Cartina della Mauritania

SCHEDA PAESE

Forma di governo: repubblica
Indipendenza: 28/11/1960 (già colonia francese)
Superficie: 1.030.700

Popolazione: 1.864.236 (cens. 1988)

Capitale: Nouakchott

Altre città: Atar, Kiffa, Aleg, Nouadhibou, Kaedi, Selibaby, Nema, Aioun-el-Atrouss, Akjoujt, Tidjikja, Zouerate, Rosso
Moneta: ouguiya (5 khoum)
Lingua: arabo (ufficiale), francese, vari dialetti

Gruppi etnici: Mauri 81%, altri 19%
Religione: musulmani 99,5%, cattolici 0,2%

La Mauritania (Repubblica islamica di Mauritania) è uno stato dell'Africa del Sahel, delimitato a nord dal Sahara Occidentale e dall'Algeria, a sud e ad est dal Mali, a sud del Senegal, a ovest dall'Oceano Atlantico. Ad eccezione di una stretta fascia lungo il fiume Senegal, l'aspetto morfologico del paese è dominato dal deserto del Sahara (40% del territorio).

-FLORA E FAUNA

La vegetazione di questo stato è limitata ad una fascia di savana dove crescono l'acacia e il baobab; la fauna, molto povera, comprende il leone e varie specie di scimmie. Il clima mauritano, caldo e secco, è poco favorevole allo sviluppo della vita. Tuttavia alcune specie animali e vegetali hanno saputo adattarsi alle condizioni aride. Per quanto riguarda le acque che costeggiano il paese, queste sono estremamente ricche e tra le più pescose del pianeta. Perfettamente adattatosi alle alte temperature, il dromedario si trova ovunque nel deserto mauritano. Poi ci sono le volpi, gli sciacalli e le iene. In questi luoghi aridi vivono anche lucertole, scorpioni e serpenti.


Immagine di un dromedario

L'esemplare di cui non bisogna assolutamente fidarsi è la zanzara. Presente nelle vicinanze dei punti d'acqua e del fiume Senegal, può essere portatrice di malattie. La Mauritania ospita anche un crostaceo davvero fuori dal comune e perfettamente adattato alle condizioni climatiche del paese. In effetti, quando la siccità incombe sul suo habitat, l'Apus depone uova che possono rimanere intatte anche per dieci anni in attesa della pioggia. Una volta che le uova sono finalmente sommerse, si schiudono.

-CLIMA

Il clima è molto caldo e secco e praticamente non piove mai. E' torrido, specie all'interno, dal mese di marzo a settembre. Le tempeste di sabbia sono molto più frequenti nel periodo che va da marzo ad aprile.
Il periodo migliore va da novembre a febbraio. La stagione delle piogge (detta hivernage), da luglio a settembre, si presenta sotto forma di temporali torrenziali ma brevi, più rilevanti a sud, in questo periodo le dune si ricoprono da un leggero strato di vegetazione e gli uadi (letti dei corsi d'acqua) si trasformano in torrenti.

-LA CULTURA

Una combinazione di influenze islamiche, francesi e africane tradizionali forma il tessuto connettivo della società, ma raramente emerge in modo evidente. La musica tradizionale è imperdibile e non può non lasciare un duraturo ricordo. Caratterizzata dal tidnit (un liuto a quattro corde), a volte dall'ardin (arpa) e da un cantato lamentoso, richiede una certa educazione all’ascolto.
Le attività sociali dei mauri sono molto legate al tradizionale bicchiere di tè arabo alla menta. È consuetudine che si servano tre bicchieri di tè nel giro di circa un'ora. Dolce e forte, il tè non ha nulla da invidiare alla grinta del caffè nostrano.
Poiché il 99% della popolazione è musulmana sunnita, la religione crea, almeno sulla carta, unità tra mauri e africani neri. Scontri razziali ebbero luogo nel 1989, a dimostrare che tale unità è estremamente fragile. Nel paese è presente, inoltre, una piccola ma turbolenta frazione di fondamentalisti islamici. Nel 1993, i fondamentalisti attaccarono due preti cattolici. Nel complesso, in ogni caso, gli islamici locali sono aperti e tolleranti.

