Lunga 7500 km, la cordigliera della Ande percorre senza interruzione  dal Venezuela allo stretto di Magellano) tutto il bordo occidentale dell'America del sud, articolandosi sul due linee parallele ( cordigliera reale e cordigliera occidentale), separate da una specie di vallata molto aperta. Le Ande sono un esempio di catena montuosa giovane, in cui la l' orogenesi è tuttora in atto. La cordigliera occidentale, un tempo collana di isole vulcaniche a ridosso della costa, fu successivamente conglobata nella massa continentale, continuamente in movimento verso ovest. I vulcani si trovarono in questo modo incorporata in una piena catena e trasformati in colossali montagne di 5 o 6 mila metri di altezza. Osservando la distribuzione di vulcani lungo le Ande, sembra quasi che l'epicentro degli enormi sforzi che crearono in tempi assai lunghi la cordigliera, fosse localizzato attorno all'equatore: sono qui concentrati infatti, entro i confini dell'Ecuador, più di trenta coni oltre i 6000 metri, scintillanti di nevi perenni. Ogni città ha il suo vulcano: Quito è dominata dal Pichincha (4787 m), "la montagna che bolle", Latacunga dal Quilindana (4919 m), Riobamba dal gigantesco Chimborazo (6272 m), definito dagli Indios "il re della morte" a causa dei lutti provocati con le sue eruzioni (attualmente però inattivo da molto tempo). Su Riobamba incombe anche il fumigante Sangay (5323 m), considerato il vulcano più attivo e turbolento del globo, suggestivamente chiamato dagli indios ecuadoriani el teror flamigero. Nel suo cratere furono una volta contate, durante un' osservazione, ben 267 esplosioni in un'ora; enormi masse di lava furono sparate in aria come proiettili a una velocità di 1600 km/h, superiore cioè a quella del suono. Nonostante la pericolosità delle eruzioni (esplosioni lahars), le zone vulcaniche sono in Ecuador le più densamente popolate. Le popolazioni all'interno infatti sono state spinte a concentrarsi dove il suolo era più fertile ossia nel terreni a ridosso dei grandi coni vulcanici.

 

CHIMBORAZO

Il Chimborazo (6.310 m), è un monte localizzato nell'entroterra ecuadoriana vicino a Riobamba a 180 km a sud di Quito. Esso rappresenta la cima più alta delle Ande ecuadoriane; ha inoltre un diametro di 20 km e riesce a dominare una regione di 50.000 km2. È soprannominato dagli abitanti Taita Chimborazo,ovverosia papà Chimborazo.Da esso nascono i numerosi affluenti del fiume Guayas, così come quelli del Rio delle Amazzoni. Per questo motivo viene considerato la prima


il vulcano Chimborazo
fonte di approvvigionamento idrico per i cantoni Bolivar e Chimborazo: Guaranda è rifornita dai "vertientes", nell'alto "páramo" (un arido altopiano di circa 4.000 m) situato a 25 km dalla città. Geologicamente è un vulcano del Quaternario, provvisto di una cupola senza cratere, che non ha eruttato nel tempo storico; attualmente c'è un rischio minimo di eruzione, visto che l'ultima risale a più di 10.000 anni fa. Secondo ricercatori francesi, i ghiacciai delle Ande, e quindi anche del Chimborazo, stanno andando incontro a un fenomeno di scioglimento abbastanza veloce e sono quindi destinati a scomparire nel giro di alcuni decenni. Per questo motivo si presume che città come Quito, Lima e La Paz, che si basano su tale approvvigionamento idrico, avranno seri problemi in futuro.La cima del Chimborazo è l'elevazione più lontana dal centro della Terra per lo schiacciamento di quest'ultima in corrispondenza dei poli a causa della rotazione terrestre; sebbene il vulcano sia 2.547 metri più basso dell'Everest, la sua sommità dista 6.384,4 km dal centro della terra, 2,1 km in più della cima della montagna himalayana. A ovest del vulcano si stende un'ampia distesa desertica di sabbie vulcaniche formatasi per l'accumulo dei materiali d'eiezione più fini. Le colate di lava del Chimborazo si confondono con quelle del vicino Caruhuairazo.

 

 PICHINCHA

Il Guagua Pichincha é uno stratovulcano. Il suo cratere ha un diametro di circa 2.5km ha eruttato 26 volte da tempi memorabili. Le ultime più violente attività sono quella che nel 1993, che uccise due vulcanologi sulla cima del vulcano e, ancora di più, l'ultimissima del 5 - 7 Ottobre 1999 che dopo 330 anni ha ricoperto la capitale Quito sotto un sottile manto di cenere, rendendo irrespirabile l'aria, recando ingenti danni e difficoltà alla popolazione. Quest'ultima risulta tra le più violente del Guagua in assoluto e senz'altro la più intensa di tutto il XX secolo. Quito, capitale dell'Equador, è una metropoli di 1.5 milioni di abitanti, estesa in una valle a 2000 metri sul livello del mare circondata da coni vulcanici di 4000 metri, localizzata a soli 11 km dal vulcano. La città è stata devastata diverse volte dalle eruzioni del Guagua Pichincha. La peggiore di queste è accaduta nel 1660 quando più di 25 cm,tra cenere e frammenti lavici, coprirono la città. Tutte le ultime eruzioni sono state di tipo freatico, l'ultima eruzione di tipo magmatico è avvenuta nel lontano 1660. Il vecchio cratere del Pichincha è piazzato tra il giovane Guagua Pichincha e la città di Quito, è chiamato Rocu Pichincha. Il cratere del Rucu è a forma di ferro di cavallo con un diametro di 2 km e una profondità di 600 m, fortunatamente il vecchio Rocu funge da schermo alla città di Quito difendendola dalle bizze del giovane Guagua. L'ultima eruzione del Rocu è stata circa 50.000 anni fa. Tutta la struttura vulcanica è vicina all'equatore e nonostante la latitudine, in alcuni periodi dell'anno i crateri sono coperti da ghiaccio.

 

SANGAY

Il Sangay è uno dei più alti vulcani attivi al mondo e uno dei più attivi dell'Ecuador. Situato ad est della cresta della Ande con la sua perfetta sommità a forma di


Il vulcano Sangay
 cono scosceso e ricoperto di ghiaccio, raggiunge i 5230 m. Nella storia Sangay ha avuto numerose eruzioni, la maggior parte del tipo stromboliano. Il vulcano di adesso si è formato tra le caldere dei due precedenti vulcani, che furono distrutti da un collasso in direzione est, producendo una imponente frana di detriti che raggiunse le pianure dell'Amazzonia. La struttura odierna del vulcano risale ad almeno 14000 anno fa. Il Sangay domina la foresta tropicale sul lato est della Ande; dall'altra parte le pianure di cenere provenienti dal vulcano sono state scolpite dalle pesanti piogge in scoscesi canyon profondi oltre 600 . Le prime notizie di un' eruzione risalgono al 1628. Eruzioni più o meno continue furono riportate dal 1728 al 1916, e ancora dal 1934 ad adesso. La costante attività eruttiva ha causato numerosi cambiamenti alla morfologia dell' insieme delle cime.