Cascate di Wli

·         Nome completo del paese: Repubblica Togolese

·         Superficie: 56.785 kmq

·         Popolazione: 5.556.800 abitanti (tasso di crescita demografica 2,48%)

·         Capitale: Lomé (676.400 abitanti, 749.700 abitanti nell'area metropolitana)

·         Popoli: 99% africani (37 gruppi etnici, i principali sono gli ewé, i mina e i kabyé); 1% di europei e siriano-libanesi

·         Lingua: francese (lingua ufficiale), ewé e mina al sud, dagomba e kabyé al nord

·         Religione: 51% animista, 29% cristiana, 20% islamica

·         Ordinamento dello stato: repubblica presidenziale (in fase di transizione verso un governo democratico multipartitico)

·         Presidente: Faure Essozimna Gnassingbé

·         Primo ministro: Yawovi Madji Agboyibo (2006)

·         PIL: 8,7 miliardi di dollari

·         PIL pro capite: 1.600 dollari

·         Tasso annuale di crescita: 3,2%

·         Inflazione: 4%

·         Settori/prodotti principali: estrazione dei fosfati, lavorazione dei prodotti agricoli, cemento, artigianato, tessuti, bevande, caffè, cacao, cotone, cassava (tapioca), cereali, patate dolci, fagioli, riso, miglio, sorgo, latticini, pesce

·         Partner economici: Benin, Nigeria, Belgio, Ghana, Francia, Cina, Camerun, Canada, USA

 

Il Togo, ufficialmente Repubblica Togolese (in francese République Togolaise), è uno Stato dell'Africa Occidentale. Confina a ovest con il Ghana, a est con il Benin, a nord con il Burkina Faso. Si affaccia per un breve tratto (soltanto 56 km) sul Golfo di Guinea a sud; in questo tratto di costa si trova la capitale, Lomé. Lo stato misura 56.785 km² ed è abitato da 6.145.000 abitanti con una densità di 97,7 ab/km². La lingua ufficiale è il francese, ma come negli altri stati africani vi si parlano molte altre lingue indigene.

Storia

Della storia del Togo prima dell'avvento dei portoghesi (fine XV secolo) si sa poco. Il popolo più antico della regione è quello dei Tamberna, che vivevano nel nord in famiglie estese, in villaggi di case fortificate. Molte tribù entrarono in Togo dalle regioni confinanti fra l'XI e il XIX secolo: gli Ewe dalla Nigeria e dal Benin, i Mina dal Ghana. Fra il XVIII e il XIX secolo, i popoli del Togo subirono l'influenza dei potenti regni di Ashanti (a ovest) e Dahomey (a est).

 

Gli Europei iniziarono a commerciare con le popolazioni locali, soprattutto con la compravendita di schiavi. Il popolo Mina fu quello che strinse con i bianchi i rapporti commerciali più importanti; compravano schiavi dai Kabyé e da altri popoli dell'entroterra e li rivendevano agli Europei. Questi non tentarono di occupare il Togo fino al XVIII secolo. Dapprima fu la Danimarca a rivendicare il proprio diritto al controllo della regione. Nel 1884, il diplomatico tedesco Gustav Nachtigal stipulò una serie di patti commerciali con il sovrano locale Mlapa III (i cosiddetti trattati di Togoville). Tali patti diedero origine a un rapporto privilegiato fra le popolazioni locali e la Germania; l'intera regione (ribattezzata Togoland) divenne in seguito protettorato e poi colonia tedesca. I tedeschi introdussero tecniche molto moderne per la coltivazione di cacao, caffè e cotone e svilupparono le infrastrutture del paese fino a renderle tra le migliori nell'Africa del tempo. Nella prima guerra mondiale le esigue truppe tedesche che presidiavano il Togo capitolarono in poche settimane di fronte ai britannici e ai francesi, che si spartirono il paese. Un mandato della Società delle Nazioni sancì in seguito la situazione creata dagli eventi bellici.

