Il termine fossile (dal latino fodere, scavare) in paleontologia viene usato per indicare resti integri o parziali di organismi un tempo viventi, o per una qualsiasi testimonianza di vita geologicamente passata: resti animali, (ossa, denti, uova, conchiglie); resti vegetali (foglie, tronchi, pollini); evidenze di attività vitale (tane o orme); tracce legate di alimenti; ecc.
Fossile di una libellula. |
Il processo di trasformazione di un organismo vivente in un fossile può durare diversi milioni di anni. La fossilizzazione è un evento estremamente raro e difficile a verificarsi poichè, non appena gli animali o le piante muoiono, inizia la loro decomposizione. Sebbene le parti più resistenti, come conchiglie, ossa e denti o il legno, siano più resistenti degli altri tessuti molli, spesso questi elementi vengono disgregati da agenti naturali esterni (fisici e chimici), come vento e acqua corrente, e anche dall'azione di animali necrofagi (in gran parte da batteri saprofiti che si nutrono decomponendo i resti di viventi morti trasformandoli in humus).
Generalmente, per subire un processo completo di fossilizzazione, un
organismo deve essere sepolto rapidamente grazie alla deposizione di sabbia o
fango trasportati dall'acqua, che ricoprono gli organismi, prima che ne subentri
la decomposizione o venga aggredito dagli agenti demolitori.
Dello studio di questo fenomeno si occupa un ramo della paleontologia, la
tafonomia.
Alcuni fossili vegetali possono essere considerati come
una porzione di materia e quindi di
energia imprigionata (i combustibili fossili come il
carbone o il petrolio). Questa energia può essere
sfruttata dall'uomo impiegandola nelle varie attività industriali.
DOVE SI RINVENGONO I FOSSILI:
I fossili si trovano inglobati nelle
rocce sedimentarie abbondantemente presenti nella parte superiore della
crosta terrestre.
La maggior parte dei fossili si trova nei sedimenti, cioè nei depositi
trasportati dall'acqua. Le rocce sedimentarie sono formate a strati e questi
strati di roccia che contengono fossili, possono essere utilizzati per
ricostruire la storia della Terra e degli organismi che si sono succeduti nel
corso dei millenni. I geologi sanno che i vari strati rocciosi si sono formati
in periodi diversi, e grazie ai fossili possono stabilire non solo di che strato
si tratta, ma anche quando si è formato circa.
Fossile di Archaeopteryx ritrovato in una laguna giurassica presso Solnhofen, Germania. |
I fossili guida sono di aiuto nella ricerca del petrolio, perché il geologo sa che molti depositi di petrolio sono stati ritrovati in rocce di una particolare epoca.
Il criterio di datazione dei fossili si basa sulla biostratigrafia, secondo la quale normalmente gli strati più bassi del terreno sono più antichi di quelli superiori. Utilizzando tale criterio si può confrontare un certo fossile con altri rinvenuti in strati di altre località per vedere se appartengono allo stesso tempo oppure no. anche con l'impiego degli isotopi radioattivi e del carbonio 14 si può determinare l'età della roccia in anni.
I resti fossili non ci mostrano solo quali gli animali e piante del passato che abitavano la Terra, ma ci indicano anche in quale ambiente e clima sono vissuti. Nelle rocce sedimentarie, si trovano spesso impronte fossili di gocce di pioggia, di rigagnoli d'acqua e di fango. Ciò mostra quali siano state le vicende meteorologiche in quei tempi lontani.
FOSSILI VIVENTI:
Il termine fossile vivente fu coniato da
Darwin per indicare particolari tipi di organismi, animali o vegetali, con
caratteristiche morfologiche primitive e soggetti ad un processo evolutivo molto
lento.
Ai fossili viventi appartengono tipologie diverse di organismi:
Un esempio è quello del pesce Latimeria Chalumnae, 1938, alle foci del Chalumna in Sud Africa. L'esemplare incuriosì i pescatori che lo mandarono imbalsamato al Museo di East London. Venne riconosciuto in quell'esemplare le caratteristiche dei Crossopterigi Celacantiformi, pesci a pinne "muscolose" (Sarcopterygii) nati durante l'Era Paleozoica, 400 milioni di anni fa, e ritenuti estinti nella grande estinzione che eliminò anche i dinosauri.
Un esempio è l'Opossum, mammifero marsupiale che presenta caratteri molto simili ai suoi parenti del Cretaceo.
Gli squali,
comparsi nel
Devoniano,
circa 400 milioni di anni fa, si sono evoluti molto poco nel corso del tempo
geologico, ma le loro caratteristiche li hanno resi immuni ai mutamenti
geologici, climatici, biologici che li circondavano. Ancora oggi ne esistono
moltissime specie, a dimostrazione dell'efficienza del loro modello strutturale.
Non mancano fossili viventi anche tra i vegetali, come il genere
Ginkgo, (Gimnosperma)
comparso nel
Giurassico
e arrivato ai giorni nostri con l'unica specie Ginkgo biloba senza
modificazioni sostanziali.
TIPI DI FOSSILE:
Vi sono quattro tipi fondamentali di fossili:
Insetto racchiuso nell'ambra. |
In alcuni casi, i fossili sono rappresentati da resti originali di piante
o di animali. Corpi interi di
mammut sono stati rinvenuti quasi perfettamente conservati,
prigionieri del permafrost, sotto
i ghiacci perenni della
Siberia.
Sono stati trovati insetti,
ragni e frammenti vegetali di migliaia di anni fa, perfettamente
conservati entro la resina dei pini solidificata (ambra),
in cui questi insetti rimasero invischiati e qui morirono.
Nei dintorni di
Los
Angeles in
California, dove vi sono depositi di
asfalto contenenti le ossa di migliaia di animali.
Probabilmente, questi
animali rimasero prigionieri mentre, in cerca di acqua, tentavano di
attraversare i grandi laghi oleosi di asfalto.
Ammonite di circa 80 milioni di anni fa |
Talvolta anche le parti
dure (conchiglie, ossa o tronchi) si dissolvono, lasciando nella
roccia un'impronta testimone della forma originaria del fossile.
Quando il guscio originale è dissolto, si forma
una cavità con la forma tridimensionale del guscio. Se tale cavità si
riempie con nuove sostanze minerali, si ottiene il calco naturale o modello,
cioè la riproduzione dell'originale. La composizione chimica e mineralogica
del calco può essere simile a quella originaria, ma anche completamente diversa.
In casi rari, modelli e calchi possono testimoniare parti molli, quindi è
possibile trovare anche impronte di felci, di foglie, di pinne di pesci,
membrane alari.
Le tracce di animali, che si producono prevalentemente nel fango o nelle sabbie dei terreni alluvionali o nelle regioni dei delta, possono essere conservate dal processo di consolidamento dei sedimenti (diagenesi).