Verghina

Verghina era l'antica capitale della Macedonia, che, nel 413 a.C., venne sostituita da Pella. A Verghina si trova la residenza estiva di Filippo II e di Alessandro. Il palazzo reale era decorato con un pavimento musivo, nella sala del trono c'erano degli affreschi. Accanto al palazzo c'è il teatro in cui si presume sia stato ucciso il re Filippo nel 336 a.C.


La tomba del generale di Alessandro Parmenione

Sono state ritrovate due tombe, una si dice che sia di Parmenione, generale di Alessandro Magno, l'altra, non ancora resa nota al pubblico, è la tomba di Euridice, nonna di Alessandro  Magno.
Anticamente la zona era abitata da popolazioni di origine slava: Pelasgi e Dori, questi ultimi  famosi per il "dorico" stile architettonico da loro usato per i monumenti.     
Non lontano dalla reggia si trovano le "tombe reali", scoperte dall’architetto Monolis Androlikos,  costruite nello stile macedonico e cioè scavate nel terreno lasciando visibile solo un tumulo,  presentano una facciata con due colonne a stile ionico ed il portale in marmo. Le tombe reali a Verghina sono tre: quella di Filippo II, che assomiglia molto ad un tempio, sul cui frontone è ancora visibile un magnifico affresco: quello di Alessandro II, figlio di Alessandro Magno, morto molto giovane; e l'ultima, detta di Persefone; questa tomba non è visibile al pubblico perchè contiene affreschi originali intatti e si rovinerebbero con la luce.


Cofano funerario, da una tomba di Vergina, in oro e
pasta vitrea, 350-325 a.C.

Nelle tombe reali sono state ritrovate tantissimi tesori: splendidi gioielli in oro e argento, armi, urne, altari sacri, oggetti di uso quotidiano, statue molto pregiate, piccole statue crisoelefantine e un letto su cui era posto lo scrigno e altro. Nel museo cittadino, costruito sotto un tumulo, si possono vedere le tombe reali. All’ingresso si trova un tempietto, tomba di Persefone, scoperto per la prime volta dai ladri, e gli affreschi di questo, che raffigurano plutone mentre la rapisce. Successivamente vi sono altre due tombe, costruite con lo stesso stile di quella di Persefone, ma con oggetti particolarmente preziosi: quella di Filippo II,


Tomba di Filippo II il Macedone.

con il cranio nell’urna d’oro con sale macedone, ed accanto quella di Alessandro II, figlio di Alessandro Magno, morto in età molto giovane.

PELLA E ALESSANDRO
Regione della penisola Balcanica centromeridionale, nell’Europa sudorientale, la Macedonia ha una superficie di circa 66.000 km2 che occupa parte della Grecia settentrionale, parte della repubblica iugoslava e parte della Bulgaria. Prevalentemente montuosa, comprende le valli dei fiumi Vardar e Struma che sfociano nel mar Egeo.
La Macedonia fu abitata da popolazioni nomadi in età neolitica. Dopo il 3000 a.C. una popolazione di lingua greca si stabilì per prima nelle regioni montuose comprese tra l’Olimpo e il Pindo. Perdicca I fondò un regno nella ricca pianura alluvionale dei fiumi Aliàkmon e Axios. Nel IV secolo a.C. Filippo II portò il regno ad un periodo di crescita ed espansione; conquistò la Grecia nel 338 a.C. e unì Greci e Macedoni in un unico impero.


Il luogo di uccisione di Filippo di Macedonia

Il figlio di Filippo, Alessandro Magno, nel 336 a.C. prese il comando in seguito all’assassinio del padre nel 336 a.C., del quale perseguì gli obiettivi, creando un vasto impero che si estendeva a sud fino all’Egitto e attraverso la Persia fino all’attuale India nordoccidentale. Durante il suo governo cultura e arte ebbero un periodo di grande fioritura. Alessandro morì senza lasciare un diretto successore nel 323. Il vuoto creatosi portò a conflitti all’interno dell’impero e, infine, alla sua dissoluzione. I generali dell’esercito macedone frazionarono la regione in piccoli regni che continuarono a combattere per diversi decenni fino al 215 a.C. . Dopo una serie di ripetute guerre che durarono dal 215 a. C. al 168 a. C., nel 146 a. C. la regione divenne provincia romana. All’inizio del periodo cristiano fu luogo importante per l’attività missionaria di S. Paolo apostolo che visitò Filippi e Tessalonica.