Decenni di siccità e l'avanzata del deserto hanno contribuito allo smembramento dei numerosi clan tradizionalmente nomadi e al trasferirsi della popolazione nelle principali città e paesi. La Mauritania è l'unico paese dell'Africa occidentale a essere governato da gente di stirpe nomade.
La cucina maura non è di certo tra le migliori dell’Africa. Non aspettatevi molto più che carne di agnello e capra, riso e piatti a base di yogurt e miglio. Il cibo venduto in strada non è, di conseguenza, molto vario. Tuttavia, il couscous della Mauritania, simile a quello marocchino, è squisito. Vale la pena di partecipare a un 'méchui', un pranzo in cui viene fatto arrostire un agnello intero, che viene poi farcito con del riso. Gli invitati strappano pezzi di carne cotta direttamente con le mani. Il méchui generalmente è seguito dai rituali tre bicchieri di tè alla menta.

-STORIA

Per quanto sia oggi difficile da immaginare, un tempo la Mauritania aveva grandi laghi, fiumi e sufficiente vegetazione per mantenere una grande quantità di elefanti, rinoceronti e ippopotami. Tracce di antichi insediamenti umani, con reperti quali punte di freccia e disegni rupestri, vengono fatti risalire alle antiche genti bafour. Le cose cambiarono bruscamente circa 10.000 anni fa, quando il Sahara iniziò ad avanzare.

Attorno al terzo secolo, il cammello fu introdotto in Marocco dai berberi. Per la Mauritania, questo importante evento rappresentò l'arrivo dei nomadi, capaci di coprire con i cammelli distanze più grandi attraverso il Sahara occidentale per il commercio del sale - e più tardi di oro e schiavi. Nel IX e X secolo vide la luce il primo impero nell'Africa occidentale. Conosciuto come impero del ghana, aveva la sua capitale nel sud-ovest della Mauritania. I berberi che si erano stabiliti nella regione furono ridotti a vassalli dei nomadi regnanti.

Nello stesso periodo l'islam iniziò a diffondersi attraverso la regione. Un gruppo in particolare, gli almoravidi, guadagnò il controllo sui berberi e stabilì la capitale a Marrakech, da dove governò su tutta l'Africa nord-occidentale e sul sud della Spagna. Nel 1076 gli almoravidi si spinsero ancora più a sud e, con l'aiuto dei berberi di Mauritania, distrussero l'impero del ghana. L'islam si diffuse a quel punto più rapidamente e liberamente. Il nuovo impero era così vasto che di fatto si spaccò in due, con un centro in Marocco e un'altra parte governata dai berberi della Mauritania. Questo impero meridionale venne sconfitto dagli arabi nel 1674; da quel momento i berberi adottarono l'hassaniya, la lingua dei loro conquistatori.

Dal XV secolo in poi, l'Africa subì pesanti abusi da parte degli europei, affamati d'oro, di schiavi e di altre risorse. La Mauritania se la cavò senza troppi danni - senza spopolamento dovuto alla schiavitù, senza un riorientamento dell'economia per incassare i proventi dei raccolti, senza essere defraudata dei minerali più preziosi. La sabbia, a quanto pare, non era un bene tra i più richiesti. Nel 1814 la Francia ottenne il controllo sulla costa della Mauritania e, dopo aver messo fuori gioco progressivamente tutti i mauri che opponevano resistenza, stabilì la colonia di Mauritania nel 1904. I francesi furono così impegnati a tentare di soggiogare i mauri nel nord e occupati a colonizzare altre parti del mondo che non si accorsero degli immensi giacimenti di ferro fino alla vigilia della proclamazione dell'indipendenza il 28 novembre 1960. A Ould Daddah toccò la carica di primo ministro del paese.  L´odierna capitale Nouakchott fu fondata dove sorgeva un piccolo villaggio coloniale, Ksar.


