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Il Vecchio Fedele (Old Faithful) è il più conosciuto
geyser del mondo, che ogni ora da cent'anni spruzza un cielo fino a 60 m di
altezza una colonna di acqua e vapore surriscaldato. Benché non sia né il più
potente, né il più spettacolare dei geyser del parco nazionale di Yellowstone,
nessun altro può vantare nelle sue manifestazioni la stessa regolarità, anche se
negli ultimi tempi gli intervalli tra un getto e l'altro sono diventati più
variabili (da 30 a 90 minuti). a Yellowstone, 8500 km2 di parco su di un
altopiano delle montagne rocciose, nel Wyoming, ci sono almeno 10000 geyser,
sorgenti calde, pozze di fango bollente e fumarole. Geyser e sorgenti calde non
sono distribuiti in maniera uniforme, ma sono localizzati in zone ben precise ,
cioè in corrispondenza di faglie, lungo cui si incanalano verso l'esterno i
vapori e l'acqua calda bloccati nel sottosuolo. La presenza di queste fonti di
calore a creato a Yellowstone condizioni di vita favorevole a molte piante e
animali.
Le manifestazioni vulcaniche ridotte non sono altro che
l'ultimo atto di quell'intensa attività vulcanica che ha accompagnato la
formazione delle Montagne Rocciose a partire da 70 milioni di anni fa. Per
trovare vulcani attivi in tempi recenti negli Stati Uniti bisogna spostarsi più
ad occidente lungo le coste del Pacifico, nella catena delle Cascate, sorta
circa 15 milioni di anni fa, contemporaneamente alle Alpi. I due vulcani più a
nord, nello stato di Washington, sono il Baker (3227 m) e il
Rainier (4391 m),
il più altro di tutta la catena. Benché siano state registrate deboli emissioni
di ceneri anche nel secolo scorso, questi due coni hanno avuto in tempi
recenti eruzioni imploranti; potrebbero tuttavia diventare pericolosi, in caso
di eruzione, per la probabile formazione di lahars dovuti allo scioglimento dei
ghiacciai che ne ricoprono la sommità.
Scendendo verso sud si incontrano ancora il monte
Hood (3421 m) e il monte Shasta (4318 m), al limite della Sierra Nevada.
In California si innalza l'ultimo e forse il più attivo dei
vulcani statunitensi, il Lassen Peak, costituito da una grande cupola di
ristagno, con frequenti manifestazione eruttive negli anni fino al 1912.
RAINER
Il monte Rainer |
Il Monte Rainier (Mount Rainier) è uno stratovulcano dormiente situato nello
Stato di Washington, ad 87 km da Seattle. Fa parte, come molti altri vulcani
negli USA, della Catena delle Cascate ed è anche il monte più altodella catena
stessa, raggiungendo 4392 metri di altezza. A causa delle sue notevoli
dimensioni rispetto al paesaggio circostante ed il modo con cui domina il
panorama, gli abitanti delle città vicine (come Seattle e Tacoma) si riferiscono
al vulcano usando semplicemente "the Mountain" (la
Montagna).
Geologicamente, si tratta di un vulcano abbastanza antico. L'ultima attività è
stata però registrata nel 1894. Per il momento non vi è un rischio imminente di
eruzione ma gli scienziati si aspettano che il Rainier erutterà di nuovo. In
caso di attività vulcanica, i paesi nei pressi dell'edificio vulcanico saranno
quasi sicuramente soggetti a pericolosi lahars o a flussi piroclastici.
MONTE SANT'ELENA
Il Monte Sant'Elena (Mount St. Helens) è un vulcano che si
trova nello stato di Washington, negli Stati Uniti, quindi sulla costa pacifica.
