Abitazione nella capitale dello stato, Bissau

·         Nome completo del paese: Repubblica della Guinea-Bissau

·         Superficie: 36.120 kmq

·         Popolazione: 1.388.363 abitanti

·         Capitale: Bissau (296.900 abitanti)

·         Popoli: Balanta 30%, Fula 20%, Manjaca 14%, Mandinga 13%, Papel 7%

·         Lingua: Portoghese (lingua ufficiale), creolo e lingue africane

·         Religione: Religioni indigene 50%, islamici 45%, cristiani 5%

·         Ordinamento dello stato: Repubblica parlamentare

·         Presidente: João Bernardo Vieira (2005)

·         Primo ministro: Martinho N'Dafa Kabi (2007)

·         PIL: 1.164 miliardi di dollari

·         PIL pro capite: 900 dollari

·         Tasso annuale di crescita: 1,8%

·         Inflazione: 4%

·         Settori/prodotti principali: Prodotti agricoli (riso, grano), legname, pesca, birra, risorse naturali come la bauxite e i fosfati

·         Partner economici: India, Uruguay, Tailandia, Senegal, Portogallo, Taiwan

 

La Guinea-Bissau (República da Guiné-Bissau in portoghese) è uno Stato dell'Africa Occidentale ed è una delle più piccole nazioni dell'Africa continentale. Confina col Senegal a nord, con la Guinea a sud e a est e con l'Oceano Atlantico ad ovest. Al largo della capitale, Bissau, è situato l'arcipelago delle isole Bijagos, centinaia di isole di varie dimensioni, molte delle quali sono disabitate.

Al nome originario fu aggiunto quello della capitale Bissau per impedire la confusione con il vicino stato della Guinea, ex colonia francese.

L'attuale territorio della Guinea-Bissau coincideva un tempo con il regno di Gabù, a sua volta parte dell'Impero del Mali; gli ultimi resti di questo regno sopravvissero fino al XVIII secolo. Sebbene le coste e le rive dei fiumi furono tra le prime terre ad essere colonizzate dal Portogallo (che le sfruttò per procurarsi schiavi sin dal XVII secolo) le zone più interne rimasero inesplorate sino al XIX secolo.

Divenuta colonia portoghese, la Guinea-Bissau cominciò la sua lotta per l'indipendenza nel 1956, anno in cui il PAIGC (Partido Africano da Independência da Guiné e Cabo Verde) riuscì, in seguito ad una ribellione armata, a consolidare le proprie posizioni nel paese. Diversamente dai movimenti anticoloniali avutisi nelle altre colonie portoghesi, il PAIGC riuscì ad estendere rapidamente il suo controllo militare su ampie zone del paese: ciò fu possibile grazie alle caratteristiche del territorio, coperto perlopiù dalla giungla, e ai grandi quantitativi di armi forniti dalla Cina, dall'Unione Sovietica e dagli altri paesi africani. Il PAIGC riuscì persino a dotarsi di una forza contraerea. Entro il 1973, pressoché tutta la Guinea-Bissau era nella mani del PAIGC. L'indipendenza fu dichiarata unilateralmente il 24 settembre del 1973 e riconosciuta nel novembre dello stesso anno dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Il Portogallo riconobbe l'indipendenza dell'ormai ex colonia in seguito al colpo militare con cui culminò la Rivoluzione dei garofani portoghese.

