Non il primo, e neanche l'ultimo

Isole Aleutine orientali

1 aprile 1946

altezza massima onde: 35 metri

vittime: 165 persone

Un numero insolitamente alto di tsunami ha colpito le coste dell'Oceano Pacifico negli anni '90, ma onde distruttive hanno lasciato il segno anche in tempi un po' più lontani. Terremoti avvenuti lungo le zone di subduzione delle Isole Aleutine (in Alaska) hanno innescato il più disastroso tsunami della storia degli Stati Uniti. Il 1 aprile del 1946, un terremoto di magnitudo 7,8 generò uno tsunami tale da spazzare via il faro di Scotch Cap e uccidere cinque guardacoste. Lo stesso tsunami, cinque ore più tardi, attaccò di sorpresa gli abitanti di Hilo, nelle Hawaii. Qui onde cariche di detriti e alte fino a otto metri uccisero un gran numero di scolari poco prima dell'inizio delle lezioni e spazzarono via un ospedale. In totale, le onde killer tolsero la vita a 165 persone, 159 delle quali nelle Hawaii, e causarono danni per oltre 26 milioni di dollari. Gli Stati Uniti reagirono al disastro istituendo il Pacific Tsunami Warning Center alle Hawaii, nel 1948. Oggi la consapevolezza del rischio costituito dalla zona sismica al largo della West Coast ha indotto gli Stati Uniti ad attuare azioni preventive contro gli tsunami come realizzare un programma sistematico di mappatura delle zone inondabili, allestire una rete di rilevamento in lato mare e dare corso ad una campagna per istruire le popolazioni delle zone costiere a comportarsi in modo appropriato in caso di pericolo.



Le foto rappresentano il maremoto prodotto nelle isole Aleutine, Alaska, il primo Aprile 1946, che si abbatte su una spiaggia delle Hawaii, a circa 3.800 Km di distanza dal luogo di origine.
Le onde catastrofiche colpirono le isole Hawaii rapidamente ed inaspettatamente;
la massima altezza delle onde fu di 8 metri ad Hilo e raggiunse i 12 metri in altre zone delle
Hawaii.