima e vigilata, l'altra focosa e tutto dolore affannato erompente dal profondo dell'animo"15.

E se in questa circostanza tale pathos violento non è che una simulazione per ottenere il perdono di Francesco riguardo ai rapporti col Moro, tuttavia altrove Isabella ribadisce: "La mia natura è tale che preferisco una calda angoscia a una frigida pace"16.


14Maria Bellonci, op. cit., pg. 59
15 Maria Bellonci, op. cit., pg. 23
16 Maria Bellonci, op. cit., pg. 34

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