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L’ondata rivoluzionaria del 1820-21

 

Il congresso di Vienna e la Restaurazione si erano impegnati a ristabilire in Europa gli equilibri e le autorità presenti prima della rivoluzione francese del 1789 e del dominio napoleonico; Metternich ed i suoi seguaci si diedero dunque da fare affinché i venticinque anni di rivoluzione venissero dimenticati e non si dovesse più temere un loro ripetersi. Sui troni di Francia e Spagna tornarono i sovrani assoluti (rispettivamente Luigi XVIII e Ferdinando VII), ed in Italia, mentre l’Austria riaffermava la propria autorità sul lombardo-veneto, i regni di Sardegna e Napoli dovettero misurarsi con le tendenze reazionarie dei loro monarchi.


L'arresto dei cospiratori carbonari a
Milano nel 1821

Apparentemente quindi l’ordine era ristabilito, ma negli animi degli intellettuali e del popolo i nuovi modi di pensare e gli ideali ispirati dalla Rivoluzione Francese non sembravano volersi sopire. Cominciarono a svilupparsi fra i liberali le società segrete, fenomeno già diffuso durante il ‘700 ma che nell’Europa "restaurata" divenne di cruciale importanza, assorbendo l’intera ondata intellettuale e rivoluzionaria del tempo. Le società segrete erano libere organizzazioni di intellettuali, giovani e militari, ma anche artigiani e borghesi, che si riunivano per discutere di politica all’insaputa delle autorità, utilizzando riti e segnali misteriosi analoghi a quelli delle professioni e dei mestieri. Queste organizzazioni erano numerose e le loro tendenze le più disparate, ma il fatto più importante era che una fittissima rete di contatti interni le rendeva unite fra di loro e permetteva lo sviluppo al loro interno di un pensiero democratico sotterraneo. Una delle più importanti e diffuse società segrete dell’età della Restaurazione fu la Carboneria, che si rifaceva appunto per simboli e rituali alla professione del carbonaio, e che presentava in ideale democratico-costituzionale moderato. Essa era attiva soprattutto in Italia ed in Spagna, ed ebbe un ruolo di primo piano nei moti del ‘20-21.

Il 1° gennaio 1820 alcuni reparti dell’esercito spagnolo in procinto di salpare da Cadice per andare a sedare alcune rivolte nelle colonie americane si ammutinarono, opponendosi al regime repressivo del sovrano Ferdinando VII, e riuscendo nell’arco di pochi giorni a far dilagare la protesta ad altri reparti fino a rendere vana ogni opposizione regia. Il re fu costretto a ripristinare la Costituzione ed a concedere una camera elettiva ai ribelli.

Questi avvenimenti diedero il via ad un a sorta di reazione a catena che portò in breve alla ribellione di buona parte dell’area mediterranea. Nel dilagare delle rivolte ebbe una funzione importante la Carboneria, che impegnò tutti i suoi contatti spagnoli ed italiani per sobillare le popolazioni.

A pochi mesi di distanza dai moti di Cadice, contemporaneamente in Portogallo e nel Regno delle due Sicilie si assistette allo scoppiare della rivolta, che in breve portò i sovrani ad optare per le stesse soluzioni di Ferdinando VII e quindi a concedere la Costituzione. In tutti questi casi però la Costituzione faticò a restare salda, a causa dell’opposizione regia, degli interventi del Metternich volti a mantenere l’equilibrio viennese e soprattutto agli scontri interni fra moderati e democratici. A tutto ciò si aggiunse l’esperienza della Sicilia: dopo essere insorta forte anche di vaste masse popolari che ne reclamavano l’indipendenza dal regno di Napoli, si trovò a fronteggiare la repressione di quest’ultimo da sola, e la rivolta fu rapidamente sedata. Questo fatto non bastò a calmare le speranze ardenti dei liberali piemontesi e lombardi, che in collaborazione con la Carboneria progettavano la cacciata dall’Italia degli austriaci; purtroppo le trame lombarde furono scoperte ed i carbonari Silvio Pellico e Pietro Maroncelli furono rinchiusi nel tremendo carcere austriaco dello Spielberg.

Diversamente andò in Piemonte, dove i moti scoppiarono nel marzo del 1821 e portarono il re Vittorio Emanuele I ad abdicare in favore del fratello. In assenza di costui la reggenza andò nelle mani di Carlo Alberto, da tempo in contatto con le società segrete, che concesse di buon grado la Costituzione, simile a quella spagnola. Richiamato poco dopo all’ordine dal legittimo re Carlo Felice ed unitosi alle truppe di quest’ultimo, sconfisse i liberali guidati da Santorre di Santarosa a Novara.

Nonostante la loro fragilità, i moti di Spagna ed Italia destarono la preoccupazione nei conservatori seguaci del congresso di Vienna: oltre agli interventi personali del Metternich nelle singole questioni, si decise dunque di passare alla controffensiva ed il 23 marzo 1821 gli austriaci calarono sul Regno delle due Sicilie e vi ristabilirono il legittimo re Ferdinando I, che per vendetta mise in atto rigidissime forme di repressione. Poco dopo la parentesi rivoluzionaria cessava anche in Portogallo, in seguito al crudele intervento del re.

L’ondata rivoluzionaria del 1821 nei paesi che attraversò fu chiaramente tesa all’affermazione del nuovo mito della Costituzione, ma fallì miseramente nell’intento, soprattutto perché si poneva nei confronti dei re in maniera troppo aspra e decisa, creando una contrapposizione insolubile di mentalità.