 

Durante il periodo coloniale, i Mina videro crescere la loro influenza politica ed economica grazie ai loro antichi legami con gli Europei e al fatto di vivere in prossimità della costa. Gli Ewe, al contrario, si ritrovarono divisi e indeboliti dalla spartizione del Togo fra britannici e francesi, e da entrambi i lati del confine iniziarono a premere per la riunificazione. Le speranze degli Ewe svanirono quando il Togoland britannico votò a favore dell'unificazione con il Ghana, che stava proprio allora ottenendo l'indipendenza. Il Togoland francese, invece, dichiarò la propria indipendenza nell'aprile del 1960, costituendo il moderno stato del Togo. Sylvanus Olympio fu eletto primo presidente del Togo.

 

Nel 1963, il Togo fu teatro del primo colpo di stato militare in Africa. Olympio fu rovesciato da un gruppo di 626 veterani togolesi dell'esercito francese il 13 gennaio 1963. Vennero nazionalizzate le principali risorse economiche del paese, espropriandole alle società straniere che le avevano acquisite nel periodo coloniale. In segno di emancipazione dagli Europei, si ordinò a tutti i togolesi che avevano un nome di battesimo europeo di cambiarlo con un nome locale.

All'inizio degli anni novanta, sotto forti pressioni internazionali, il dittatore (salito al potere nel 1967) Eyademà rassegnò le dimissioni da capo del governo ed il Togo apparve sull'orlo della guerra civile; molti profughi fuggirono in Benin e in Ghana. Nel 1993 si tennero le prime elezioni formalmente multipartitiche, che videro la vittoria quasi plebiscitaria dello stesso Eyadéma (96% dei voti). Nel corso del suo governo, Eyadéma si macchiò di numerose altre azioni antidemocratiche che portarono a un progressivo isolamento del Togo sulla scena internazionale. Tra l'altro, fece ripetutamente modificare la costituzione in modo da rimanere in carica per tutta la vita.

 

Il 5 febbraio 2005, Eyadéma morì di un attacco di cuore; in seguito a nuove sommosse, riuscì ad imporsi, servendosi anche di brogli elettorali puntualmente denunciati dalle Nazioni Unite e dall'Unione Africana, lo stesso figlio del dittatore, Faure Gnassingbé.

 Morfologia

Nel nord il territorio è caratterizzato dalla presenza della savana situata in una zona abbastanza pianeggiante; al centro del paese il terreno è di tipo collinare. Da sud-ovest a nord-est si snoda la catena montuosa dei Monti del Togo, di altezza poco rilevante (il monte più alto dello stato è il Pic Baumann, 986 m). Nella zona meridionale si estende un altopiano (di altezza compresa fra 100 e 300 m) che va a unirsi lentamente in un bassopiano costiero ricco di ampie zone paludose e lagunari.

 L'idrografia del paese è definita da due bacini: quello del fiume Oti, che nasce nel nord del Benin e diventa poi immissario del Lago Volta, in Ghana, e quello del fiume Mono che nasce dai Monti del Togo per poi formare gran parte della pianura costiera e sfociare nel Golfo di Guinea. Il Mono alimenta il lago artificiale di Nangbéto. Vicino al mare è presente una vasta laguna, la cui parte più importante è detta Lago Togo; è separata dal mare da una stretta striscia di terra dove si trova una zona densamente abitata e coltivata.

Il clima è tipicamente tropicale con le temperature medie che variano dai 27 °C, che si registrano nel breve tratto costiero, ai circa 30 °C delle regioni più settentrionali con un clima più secco e non più tropicale ma caratteristico della savana. A sud vi sono due stagioni della pioggia (la prima tra aprile e luglio e la seconda tra ottobre e novembre) anche se la media delle precipitazioni non è molto elevata (circa 1.000 mm nelle zone montuose, le più piovose).

 

Popolazioni

Con 5.548.702 di abitanti (dato del 2006), il Togo si colloca alla 107a posizione nella classifica mondiale degli stati per popolazione. La densità di popolazione è di 97,7 ab/km². Gran parte della popolazione (il 65% circa) vive in villaggi rurali ed è dedita all'agricoltura o alla pastorizia. La popolazione del Togo è in forte crescita: dal 1961 (anno successivo all'indipendenza) al 2003 è quintuplicata.