La Guinea-Bissau fu poi governata da un consiglio rivoluzionario sino al 1984. Nel 1994 si tennero le prime elezioni multi-partitiche. Nel 1998 una sollevazione dell'esercito portò alla caduta del presidente Vieira: la Guinea Bissau precipitò così nella guerra civile. Nel 2000 Kumba Ialá fu eletto presidente. Nel settembre 2003, tuttavia, un nuovo colpo di stato portò all'arresto, da parte dei militari, di Ialá, definito "incapace di risolvere i problemi del paese". Dopo numerosi rinvii, le elezioni legislative furono finalmente tenute nel marzo del 2004. Un ammutinamento dell'esercito nell'ottobre del 2004 portò alla morte del capo delle forze armate stesse, contribuendo così ad accrescere lo stato di agitazione nella nazione. Nel giugno 2005 si tennero nuove elezioni presidenziali, le prime dopo la caduta di Ialá, il quale si ripresentò come candidato del PRS, sostenendo di essere il legittimo presidente del paese. A vincere fu invece il candidato del PAIGC João Bernardo Vieira, il presidente deposto nel 1998. Vieira superò Malam Bacai Sanha a seguito di un ballottaggio: inizialmente Sanha rifiutò di riconoscere la sconfitta, accusando brogli elettorali in due circoscrizioni (tra cui la capitale Bissau). Tuttavia, malgrado una certa influenza delle forze armate durante le settimane precedenti il voto e alcuni "disordini" (fra cui l'attacco al palazzo presidenziale e a quello del Ministero dell'Interno ad opera di alcuni armati non identificati), gli osservatori europei hanno definito le ultime elezioni in Guinea-Bissau "calme e ben organizzate".

 Popolazione
La popolazione della Guinea-Bissau è alquanto eterogenea per lingua, etnia e costumi. Il 99% della popolazione è nera: a nord e a nord-est vi sono genti parlanti
fula (20%) e mandinga (13%), i balanta (30%) e i papel (7%) abitano invece le regioni costiere meridionali, mentre al centro e nelle zone costiere settentrionali vivono i manjaco (14%) e i mancanha. I mestiços, vale a dire i mulatti, sono circa l'1% (fra i quali anche una piccola minoranza di persone originarie di Capo Verde). Gli europei, soprattutto portoghesi, rappresentano invece solo lo 0,06% della popolazione: ciò è dovuto all'esodo dei coloni portoghesi in seguito all'indipendenza del paese.
Oltre il 90% degli abitanti parla lingue africane. La lingua più diffusa (44%) è il
kriol, un creolo portoghese, mentre il portoghese è parlato dal 14% della popolazione.
Il 50% della popolazione è
animista, mentre i musulmani ammontano al 45% degli abitanti (soprattutto fula e mandinga). Vi è poi una piccola minoranza cristiana (5%), formata perlopiù da cattolici. Nell'arcipelago delle Bijagos (regione di Bolama), ancora oggi sopravvive un sistema sociale di tipo matriarcale, o con almeno forme di supremazia femminile nei rapporti interfamiliari. I processi di globalizzazione e l'influenza delle missioni cristiane stanno però pian piano erodendo questo sistema sociale, nel quale, ad esempio, sono le donne a scegliere il proprio marito, che è poi obbligato a sposarle, e le questioni religiose sono controllate da sacerdotesse.


Imbarcazione da pesca.

Economia
La Guinea-Bissau risulta essere tra i 20 paesi più poveri del mondo. La fragile economia, basata perlopiù sull'agricoltura e sulla pesca, pur avente buone risorse minerarie (petrolio, bauxite e fosfati) non vengono sfruttate a causa della mancanza di infratrutture e di mezzi finanziari, è stata duramente danneggiata dalla guerra civile del 1998-1999. Il paese ha accumulato un debito con l'estero pari a 921 milioni di dollari ed è attualmente interessato da un programma di interventi strutturali finanziati dal
Fondo Monetario Internazionale.

Una delle principali voci dell'economia della Guinea-Bissau è rappresentato dall'esportazione (circa 90.000 tonnellate per anno) dell'anacardo. Nel gennaio del 2005, tuttavia, il governo annunciò che un'invasione di locuste stava per distruggere i raccolti, e che non vi erano le risorse necessarie per prevenire tale catastrofe.

I trasporti nel paese sono scarsi e ad oggi particolarmente difficili. Non esiste rete ferroviaria e le strade sono sovente in condizioni disagevoli. Solamente in questi ultimi anni sono stati eseguite varie opere per migliorare le comunicazioni nel paese.

Bibliografia

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