Elettra ed Oreste di Euripide
Oreste viene rappresentato come debole, timido ed incerto, mentre è Elettra a tirare le fila dell'azione, istigando il fratello, tramando un espediente per assassinare i due amanti, armando la sua mano; essa appare animata da un odio feroce ed inarrestabile, totalmente irrazionale.
[7] Euripide, Elettra
Oreste: «Gridava con la mano tesa
verso il mio volto:
Figlio mio, ti supplico.
E mi toccava le guance:
la spada mi è caduta di mano.»
Coro: «Sveturata. Ma tu, come hai potuto reggere
la vista del sangue di tua madre
mentre moriva?»
Oreste: «Col mantello mi sono coperto gli occhi;
l'ho immolata con la spada,
gliel'ho immersa nel collo.»
Elettra: «E io ti incitavo
e ho afferrato l'arma insieme a te.»
Coro: «Hai compiuto il più orribile dei delitti.»
Oreste: «Prendi, copri il cadavere di nostra madre
col mantello,
ricomponi il suo corpo martoriato.
Hai generato tu stessa i tuoi assassini.»
Elettra: «Ecco, ti copriamo col mantello,
madre, amata e odiata.»
trad. Caterina Baroni (Marsilio)
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L'Oreste si conclude con il processo e la condanna dei due fratelli, che vengono giustiziati tramite la lapidazione (Euripide è volutamente impreciso, poiché in Grecia la lapidazione non fu mai una pena capitale, semmai una pena inflitta «spontaneamente» dalla comnità).
La vendetta quindi viene qui rappresentata come un'azione interamente negativa: Euripide critica duramente la società che tende ad essere tollerante verso gli episodi di vendetta privata, sostenendo invece la necessità dell'istituzione e del rispetto del Diritto giuridico.
[8] Euripide, Elettra
Oreste: «Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo uccidere nostra madre?»
Elettra: «Ti fai prendere dalla pietà, ora che la vedi?»
Oreste: «Ahimè! Mi ha partorito e allevato. Come posso ucciderla?»
Elettra: «Come lei ha ucciso nostro padre.»
[...]
Oreste: «Sarò accusato come matricida, io che ero puro.»
Elettra: «Ma se non vendichi tuo padre, sarai un empio.»
Oreste: «Lo so. Ma non pagherò la pena per l'assassinio della madre?»
Elettra: «E cosa accadrà, se rinunci a vendicare il padre?»
Oreste: «E se un demone avesse preso le sembianze di Apollo?»
Oreste: «Seduto sul sacro tripode? Io non credo.»
Oreste: «Non posso persuadermi che il vaticinio sia giusto.»
Elettra: «Attento: se ti comporto da debole, diventerai vile.»
trad. Caterina Baroni (Marsilio)
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