Elettra di Sofocle
Elettra ed Oreste, i due personaggi principali, sono concordi nello stabilire la necessità di compiere vendetta - questo testimonia il ruolo della vendetta ancora riconosciuto come fatto sociale positivo.
Inoltre notiamo che rispetto alla vendetta, Oreste ed Elettra ricoprono due ruoli molto diversi: infatti il primo è l'esecutore materiale della vendetta, in quanto uomo, mentre Elettra svolge un ruolo passivo, ma di non minore importanza, che è quello del lamento.

[5] Sofocle, Elettra
Elettra: «E c'è una misura nel male?
Dimmi, è bello non curarsi dei morti?
In quale uomo germoglia questa idea?
Non vorrei da costoro alcun onore
né, s'io fossi in possesso di un bene,
potrei vivere in pace se frenassi
agli acute lamenti le ali
sì da privare mio padre del suo onore.
Se egli nella morte, misero, giacerà
polvere e nulla ed essi, in cambio,
non renderanno la giustizia ch'esige sangue per sangue,
sparirà ogni pudore
e il rispetto fra gli uomini.»
trad. Bruno Gentili (Marsilio)


Alzare alti lamenti era un'attività femminile assai diffusa in tutto il mondo antico (oggi: Prefiche in Italia): le donne ricoprivano un ruolo di primo piano ai funerali, specialmente quando l'estinto era morto di morte violenta, poiché le loro lamentazioni si accompagnavano ad invettive ed all’istigazione a commettere vendetta (questa pratica era infatti vietata nelle poleis ed anche tra le norme delle Dodici Tavole).

[6] Sofocle, Elettra
Oreste: «Lascia i discorsi superflui, e non mi dire che nostra madre è una donna malvagia o che Egisto prosciuga il patrimonio della casa paterna, ora sperperandolo, ora disseminandolo senza uno scopo. Questo discorso potrebbe precludere l'occasione propizia all'azione. Indicami piuttosto ciò che ora conviene nel momento presente: dove, col nostro arrivo, potremo far cessare, apertamente o di nascosto, l'esultanza dei nostri nemici. [...] Continua a disperarti per la sciagura falsamente annunciata, quando avremo raggiunto il successo, ci sarà dato allora di gioire ed esultare liberamente.»
trad. Bruno Gentili (Marsilio)

Inoltre le donne, tramite i loro pianti, mantenevano viva la memoria: ad esempio Penelope ridestava continuamente il ricordo del marito ed alimentava l'odio popolare verso i Proci.

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