Fino a pochi anni fa si sapeva poco o nulla della sua attività eruttiva, in
quanto i dati geologici più precisi risalgono ad appena 20.000 anni. partire da
circa 20.000 anni fa, il Sant'Elena è stato caratterizzato da pochi fenomeni
eruttivi intervallati da periodi di riposo variabili da 5.000 anni fino ad un
minimo di 200. Ed è proprio a distanza di circa 180 anni dall'ultima eruzione
che il vulcano ricomincia a dare segni di risveglio.
Dal punto di vista strettamente geologico, il Sant'Elena è un vulcano
caratterizzato da attività esplosiva come il Vesuvio con i tipici prodotti
che caratterizzano tali eruzioni: tefrite, depositi dovuti a esplosioni
direzionali, flussi piroclastici.
L'eruzione del 2005 del Mount St. Helens |
L'ERUZIONE DAL 20 MARZO AL 18 MAGGIO 1980
20 marzo 1980: alle 15.37 i sismografi della rete sismica dell'Università di
Seattle registrano un terremoto di magnitudo 4.1. La stazione che per prima
registra il sisma è quella ubicata sul Sant'Elena, ed il Geological Survey della
California decide di installare altri quattro sismografi.
21 marzo: vengono installati i quattro sismografi che registrano nuovi terremoti
di magnitudo 4.0 o superiore.
25 marzo: viene osservata una fessura nella neve sulla cima del vulcano e viene
interdetto l'accesso a chiunque nel raggio di 5
chilometri dalla cima della montagna.
27 marzo: al mattino viene osservato un buco nel ghiaccio sulla cima del
vulcano, ed alle ore 12.30 avviene la prima emissione di cenere e
vapore, nei giorni successivi avvengono numerose piccole esplosioni che
accrescono il cratere alla sommità.
1 aprile: l'allargamento del cratere ha provocato l'abbassamento ed il
rigonfiamento del fianco nord del vulcano, che in certi punti supera
gli 80 metri. Alle 19.25 dello stesso giorno i sismografi registrano la prima
comparsa di tremore armonico. L'attività sismica registra diminuzioni nel numero
dei terremoti, ma l'aumento delle relative intensità.
23 aprile: vengono posti dei sensori sul fianco nord per consentire la
misurazione delle deformazioni con geodimetri laser. La zona interdetta viene
portata da 5 a 13 chilometri. Alla fine di aprile i sismografi ritengono
di essere in grado di prevenire con ragionevole anticipo l'eventuale eruzione
del vulcano, basandosi sulla convinzione che un'eruzione od una frana saranno
precedute dall'aumento repentino della sismicità e delle deformazioni.
18 maggio: alle 8.32 senza alcun ulteriore avvertimento un terremoto di
magnitudo 5.2 scuote il vulcano. Il fianco nord si stacca e frana a valle e
contemporaneamente un'esplosione provoca una nube di cenere incandescente che si
sposta ad una velocità di oltre 100 chilometri all'ora distruggendo tutto ciò
che trova sul suo percorso. Una nuvola densa e nera si solleva nella stratosfera
con esplosioni e fulmini ed
oscura tutto nel raggio di 200 chilometri dal vulcano. L'attività sismica
continua fino alle 8.44 per poi interrompersi fino alle 12.00. L'eruzione
continua fino alle 18.30 circa.
Alla fine dell'eruzione il vulcano appare completamente distrutto: circa 2.5
chilometri cubi del suo fianco nord sono scomparsi con la frana e la cima si è
abbassata di 350 metri; un ampio cratere a forma di ferro di cavallo si apre
verso nord e risultano eruttati circa 0.2 chilometri cubi
di magma che hanno distrutto 27 chilometri quadrati di foresta secolare. Nella
prima eruzione del 18 maggio, perdono la vita 57 persone. Nei giorni seguenti le
polveri emesse dal vulcano vengono trasportate a grande distanza e si depositano
formando coltri spesse, danneggiando le coltivazioni anche a 2500 chilometri di
distanza, e per settimane vengono osservate dai satelliti negli strati alti
dell'atmosfera.