Sidi Mohamed Ould Cheikh Abdallahì


Con un governo divenuto più xenofobo e la chiusura delle frontiere con il Senegal, le organizzazioni umanitarie fecero le valigie. Solo i vicini di fede islamica continuarono ad assistere la Mauritania nell'esilio dal resto del mondo che il paese si era imposto. Nei primi anni '90, con l'Iraq quale più stretto alleato, il governo della Mauritania divenne sempre più estremista, sbarazzandosi dei suoi principali rivali, i neri africani. Ne seguì una condanna internazionale su vasta scala.

Il rimpatrio dei mauritani neri esiliati pesa sul governo attuale. Nonostante gli attacchi a questa minoranza siano cessati, i neri continuano a incontrare difficoltà nel trovare lavoro, documenti d'identità, prestiti, nonché nel riavere le loro terre.

Nel giugno 2002 il Fondo Monetario Internazionale ha cancellato dal debito della Mauritania 1,1 miliardi di dollari, pari alla metà del debito complessivo. Il forte 'sconto' non è bastato a placare gli animi. Nella notte del 7 giugno 2003, infatti, si è verificato un colpo di stato da parte di membri dell'esercito, ma Taya è riuscito a respingere gli oppositori. Il capo del governo ha vinto le elezioni presidenziali del novembre 2003 con il 60,8% delle preferenze. Alla vigilia del voto il principale oppositore, Khouna Ould Haidalla, è stato fermato e trattenuto per diverse ore insieme a quattro collaboratori con l'accusa di complotto e minaccia alla sicurezza dello stato.

L'11 marzo 2007, al primo turno delle elezioni, nessuno dei 19 candidati ha superato il 50%, rendendo necessario il ballottaggio tra Sidi Mohamed Ould Cheikh Abdallahi, economista (e più volte ministro, appoggiato anche dai militari), e Mohamed Khouna Ould Haidalla, storico esponente dell'opposizione. Il 25 marzo 2007 Abdallahi è diventato presidente con il 53% dei voti, al termine di un voto tranquillo e regolare, e con una affluenza del 67%.

Il 6 agosto 2008 le Forze armate hanno preso il controllo del palazzo presidenziale nella capitale Nouakchott, e unità dell'esercito hanno circondato i principali edifici pubblici, nell'ambito di un colpo di stato militare che ha portato all'arresto del presidente Sidi Ould Cheikh Abdallah, del primo ministro Yahya Ould Ahmed Waghf e del ministro dell'interno. A guidare il colpo di stato è proprio l'ex capo della guardia presidenziale, il generale Mohamed Ould Abdel Aziz che era stato rimosso dal presidente Abdallah insieme a diversi ufficiali. Come primo atto, i golpisti annullano proprio le ultime nomine militari decise dal presidente.

Il 9 agosto 2008, il presidente di turno Unione africana , Bernard Membe, annuncia che "l'Unione africana sospendera' la Mauritania fino a quando la democrazia non sara' ripristinata nel paese". Oltre la condanna della Commissione europea e della Casa Bianca, arriva anche la condanna di Al Qaeda che indica come complici del golpe "i paesi miscredenti" come gli Stati Uniti, la Francia e Israele.


Il generale Mohamed Aziz e il primo ministro MoulayeLaghdaf

 Il 14 agosto 2008, la giunta militare nomina Moulaye Ould Mohamed Laghdaf, ex ambasciatore in Belgio, come primo ministro.

Il 21 agosto 2008, la polizia arresta l'ex premier Yahya Ould Ahmed El Waghef, il giorno prima aveva guidato una grande manifestazione pacifica contro il colpo di stato. Yahya Ould Ahmed El Waghef era stato arrestato il giorno del golpe insieme al presidente e liberato 5 giorni dopo. Subito dopo la liberazione si era impegnato in una grande campagna per riportare Abdallahi presidente.

