L'Italia si trova al confine tra la placca euroasiatica e
quella africana: non è sottoposta a continui movimenti come il Giappone e la California, ma da sempre è teatro di un'intensità sismica e vulcanica.
Immagine presa da google raffigurante il terremoto di Messina |
MESSINA E REGGIO CALABRIA:
Fra gli eventi più catastrofici del XX secolo in Italia è
il terremoto di Messina
che danneggiò gravemente le città di Messina , Reggio Calabria e le coste
siciliane
e calabresi. Colse gli abitanti nel sonno, erano le 5 e 20 del mattino del 28
dicembre 1908 quando fu avvertita una scossa che durò 37 secondi e che superò il
7°
grado della scala Richter. Non fu possibile agli studiosi di localizzare il
punto di partenza dell'evento e di ipotizzare i danni da esso provocati.
Messina fu quasi completamente rasa al suolo e molto gravi sono stati anche i
danni
riportati a Reggio Calabria. Molta gente sconvolta sotto una pioggia torrenziale non si rende conto
dell'accaduto
e si dirige verso il mare ove viene travolta da un
maremoto violento che si
riversa
sulle zone costiere. Altre persone rimaste presso le loro abitazioni hanno
cercato di portare aiuto ai feriti e cercato di mettere in salvo chi chiedeva aiuto da
sotto le macerie.
Purtroppo anche a Messina come in altri terremoti molte tubature del gas si sono rotte e hanno creato incendi devastanti. Il 90% delle abitazioni é stato distrutto in pochi secondi , sono stati
cancellati secoli di vita, di architettura e cultura. Da questo evento nacque l'esigenza di costruire una coscienza critica della questione sismica. Si intensificarono gli
studi non solo per migliorare la
definizione degli eventi ma per una più efficace prevenzione di eventi che
purtroppo
sono, ancora oggi, poco prevedibili e per i quali muoiono troppe persone.
Purtroppo le ricostruzioni non riescono mai a guarire le ferite inferte. Non si
deve superare solo la morte ma lo smarrimento e lo stupore dei sopravvissuti e il
dolore
anche fisico dei superstiti feriti. I primi soccorsi di grandissimo valore arrivarono da navi russe e inglesi che quel giorno stavano transitando per lo
stretto. Solo più tardi arrivò la "R.Elena" con la squadra italiana che portò
viveri per ristorare i feriti. Il sisma era stato così esteso che non si riuscirono a raggiungere in breve tutti i feriti per essere trasportati dalle navi negli
ospedali più adatti. Erano tempi diversi e diversi erano in mezzi a disposizione.
Immagine presa da google raffigurante il terremoto a l'Aquila |
AQUILA:
Già nel 2008 si era verificata una serie di eventi sismici
durati per diversi mesi
forse sono stati un segnale di ciò che nel sottosuolo stava avvenendo.
In pochissimi secondi il centro storico dell'Aquila si è sbriciolato sotto la
furia
della terra; moltissimi paesi vengono rasi al suolo: palazzi, chiese, intere
piazze vengono distrutte. Queste sono le conseguenze della scossa di magnitudo 5,9
della
scala Richter sviluppatasi alle 3,32 del 6 aprile 2009. Da quel giorno si è
iniziato a contare i danni e i morti che di giorno in giorno aumentano da 150 persone
fino ad arrivare a quello conclusivo di 294 morti. Alla scossa principale ne sono
seguite
altre di assestamento tra cui un'altra di 5,3 gradi della scala Richter il 7
aprile. Il sussulto della terra durò per 48 ore superando le 256 scosse
costringendo ogni persona a lasciare la propria casa e le proprie cose per
rifugiarsi in campagna. Le scosse si susseguirono ogni ora dando
l'impressione che la terra volesse aprirsi e creando molte similitudini
verificatosi
nel territorio aquilano nel 1703 tanto da soprannominare i due eventi "terremoti
gemelli". Le zone maggiormente colpite coincidono in maniera inquietante come il
territorio tra palazzo Carli e piazza San Pietro.
Le scosse continueranno nei mesi di luglio, settembre fino al maggio del 2010.
Il
numero dei decessi aumenta di ora in ora e supera il numero di 300. Non solo la
città di Aquila è stata devastata ma la tragedia ha investito i centri di Onna,
Paganica.
17 mila persone continuano a vivere ore di terrore prive di tutto. L'intervento
tempestivo dei mezzi di soccorso ha cercato di alleviare la loro sofferenza e di
trarre in salvo numerose persone rimaste intrappolate nelle macerie. Sono state
organizzate trentuno tendopoli e accompagnati in alberghi della costa tutte le
altre
persone bisognose di ricovero. Numerosi gli interventi di aiuto da tutta
l'Italia e
dall'estero
particolarmente commossi dalla morte dei giovani universitari nella casa dello
studente.
Immagine presa da google raffigurante terremoto in Umbria |
UMBRIA E MARCHE:
Un forte sisma interessò due regioni dell'Italia centrale
Umbria e Marche durante i
mesi di settembre, ottobre 1997. Questa è una zona molto spesso soggetta a
sciami
sismici. Particolare attenzione ha destato una serie di scosse nella primavera
del
1997 in provincia di Perugia rendendo inagibili il 70% delle abitazioni del
centro storico. Furono interessati poi anche il comune di Foligno e Serravalle di Chieti. Il susseguirsi di tutte queste scosse preoccupò la gente e la Protezione Civile si attivò preparando delle tendopoli a Colfiorito. Una scossa di 5,9 della scala Richter danneggiò l'85% delle case e procurò due morti; furono chiuse molte
scuole per inagibilità o precauzione e danni ingenti subirono molte chiese fra le quali
la Basilica di S. Francesco ad Assisi. Più grave fu la seconda scossa del 26 giugno alle 11.42 che colpì molti paesi tra Umbria e Marche. Morirono altre 8 persone. Quattro di loro stavano facendo un sopralluogo nelle chiese per constatare i
danni
agli affreschi di Giotto e Cimabue. Seguirono altre scosse di cui la più forte
fu il 14 ottobre e aggravò la situazione già pessima. Le scosse continuarono fino al
1998
quando con epicentro Gualdo Tadino l'intensità fu pari a 5,4 ma essendo
l'ipocentro localizzato a 45km di profondità i danni furono attenuati .