Haiti viene descritta una "zattera" in movimento, infatti, è una delle zone più a rischio per quanto riguarda i terremoti poichè l'isola è al bordo di una piccola placca stretta tra altre gigantesche. Negli ultimi cinquecento anni sono stati registrati almeno dodici terremoti più violenti dell'ultimo sviluppatosi. Haiti emerge dalla placca Caraibica ed è come una zattera in moto verso est; si scontra a nord con la placca nordamericana in viaggio verso ovest e a sud con quella sudamericana che si sposta a nord-ovest; si trova, di conseguenza, stretta tra grandi masse che agiscono continuamente sul suo territorio. La placca Caraibica è percorsa da faglie minori che aumentano rischi e forze in gioco; Port-Au-Prince si trova su una di queste.
Il territorio della capitale, infatti, è diviso in due parti che si muovono nella stessa direzione con diversa velocità; queste nel continuo scivolare accumulano un'energia che ad un certo punto deve liberarsi da non si sa nè come nè quando. Il 12 gennaio 2010 Haiti è stata distrutta da un violento terremoto; sono state registrate quattro scosse con magnitudo da 7,3 a 5,1. Dopo la scossa principale è stato subito diramato l'allarme tsunami a tutte le Antille che, però, poi passate un paio di ore è rientrato. In seguito al terremoto sono state registrate in tutto il paese almeno trenta scosse di assestamento di forte intensità. Secondo le notizie riportate la situazione è catastrofica; subito dopo la scossa il cielo è diventato una nuvola di polvere grigia, per le strade trovi un ferito ogni due passi, le comunicazioni sono interrotte, Port-Au-Prince è distrutta.

Immagine presa da Google, raffigurante la distruzione del terremoto.

Testimonianze raccontano di un tremendo frastuono e poi tutto ha iniziato a tremare, la gente si è riversata nelle strade, milioni di edifici sono crollati, le strade sono diventate trappole, le macerie bloccano le strade, l'intero paese è stato colpito. I sopravvissuti parlano di migliaia di cadaveri abbandonati ai lati delle strade. Questo è stato definito dall'Onu il "peggior disastro mai affrontato" sono stati stimati tra i 150.000 e i 200.000 morti e molto probabilmente non sarà mai possibile determinare il bilancio finale poichè molte persone sono ancora sotto le case, gli alberghi e gli edifici crollati. Uno dei problemi principali, però, sono i sopravvissuti che vivono in mezzo ai cadaveri senza cibo nè acqua infatti gli aiuti per le strade distrutte stentano ad arrivare. Con il passare delle ore le dimensioni del disastro, subito definite da fonti americane "un'enorme catastrofe", assumono contorni sempre più tragici: i morti e i dispersi si contano da subito a migliaia.
Molte persone urlavano, piangevano, si gettavano a terra in preghiera impotenti. Altre cercano di portare i feriti in ospedale portandoli in spalla perchè era impossibile usare le macchine e più difficile trovare ospedali disponibili ed efficienti; tre sono crollati ed il quarto non aveva più disponibilità. I medici senza frontiere presenti erano in difficoltà anche per la mancanza di strumenti e per i danni significativi alle apparecchiature. Le persone meno colpite sono quelle che erano nelle automobili o per le strade. Le città sono distrutte, i telefoni non funzionano, tv e radio non trasmettono più, esiste solo via internet qualche contatto di fortuna. Il caos era totale secondo la testimonianza di alcuni sopravvissuti si potevano scorgere dozzine di persone apparentemente morte o ferite sotto le macerie che ostruivano le strade bloccandole.
Gli abitanti scavavano con tutti i mezzi, anche con le mani tra i detriti per cercare di salvare chi era intrappolato. Tra i primi comunicati stampa giunti all'indomani della catastrofe si legge:"
 In migliaia abbiamo dormito all'aperto stanotte, dormito? Si fa per dire. Con la luce del giorno abbiamo scoperto una distruzione indescrivibile; la città è morta." Purtroppo non c'era solo la terra a tremare a minacciare la martoriata popolazione di Haiti; c'era anche il rischio epidemie. La situazione era drammatica anche sotto questo punto di vista e certo il clima tropicale non aiutava.
Occorreva quindi intervenire immediatamente con sistemi multipli e prima di tutto depurare l'acqua. Si temeva il tifo, colera che potrebbero dilagare e creare altre numerose vittime. Preoccupa ancora molto il rischio di nuove scosse che secondo gli esperti sono possibili data la situazione in cui Haiti si trova.

immagine presa da Google rappresentante la distruzione causata dal sisma.