 Nel paese sono presenti circa 45 diverse etnie; le più importanti e numerose sono gli Ewe a sud (46%), i Kabyé a nord (22%), i Uaci o Ouatchis (14%), i Mina, i Mossi e gli Aja.

La lingua ufficiale è il francese, un altra lingua europea parlata, solo in alcune regioni, è il tedesco. Sono diffuse anche numerose lingue africane, tra cui molti dialetti della lingua ewe e kabre. Le lingue indigene dello stato si suddividono in due gruppi: nella parte centro-meridionale ci sono le lingue gbe (o lingue kwa), appartenenti alla famiglia guineiana; in quella centro-settentrionale predominano le lingue gur (appartenenti alla famiglia africana occidentale). Complessivamente sono stati catalogati 39 diversi idiomi in uso corrente nel paese.

 Il 51% dei togolesi sono animisti. Il secondo maggior gruppo religioso è costituito dai cristiani (29% di cui 21% cattolici, 7% protestanti e il rimanente 1% di altre confessioni cristiane); il resto della popolazione è principalmente di fede islamica.[2] Nella valutazione di questi dati occorre comunque considerare che la maggior parte dei togolesi cristiani o musulmani mantiene anche, almeno in parte, il sistema di credenze e di riti tradizionali delle religioni animiste locali. Fra i prodotti specifici di questo sincretismo religioso c'è il Voudou, molto diffuso in Togo come nei paesi circostanti (in particolare nel Benin).

 

Città principali

Le città più importanti dello stato sono Lomé, la capitale, e Sokodé; importanti sono anche da nord a sud Niamtougou, Kara (anticamente Lama-Kara), Bassar, Atakpamé, Kpalimé, Tabligbo, Tsévié, Togoville (città di importanza storica: infatti, i Tedeschi, quando colonizzarono il paese, gli diedero il nome di questa città) e Aného. Nella maggior parte dei casi, queste città possono essere considerate come grandi villaggi; fatta eccezione per Lomé, non superano i 100.000 abitanti, hanno pochissime infrastrutture, le strade sono quasi tutte sterrate, e le abitazioni sono di tipo quasi rurale, organizzate in quartieri che si sviluppano in modo sostanzialmente caotico attorno al centro (in genere segnato dai mercati locali).

Economia

Il PIL è di 2.061 milioni di dollari (dato della Banca Mondiale, 2005), pari a 380 dollari per persona. L'economia dipende pesantemente dall'agricoltura, sia commerciale che di sussistenza, che impiega il 65% della forza lavoro locale. I proventi di cacao, caffè e cotone, in particolare, costituiscono da soli il 30% dei guadagni dovuti alle esportazioni; il governo togolese sta cercando di diversificare la coltura di esportazione. Oltre all'attività agricola rimane un settore fondamentale la pesca, praticata sia nel mare che nei fiumi e laghi, e l'allevamento, principalmente di sussistenza. Agricoltura, pesca e allevamento sono teoricamente sufficienti a soddisfare le necessità alimentari di base del paese; talvolta, tuttavia, la distribuzione delle derrate non raggiunge in modo efficace tutte le regioni.

La principale risorsa mineraria del Togo sono i fosfati, che costituiscono circa il 50% delle esportazioni complessive del paese; questo settore ha comunque sofferto molto a causa del crollo dei prezzi nel mercato internazionale e della crescente concorrenza straniera. Altre risorse minerarie minori sono giacimenti di ferro e cave di marmo.

 Il Togo rappresenta una delle principali mete del turismo statunitense ed europeo in Africa occidentale. Le principali attrazioni sono le spiagge incontaminate, ma parte del turismo è diretto verso mete naturalistiche (i parchi nazionali, i Monti del Togo) e culturali (i villaggi delle popolazioni locali). L'instabilità politica e la presenza di un regime di tipo dittatoriale, tuttavia, hanno causato negli ultimi decenni un forte calo di visitatori; nonostante ciò rimane un'importante destinazione turistica.

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