L'esemplare femminile che Isabella rifiuta di essere è dunque quello dominato dal distacco dal reale: il realismo che la contraddistingue le impedisce allo stesso modo di adagiarsi in un mondo di apparenza e illusione, e di cibarsi di ricordi sottraendo energie allo slancio verso il futuro:
"Devo dimenticarli quei giorni che annebbiarono le mie capacità di vigilanza. Giorni segreti che non ho mai voluto avvicinare per non imitare quelle femminelle che vivono di immagini trascorse e ne fanno personali romanzi."11 |
Come l'Angelica cantata da Ludovico Ariosto e tanto amata dalla marchesa, così Isabella non si piega al volere altrui, ma persegue indefessa i propri obiettivi, con un'audacia inaudita per i canoni femminili del tempo.
Un'audacia non solo politica, ma anche e soprattutto intellettuale: quando Pico della Mirandola si rivolge a lei, ancora in tenera età, in questi termini: "Avete occhi fatti per vedere lontano; ma siete donna e potrà esservi difficile", Isabella replica decisa: "Voglio vedere tutto, e ci riuscirò"12.
Dotata di un'inesauribile curiosità per il mondo circostante, che si manifesta in un interesse spiccatissimo per la geografia ("Ad un certo momento mi perdevo nell'Oceano e fantasticavo di veder sorgere dalle acque quelle terre nuove"13) e che in un certo senso è alla base del suo stesso talento politico, Isabella rappresenta quel volto del Rinascimento che diede un impulso straordinario alle arti figurative, all'architettura, alla letteratura, rinnovando il mecenatismo.
11Maria Bellonci, op. cit., pg. 21
12Maria Bellonci, op. cit., pg. 55
13Maria Bellonci, op. cit., pg. 49