VITA:
L’astronomia geocentrica perviene al massimo sviluppo con Tolomeo, scienziato della Scuola Alessandrina vissuto tra il 100 e il 170 ca.

Nel prologo della sua opera principale, l’Almagesto, afferma esplicitamente di privilegiare nelle proprie indagini il punto di vista del matematico e di ritenere che in campo fisico la conoscenza umana si avvicini alla verità in misura incomparabilmente inferiore. Ciononostante, Tolomeo non dubita della realtà fisica del geocentrismo: quando due modelli geometrici gli appaiono equipotenti a spiegare un fenomeno osservato e quindi sulla base di ragioni esclusivamente matematico-geometriche sia impossibile decidere quale di essi convenga adottare, egli sostiene con energia quello che meglio si accorda con la fisica di Aristotele e col senso comune. In virtù dell’imponente opera di rielaborazione e di sistematizzazione del secolare lavoro degli astronomi che lo hanno preceduto, e del complesso tentativo di integrazione dei modelli astronomici ellenistici entro i quadri della fisica corrente, Tolomeo è considerato l’artefice del sistema astronomico-cosmologico che da lui prende il nome di "tolemaico".


Il sistema solare secondo la concezione tolemaica

I tratti essenziali di quest’ultimo sono la sfericità e la finitudine del cosmo, la sua immobilità, la posizione centrale della Terra, la irriducibile distinzione tra "mondo celeste" e "mondo terrestre". Tolomeo riteneva che la Terra dovesse essere effettivamente il centro dell’Universo perché, in caso contrario, si sarebbe dovuto osservare un moto dell’aria rispetto ad esso. Inoltre introdusse tutta una serie di accorgimenti matematici che, non solo spiegavano le irregolarità dei moti dei pianeti ma, soprattutto, consentivano di prevederne le posizioni con un grado di precisione davvero notevole. Egli immagina che i corpi celesti ruotino su orbite circolari(sfere celesti) il cui centro viene a sua volta trascinato dal moto circolare di altre sfere celesti concentriche alla Terra e indipendenti l’una dall’altra. Il moto complessivo di ciascun pianeta è dunque prodotto dalla composizione del moto di due sfere: una detta epiciclo, su cui sta il pianeta, e l’altra, detta deferente, che è concentrica con la Terra; introdusse inoltre i concetti di equante e di eccentrico.

Va sottolineato che Tolomeo non riteneva affatto che l’universo fosse effettivamente costituito da quelle complicate combinazioni di epicicli, eccentrici, equanti, ma credeva di aver formulato un modello di universo matematico, non fisico: considerava cioè le combinazioni di moti circolari solo un "utile espediente" per prevedere le posizioni dei pianeti, senza lontanamente pretendere che nei cieli le cose andassero veramente in quel modo. Si osservi infine che all’interno del sistema tolemaico non ci si occupa affatto di trovare una spiegazione del perché i pianeti si muovano di moto circolare uniforme.