Cuba, Texas
27 agosto/9 settembre 1900
Vittime:
8.000/12.000
Categoria: 4
La tempesta venne avvistata per la prima volta, con il suo carico di nubi e piogge torrenziali, il 27 agosto 1900 mentre si muoveva attraverso l'Oceano Atlantico. La storia del suo percorso e della sua intensificazione non è completamento nota, ma ciò che è certo è che, quando il 3 settembre raggiunse Cuba, era ancora una tempesta tropicale; nei due giorni successivi però cambiò improvvisamente rotta, attraversando il Golfo del Messico e intensificandosi tremendamente. Quando, all'imbrunire dell'8 settembre , la tempesta piombò sull'isola di Galveston, di fronte alle coste del Texas, era ormai un uragano di categoria 4, e colse tutti di sorpresa.
Un muro d'acqua, alto fra 3 e 5 metri, inondò completamente l'isola e vaste porzioni delle coste del Texas mentre al di sopra di esso si ergevano onde alte quasi 7 metri che rasero al suolo anche le costruzioni più solide. L'uragano Galveston è tuttora considerato il più grave disastro climatico, in termini di vittime umane, che abbia mai colpito gli Stati Uniti; le tremende ondate furono responsabili di più di 8.000 morti, quasi tutti fra gli abitanti di Cuba, ma il bilancio, tenendo conto anche dei circa 4.000 dispersi, fu probabilmente molto più grave. Anche i danni alle proprietà, stimati in circa 30 milioni di dollari di allora, furono decisamente notevoli. La "New York del Sud", nome con cui era conosciuta la città portuale di Galveston, fu ridotta a un cumulo di macerie, e rese consapevoli gli americani che il benessere e il progresso da soli non bastavano per fermare la furia dei cicloni tropicali. A seguito di questo disastro, fu deciso di dare via alla costruzione, sull'intera isola, di vaste opere di prevenzione, in previsione degli uragani che, quasi certamente, in futuro si sarebbero abbattuti su Galveston: un alto muro frangiflutti, largo 5 metri alla base e circa 2 alla cima, protegge da allora più di 15 chilometri di costa attorno alla città.