Nel 395 a.C. la Macedonia divenne parte dell’impero bizantino. Tra il VI e il VII secolo si stabilirono nella regione numerose popolazioni slave provenienti da altre parti dell’Europa orientale, che gradualmente diventarono il gruppo dominante.

Dal IX secolo varie zone furono governate dagli imperi bulgaro, bizantino e serbo. Nel 1371 la Macedonia cadde sotto l’influenza dell’impero ottomano e, durante il periodo della sua decadenza, fu scena di battaglie territoriali fra Greci, Serbi e Bulgari. In seguito alla guerra dei Balcani (1912-1913), la regione fu sottratta al controllo ottomano e divisa fra Grecia, Bulgaria e Serbia.

Pella, città della Macedonia, originariamente chiamata Bounòmeia, ancora cittadina modesta quando fu evacuata dal re Aminta al passaggio di Serse attraverso la Macedonia, crebbe d’importanza quando Filippo ne fece la sua fiorente capitale, dove nacque Alessandro il Grande ; prima situata presso la spiaggia del mare, dopo il III secolo a.C. per le alluvioni dei fiumi Aliacmo e Ludia venne a trovarsi sulla sponda di un laghetto paludoso, attraverso il quale era tuttavia congiunta al mare dalla corrente navigabile del fiume Ludia. La città rimase sede regale fino all’epoca di Perseo, ed ebbe splendide costruzioni, e un’imprendibile cittadella dov’era conservato il tesoro dei re. Di essa ci ha lasciato una descrizione assai vivida Livio, probabilmente prendendola da Polibio. Arresasi a Paolo Emilio, divenne più tardi colonia romana e stazione sulla via Egnazia; il suo nome è attestato almeno fino al VI secolo.


Veduta di una casa a peristilio, con i mosaici
pavimentali di ciottoli, IV-III secolo a. C., a Pella.

Gli scavi del servizio archeologico greco, iniziati dal 1912 e sempre continuati pur con qualche interruzione, hanno cominciato con accertare l’estensione della città antica. Essa occupava una vasta area in leggero declivio compresa tra l’acropoli (posta su due collinette contigue, su una delle quali sorgeva forse il palazzo di Archelao) e l’antico lago Ludia; quest’ultimo, prosciugato nel 1937, aveva al centro un’isola, con resti di insediamento preistorico, sulla quale sorgeva l’inespugnabile fortezza del Faco. L’esplorazione del centro della città ha posto in luce splendidi edifici a peristilio, talora a due piani, inseriti in un impianto urbano di tipo ippodamico, tipico delle città ellenistiche e romane che prevedeva la suddivisione regolare dell’area cittadina con larghe strade in direzione nord-sud ed est-ovest.

Tutti gli edifici sinora scoperti datano dalla fine del IV secolo a.C. e mostrano restauri di età successive ; il loro maggior pregio è costituito dai mosaici pavimentali e realizzati con ciottoli di diverso colore : tra i più notevoli quelli raffiguranti la caccia al leone


Mosaico pavimentale con scena di caccia, da Pella.

(che narrano forse un episodio della vita di Alessandro Magno), Dioniso sulla pantera, il ratto di Elena da parte di Teseo, la caccia al cervo, l’amazzonomachia. La caccia al cervo reca la firma dell’artista Gnosis. Oltre che costituire un eccezionale documento di tecnica decorativa, i mosaici di Pella rappresentano un caposaldo nella storia dell’arte greca in quanto conservano un’eco più eloquente e immediata, che non le stereotipe copie di età romana, della grande pittura del IV secolo a.C.