Fin dal Medioevo gli Arabi commerciavano in schiavi africani, che erano destinati all'esercito o agli harem dell'impero ottomano. fra gli Europei, i primi mercanti di schiavi neri furono i Portoghesi, presto seguiti da tutti i paesi che avevano colonie in America.Gli schiavi erano impiegati soprattutto nel massacrante lavoro delle miniere e delle piantagioni(di tabacco, canna da zucchero, cotone, caffè). In un primo momento i coloni provarono a servirsi di popolazioni indigene, ma gli indios erano pochi ed indeboliti dalla fame  e dalle malattie e non resistevano alla fatica. Furono impiegati anche bianchi europei, soprattutto criminali condannati al lavoro forzato, ma anche adulti e bambini rapiti con l'inganno per farne degli schiavi. Ma il loro numero rimaneva sempre insufficiente. La manodopera nera invece non solo resisteva ai climi caldi , ma costava poco e sembrava inesauribile. All'inizio gli schiavi erano catturati dagli stessi negrieri, che circondavano di sorpresa i loro villaggi e tendevano reti nelle foreste per intrappolarli, proprio come si fa con gli animali. più tardi, quando la richiesta di schiavi divenne più pressante, alcuni re africani accettarono di collaborare con gli Europei, organizzando razzie o guerre contro le altre tribù per catturare prigionieri.

 


schema che denota le condizioni degli schiavi nelle stive delle navi

Dai luoghi di cattura all'interno del continente gli schiavi venivano incolonnati verso i porti d'imbarco. Vi giungevano in lunghe file, a volte dopo lunghi mesi di cammino, stretti l'uno all'altro da collari di legno chiusi intorno al collo. chi non resisteva alla lunga marcia veniva abbandonato e  lasciato morire. prima dell'imbarco gli schiavi erano marchiati con un ferro rovente e battezzati con una frettolosa cerimonia. iniziava poi un  tormentoso viaggio verso l'America su navi stipate fino all'inverosimile, dove gli schiavi venivano ammassati in locali non più alti di un metro e mezzo, quasi privi di aria e di luce. Qui, nudi e incatenati due a due, avendo a disposizione uno spazio di non più di cinquanta centimetri ciascuno, coprivano traversate che potevano durare anche due o tre mesi. Naturalmente la mortalità era altissima. molti si ammalavano per il sudiciume, la facilità di contagio, l'alimentazione inadatta; Alcuni, spinti dalla disperazione, si suicidavano; i più deboli e i più malati venivano talvolta gettati in mare dallo stesso equipaggio. Sbarcati in America, i superstiti venivano lavati, rasati, lucidati con olio perché facessero bella figura, e venduti all'asta al mercato. Li attendeva nelle piantagioni e nelle miniere una vita durissima e logorante, a cui si aggiungeva spesso la ferocia di padroni disumani. Il preciso numero di schiavi, che nei tre - quattro secoli in cui si praticò la tratta, furono portati in America ci  è tuttora ignoto, furono certamente molti milioni. Per l'Africa la tratta significò un'enorme catastrofe. I negrieri sceglievano di preferenza uomini e donne forti e sani, ancora in età da potersi riprodurre. A causa del loro forzato trasferimento famiglie e villaggi furono distrutti, intere regioni si spopolarono e lo sviluppo dell' Africa fu interrotto, con conseguenze che pesano ancora oggi sull'economia di questo continente. Gli Europei invece trassero dal commercio triangolare e dalla colonizzazione del mondo grandi vantaggi economici e l'errata convinzione di essere superiori ad ogni altra razza, soprattutto a quella nera.

 

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