Il 15 settembre 2008, Dodici soldati mauritani di pattuglia nell'estremo nord del Paese (nei pressi di Toutine) vengono catturati in un'imboscata, cinque giorni dopo vengono ritrovati morti, sgozzati. L'attentato è stato rivendicato dal ramo di Al Qaida nel Maghreb islamico. L'Unione europea esprime subito la propria "solidarità" alla Mauritania "nella lotta contro il terrorismo".

Il 5 ottobre 2008, alla vigilia della scadenza di un ultimatum posto dall'Unione africana, i manifestanti anti-golpisti del Fronte nazionale di difesa della democrazia (Fndd), sostentori di Sidi Mohamed Ould Cheikh Abdallahi, vengono dispersi dalla polizia con gas lacrimogeni a Nouakchott. I manifestanti volevano il reintegro del presidente Sidi Ould Cheikh Abdallahi nelle sue funzioni entro il 6 ottobre, come espresso dal Consiglio di pace e di sicurezza dell'organizzazione continentale .

-"MAURITANIA, ELEZIONI RINVIATE. ACCORDO PER UN GOVERNO DI TRANSIZIONE."

Articolo del 3 giungo 2009 visionabile sul www.dazebao.org

NOUACHOTT - Dopo 13 giorni di una grottesca campagna elettorale con il giornaliero bollettino di cariche della polizia contro manifestanti anti elezioni e le tende pro candidati pressoché vuote, le tre componenti che rappresentano il panorama politico mauritano attuale hanno trovato l'accordo di spostare il primo turno elettorale dal 6 giugno al 18 luglio.

Gli anti putschisti fedeli all'ex presidente destituito Sidi, gli oppositori al putsch militare oppositori parlamentari a Sidi e il partito attualmente maggioritario dell'ex generale Aziz, il capo dei putschisti, hanno siglato un accordo sotto gli occhi del ministro degli esteri senegalese Cheikh Tidiane Gadio (uomo di punta del presidente senegalese Wade).
Alle trattative durate 6 giorni in un hotel di Dakar hanno partecipato anche il rappresentante di Gheddafi presidente di turno dell'UA oltre ai rappresentanti del gruppo di contatto internazionale per la Mauritania composto da Lega Arabia Unione Africana, Unione europea, Organizzazione dei paesi francofoni ed ONU con gli ambasciatori dei 5 membri permanenti del consiglio di sicurezza. Tanti mediatori perché la posta in palio era alta: la stabilità del paese di transito e cerniera tra l'Africa araba e quella subsahariana, inevitabile crocevia di commerci e di equilibri regionali in primis in chiave contro la penetrazione islamica vicina alle frange terroristiche.
E l'accordo trovato ha proprio lo scopo di permettere agli attuali attori della politica mauritana di avere ciascuno un ruolo in una visione consociativa del potere, per evitare contrapposizioni forti che minerebbero equilibri storici della ex colonia francese, l'unica ove la Francia governó direttamente tramite i capi delle rigide gerarchie sociale e razziali.
L'accordo nelle sue linee fondamentali prevede:
un governo di transizione alle elezioni da fare entro il 6 giugno (data delle finte elezioni) con posti ripartiti al 50% tra il partito di Aziz  (avrà il primo ministro) e i suoi oppositori (ministro degli interni, finanze e della comunicazione). Sidi momentaneamente reintegrato fisserà le  elezioni per il 18 luglio  e secondo eventuale turno il 1 agosto;
la liberazione dei politici arrestati per corruzione dei mesi di governo d'Aziz (le mani pulite mauritane che costruirono il consenso intorno al generale putschista);
la ristrutturazione della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) con uomini di fiducia dell'opposizione.
Il punto più delicato però è capire quanto sarà il contributo internazionale per organizzare questa transizione "dolce" da un putsch militare a nuove elezioni presidenziali consensuali tra putschisti ed anti-putschisti: la bozza parlava di 10 milioni di euro. Un ottima ragione per trovare un accordo.

di Rocco Santoro

-CURIOSITA'

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