VITA:

La prima scossa decisiva all’imperante sistema geocentrico tradizionale, che mise in moto tutto il processo della rivoluzione astronomica, venne dal polacco Nicolaus Copernicus (Kopernicki). Nato a Thorn nel 1473, studiò all’Università di Cracovia e poi a Bologna, a Padova e a Ferrara dove si addottorò in diritto canonico (1503). Dopo un secondo soggiorno a Padova (1503-1506) ritornò in patria, dove visse tra le cure amministrative di un suo canonicato e gli studi astronomici. Morì a Frauenburg nel 1543. La sua opera fondamentale De revolutionibus orbium coelestium (= Le Rivoluzioni dei corpi celesti) vide la luce solo nel 1543, quando egli era ormai moribondo.


Il sistema solare secondo la concezione copernicana

La rivoluzione copernicana non consistette in un perfezionamento dei metodi dell’astronomia, né in una scoperta di nuovi dati, ma nella costruzione di una cosmologia nuova fondata sui dati stessi forniti dall’astronomia tolemaica. Riprendendo la teoria di Aristarco fu il divulgatore della teoria eliocentrica in base alla quale il sole è immobile al centro dell'universo, mentre la terra e i pianeti ruotano su orbite circolari intorno ad esso; arricchendo di nuove osservazioni e calcoli l’ipotesi di Aristarco giunse fino alla misurazione delle distanze dei pianeti e dei loro periodi di rivoluzione.

Ne citiamo un brano significativo:

"Cominciai a pensare alla mobilità della terra; e per quanto l’idea sembrasse assurda, sapendo che altri prima di me erano stati liberi di pensare ad orbite circolari quali essi sceglievano per spiegare i fenomeni delle stelle, io ritenni si potesse pure tentare di vedere se, assumendo un qualche moto della terra, non si potesse proporre una miglior spiegazione per il moto delle sfere celesti. Così, dopo lunghe e frequenti osservazioni, ho infine scoperto che se i moti dei rimanenti pianeti fossero relazionati con la rotazione della terra e ricondotti in proporzione all’orbita di ciascun pianeta, non solo ne risulta il loro comportamento ma gli ordini e le dimensioni di tutte le stelle e le sfere , i cieli stessi divengono così collegati che nulla potrebbe essere rimosso dal suo posto senza produrre confusione in tutte le altre parti dell’universo."

Copernico vuol affermare che i complicati moti retrogradi dei pianeti spariscono se immaginiamo il sole fermo al centro del sistema solare e la terra in rotazione intorno al sole e su se stesso. Accettando tale ipotesi le orbite dei pianeti diventano circolari e il loro apparente moto retrogrado si riduce a una conseguenza del moto relativo della terra e dei pianeti e del fatto che i pianeti vengono osservati dalla terra in movimento. Per esempio, il pianeta Marte, essendo più esterno, si sposta più lentamente della terra; ne segue che la terra, raggiunta la linea di congiunzione Sole-Marte, sorpasserà Marte che appare così muoversi di moto retrogrado.

A causa del contesto storico in cui viveva, nella sua più famosa opera, il "De Revolutionibus Orbium Coelestium" vi è una palese dimostrazione del timore che si aveva in quell’epoca di urtare la Sacra Scrittura che riteneva la terra al centro dell’universo: non si distingueva infatti fra verità scientifica (che rappresenta un modello, senza la pretesa di dire l’ultima parola sulla realtà) verità filosofica o religiosa. Mettere in crisi il modello geocentrico significava allora scuotere tutto l’edificio della filosofia e della teologia in un periodo in cui, a causa del nascente protestantesimo, tutta l’Europa era scossa da violenti dibattiti teologici tanto che sia la Chiesa cattolica sia quella luterana erano d’accordo sul bisogno di mantenere il modello geocentrico e rifiutare quello eliocentrico. La terra al centro del mondo sembrava molto più coerente con il racconto biblico della Genesi mentre il modello eliocentrico,che trasformava la terra in un pugno di materia vagante nello spazio, sembrava inconciliabile con l’assunto filosofico-religioso della centralità dell’uomo nell’universo. D’altra parte, se è vero che la teoria geocentrica tolemaica riusciva a interpretare i fatti sperimentali , è altrettanto vero che questi erano interpretati con maggiore semplicità dalla teoria eliocentrica, anche se le previsioni sperimentali basate sui moti circolari dei pianeti risultavano peggiori di quelle ottenibili con il modello geocentrico.