Ritorna a indiceLA CLONAZIONE

Si chiama Dolly, è una pecora scozzese dal candido pelo apparentemente identica a tutte le altre simili ma con una differenza: è il primo mammifero generato da un singolo individuo. Infatti alcuni ricercatori di Edimburgo hanno estratto un ovulo non fecondato da una pecora e l'hanno svuotato del nucleo e di tutto il suo patrimonio genetico; poi da una seconda pecora che possiamo chiamare "Dolly originale" hanno estratto una cellula prelevata dalle ghiandole mammarie, che è stata fusa con tutto il suo patrimonio genetico nella prima cellula. Il risultato è un embrione che possiede solamente i geni di "Dolly originale". Dopo una settimana trascorsa in una provetta, l'embrione è stato trapiantato nell'utero di una terza pecora che dopo cinque mesi di gestazione ha dato alla luce la famosa Dolly.

Col termine clonazione, quindi, ci si riferisce ad un metodo di riproduzione non sessuale in cui un individuo ne genera uno o più altri simili a se stesso.

Non dovrebbe essere difficile estendere questa tecnica ad altri mammiferi e quindi a vari altri animali di allevamento e l'intenzione è quella di usare la tecnica della clonazione a scopi industriali. Questo implicherebbe il miglioramento della qualità degli animali di allevamento scegliendo un individuo di eccezionali qualità e propagandolo rapidamente.

Virus e parassiti sono in continua evoluzione, capaci di attaccare con successo individui prima refrattari alle malattie di cui essi sono portatori: infatti la natura si difende mantenendo la variazione e la riproduzione sessuale, rimescolando il patrimonio ereditario dei due genitori, creando sempre nuovi tipi e quindi permettendo un'efficace difesa contro virus, batteri, funghi e altri parassiti.

Ma con la clonazione è anche possibile produrre negli animali malattie simili alle nostre introducendo i geni responsabili della malattia umana, per poi condurre esperimenti terapeutici, oppure far produrre ad animali organi per trapianti a nostro uso (ad esempio far crescere nei maiali un cuore utilizzabile dall'uomo).

E' necessario comunque parlare sempre con cautela di queste scoperte, ciascuna delle quali può richiedere molto tempo prima di essere portata a termine ricordando le difficoltà di ordine morale e politico che hanno chiaramente una grande importanza.

Riguardo agli animali si riscontrano atteggiamenti diversi: c'è a volte un totale, o quasi totale, disinteresse perchè vengono visti come strumenti del benessere umano, privi di ogni diritto; altre volte vige un atteggiamento di interesse amorevole, o almeno di rispetto: gli animali hanno diritto di vivere bene, anche se prima o poi verranno ammazzati a beneficio degli esseri umani. Infine c'è chi riconosce agli animali lo stesso diritto alla vita degli uomini.

Dal punto di vista etico il problema è se sia lecito far ammalare animali delle nostre malattie per poi studiare il modo di curarle.

Ma a sconvolgere l'intera umanità è la possibilità di poter arrivare a clonare l'uomo, cosa fattibile visto che il procedimento è del tutto identico a quello utilizzato per clonare Dolly. Ma perchè clonare l'uomo? L'idea che più spaventa è quella della clonazione di squadre di schiavi, soldati mercenari, criminali scelti fra i soggetti più adatti a svolgere mansioni da parte di un futuro Hitler.

Altre motivazioni possibili e forse meno drammatiche sono la conquista di una sorta di immortalità, procurarsi un gemello che funzioni come una banca di organi di ricambio (anche se l'organo più importante, il cervello, non è trapiantabile e forse non lo sarà mai), oppure sostituire un figlio o un altro parente morto, prelevandone i tessuti molto presto dopo la morte. Così se una coppia di genitori si vede portare via il proprio figlio, magari da una malattia incurabile, ecco che con la clonazione ritornerebbe ad averne uno, simile come un gemello allo scomparso. Ma come ha detto l'onorevole Nilde Iotti, intervenendo ad un programma televisivo, ogni figlio ha la sua unicità e volerne un altro uguale a quello scomparso attraverso la clonazione vorrebbe dire dimenticare quello morto. Secondo Renato Dulbecco, premio nobel per la medicina, con la clonazione dell'uomo avremmo due individui simili fisicamente ma non come mentalità, stato psicologico e pensiero. Infatti ci sono molti studi che dimostrano come l'individuo sia per metà prodotto dai geni e per l'altra metà dalla relazione e dall'interscambio con gli altri e l'ambiente.

L'esperimento su Dolly è avvenuto in un paese in cui il governo aveva già vietato, per legge, la clonazione di esseri umani; in Italia, invece, il ministro della sanità Rosy Bindi ha emanato urgentemente un'ordinanza che vieta per tre mesi la clonazione, periodo in cui il parlamento dovrà valutare la nuova situazione ed emanare una legge che valga sia per gli esperimenti sugli animali sia per l'uomo. Stando alle dichiarazioni che si sono sino a oggi sentite, il governo è contrario alla clonazione umana e intende regolarizzare quella animale.

Quali sono le reazioni che la clonazione di Dolly ha provocato?

Negli Stati Uniti Bill Clinton "sconvolto dai risultati ottenuti in Scozia" ha tagliato i fondi per la ricerca. Per il Vaticano è un'aberrazione che va contro il piano creativo di Dio (cosa che si potrebbe mettere in discussione visto che, secondo la Bibbia, nel potere donato da Dio all'uomo e alla donna di dominare la terra, rientrerebbe anche la facoltà di intervenire sulla natura e sui processi riproduttivi degli stessi animali). Da un sondaggio recentemente effettuato dalla trasmissione televisiva "Porta a porta", alla domanda "Secondo lei è giusto fermare gli esperimenti sulla clonazione (animale)?" il 75% degli intervistati ha risposto "sì", il 25% "no".

Ma c'è anche chi si dichiara a favore di tali esperimenti come Dulbecco, che ritiene che gli esperimenti nel campo della clonazione animale possano offrire importanti vantaggi e contribuire ad accrescere le nostre conoscenze.

In conclusione, se dobbiamo pronunciarci sul diritto degli scienziati di continuare ad indagare i segreti della biologia e a compiere esperimenti in questo campo, ci sembra di poter dire che non si dovrebbero fermare la ricerca e la scienza, ma si dovrebbe fare in modo che coloro che vi si dedicano si fermino a riflettere sulle finalità e sui limiti del proprio lavoro.

QUESTIONE ABORTO