Nell’ultimo decennio del ’800 e nei primi anni del ‘900 assistiamo in Europa alla definitiva affermazione della borghesia urbana: nasce quindi la necessità di elaborare un linguaggio ed uno stile adatti a rappresentare questa nuova classe, che ha assunto ormai una posizione di primo piano all’interno del panorama socio economico europeo, ed i suoi valori di dinamismo, ottimismo, libertà e individualismo. Si vuole rappresentare la realtà della nuova classe e il suo potere attraverso lussuose abitazioni, oggetti d’uso quotidiano e tutto ciò che possa rappresentare la loro ricchezza.

 

 

IL LIBERTY A MILANO

 

Milano dopo il 1860 vede aprirsi un periodo di rapido sviluppo dovuto a diversi fattori concatenati tra loro: la crescita demografica, l’aumento della popolazione e lo sviluppo delle industrie, che portarono ad un risveglio edilizio e a un vasto sviluppo tecnologico (reti fognarie, illuminazione, acqua potabile, trasporti urbani, rete ferroviaria). Questa improvvisa quanto incontrollabile trasformazione della città ebbe come conseguenza la necessità di regolamentarne lo sviluppo attraverso l’adozione di un piano regolatore: il primo piano regolatore di Milano, fu redatto dall’ingegnere Cesare Beruto fra il 1884 ed il 1889 e divenne la base per lo sviluppo della città negli ultimi anni del XIX secolo e nel primo decennio del ‘900.

 

Palazzo Serbelloni, Milano

 

 

Il piano, che traeva chiaramente ispirazione dai recenti studi e realizzazioni stranieri, (si vedano i piani per Parigi e Vienna), determinava la forma radiocentrica della città, in cui le aree centrali hanno valore sempre crescente, in quanto sedi delle nuove funzioni direzionali, mentre lo smantellamento delle mura spagnole e l’edificazione dei Bastioni poneva le basi per il futuro ampliamento monocentrico della città a “macchia d’olio”. In pochi anni il volto di Milano cambiò notevolmente: il piano Beruto fu rapidamente realizzato e saturato tanto da richiederne uno nuovo già nel 1910 ad opera degli ingegneri Pavia e Masera, le aree ancora libere all’interno della cerchia dei Bastioni vengono occupate dai quartieri della nuova borghesia mentre il ceto proletario viene spinto nell’area più periferica.

Casa Cambiaghi, Milano

 

 

In questa situazione di favorevole sviluppo della città e di ricchezza si presentò sulla scena milanese il nuovo movimento modernista che già si era sviluppato in gran parte dell’Europa e, proprio grazie alle favorevoli condizioni che trovò a Milano, attecchì velocemente e caratterizzò tanto l’edilizia milanese di questo periodo.

 

 

 

Il liberty milanese subisce le influenze della tradizione classica e delle esperienze esterne, quali la dominazione austriaca, e  presta di conseguenza più attenzione alla sostanza e alla tecnologia dei materiali che all’aspetto decorativo.

Il nostro liberty è dunque meno atto a ricevere la tematica naturalista e i motivi tratti da altre architetture, ponendo più attenzione alla seria impostazione della struttura e della costruzione, al diverso modo di utilizzare i materiali, alla trasformazione di elementi figurativi in portanti e alla collaborazione tra architetti e artisti.

Nascono a Milano in questo periodo una serie di edifici signorili che caratterizzano intere strade e quartieri, (zona Magenta con le vie Boccaccio e Mascheroni; zona Venezia, con le vie Cappuccini, Buenos Aires, Eustachi), e si afferma la tipologia della casa d’angolo e della casa con negozi al piano terreno.

particolare di Casa Dugnani, Milano

 

 

Nelle zone del centro gli edifici hanno un carattere molto signorile, sulla facciata, quasi sempre a schema regolare con finestre ad andamento verticale, si innestano ricche decorazioni floreali o figurative ed all’interno di questi edifici trovano largo uso il cemento e il ferro battuto; i committenti di queste opere sono quasi sempre industriali o borghesi.

Nelle zone di sviluppo della città fuori dalle mura o dai bastioni gli edifici liberty si moltiplicano, ma assumono un carattere che si differenzia da quello degli edifici cittadini: gli elementi decorativi sono più semplici, contorni di finestre, balconi, medaglioni. Spesso si tratta di case di affitto, di case a due o tre piani o villette unifamiliari che creano piccoli quartieri omogenei. Inoltre le caratteristiche tecnologiche sono molto avanzate grazie all’uso appropriato dei nuovi materiali, come ferro e cemento.

Oggi purtroppo l’originalità delle strutture ha subito mutamenti deplorevoli ed il volto della Milano liberty risulta sfigurato. Il prolungato disinteresse verso questo patrimonio artistico e architettonico ha fatto si che la maggioranza degli edifici risulti trasfigurata ora dal tempo e dall’incuria, ora da restauri invasivi, ora dal cambiamento di destinazione. Rimane la speranza che l’interesse dimostrato durante le manifestazioni dello scorso anno in occasione del centenario di Palazzo Castiglioni, opera dell’architetto Giuseppe Sommaruga, siano l’inizio di un progetto di riqualificazione e valorizzazione di questa parte del patrimonio artistico della nostra città.

Casati-Felisari, Milano

 

 

FONTI: http://illeccio.collegiodimilano.it/archivio/arteecultura/architettura/liberty1

 

 

 

INDIETRO