Nome completo del paese:
Repubblica del Gabon
Superficie: 267.667 kmq
Popolazione: 1.389.201 abitanti (tasso di crescita demografica 2,5%)
Capitale: Libreville (661.600 abitanti)
Popoli: circa 40 gruppi di etnia bantu, tra cui quattro tribù principali (fang,
bapounou, nzebi, obamba), 154.000 residenti stranieri tra africani ed europei
(dei quali 10.700 sono francesi e 11.000 hanno la doppia nazionalità)
Lingua: francese (lingua ufficiale), fang, myene, nzebi, bateke, bapounou/eschira,
bandjabi
Religione: 55-75% cristiana (prevalentemente cattolica), 1% animista, musulmana
Ordinamento dello stato: repubblica presidenziale
Presidente: El Hadj Omar Bongo Ondimba
Primo ministro: Jean Éyéghe Ndong (2006)
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TERRITORIO
Gabon (nome ufficiale République Gabonaise, Repubblica del Gabon), stato
dell’Africa centrale, attraversato dall’equatore; è bagnato a ovest dall’oceano
Atlantico e confina a nord con la Guinea Equatoriale e il Camerun, a sud e a est
con la Repubblica del Congo. Già colonia francese, il Gabon ottenne
l’indipendenza il 17 agosto del 1960. Ha una superficie di 267.667 km² e
un’estensione costiera di 885 km. La capitale è Libreville.
Formato da bassopiani sedimentari lungo l’intera fascia
litoranea, verso l’interno il territorio si innalza in un altopiano che occupa
le regioni settentrionali e orientali del paese e, in parte, quelle meridionali.
L’area nordoccidentale ospita i Monts de Cristal (900 m circa), il cui sistema
continua, più a sud, nel massiccio del Chaillu (1.000-1.500 m) formando una
sorta di sbarramento, interrotto dal corso dei numerosi fiumi che sfociano
nell’oceano. Il bacino fluviale più importante è quello dell’Ogooué, le cui
acque sono navigabili fino a Ndjolé. L’81,4% del territorio è coperto da una
fitta foresta pluviale tropicale. Il Gabon è uno degli stati più ricchi di flora
e fauna dell'Africa: possiede 8.000 - 10.000 specie di piante (il 20% delle
quali sono endemiche), 670 specie di uccelli, circa 200 mammiferi che includono
gorilla, scimpanzè e 10 specie di scimmie, elefanti di foresta e anche
ippopotami che nuotano nell'oceano atlantico.
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CLIMA
Il clima del Gabon è caldo e umido, con temperature pressoché
stazionarie durante tutto l’arco dell’anno (27 °C). Le stagioni delle piogge
vanno da febbraio ad aprile e da ottobre a novembre, quelle secche da maggio a
settembre e da dicembre a gennaio. A Libreville la media annua delle
precipitazioni è di circa 2.500 mm.
PROBLEMI E TUTELA DELL'AMBIENTE
Nonostante l’ampia presenza di foreste, che
costituiscono l’habitat di numerose specie di animali selvatici tutelati nei
numerosi parchi e riserve naturali, la deforestazione rimane uno dei principali
problemi ambientali del paese. La riserva più estesa è quella di Lopé: creata
nel 1982, è formata da una vasta savana e da una piccola parte di foresta. Nelle
aree protette, pari allo 14,4% (2007) del territorio, la caccia è proibita, ma
il bracconaggio e la pesca di frodo continuano a rappresentare una minaccia
perché l’applicazione della legge è poco efficace. Il governo ha ratificato
accordi internazionali sull’ambiente in materia di biodiversità,
desertificazione, specie in via d’estinzione, sull’eliminazione degli scarichi
in mare, la protezione dell’ozonosfera e le zone umide.
POPOLAZIONE
La popolazione del paese è di 1.484.149 abitanti (2008), con una
densità media di 5,8 unità per km². Prevalente è l’urbanizzazione; solo il 15%
della popolazione vive in insediamenti rurali, mentre le zone più remote sono
praticamente disabitate. La speranza di vita è di 53,5 anni (2008). I gruppi
etnici presenti nel paese sono una quarantina; i più numerosi sono i fang (32%)
che abitano le regioni settentrionali, gli eshira-epunu (12%) che abitano il
sud-ovest, gli njebi (8%), i mbédé (7%) e gli omyené (4%). Gli europei, in
prevalenza francesi, costituiscono un’esigua minoranza elitaria; i pigmei, con
tutta probabilità gli originari abitanti della regione, sono ora solo qualche
migliaio e popolano le zone più impervie della foresta.
LINGUA E
RELIGIONE
Il cristianesimo (per il 65% di confessione cattolica) è professato da gran
parte della popolazione; sono presenti anche una discreta minoranza di animisti
(15%) e pochi musulmani (0,8%). Accanto al francese , lingua ufficiale, sono
diffusi il fang e altri idiomi bantu. I gruppi etnici per la maggioranza parlano
la lingua bantu.
L’ISTRUZIONE
L’istruzione è obbligatoria dai 6 ai 16
anni di età; il tasso di alfabetizzazione della popolazione adulta è del 70,8%
(2000). L’Université Omar Bongo (fondata nel 1970) è l’unica università del
paese.
PROFILO ECONOMICO
PIL: 7,301 miliardi di dollari
PIL pro capite: 5.500
dollari
Tasso annuale di crescita: 1,2%
Inflazione: 2,3%
Settori/prodotti principali: caffè, cacao, zucchero, olio di palma, gomma,
tessuti, legname (okoume, un legno dolce tropicale), estrazione e raffinazione
del petrolio, industrie minerarie (oro, manganese, uranio, ferro), riparazioni
navali, chimica per l'industria e l'agricoltura
Partner economici: USA,
Francia, Cina, Antille Olandesi, Paesi Bassi.
CITTA'
PRINCIPALI
Libreville, la capitale, è anche la maggiore città del paese (611.000 abitanti
nel 2003); Port-Gentil è uno dei principali centri portuali, nonché polo
dell’industria petrolifera e del legno compensato. Lambaréné, nota per le
piantagioni di palma da olio, è anche sede del famoso lebbrosario fondato dal
medico missionario Albert Schweitzer. Tra le altre città, da citare ci sono
Owendo (presso Libreville) e Mayumba che, accanto a Port-Gentil, sono gli scali
marittimi più rilevanti del paese, Masuku e Moanda.
ECONOMIA
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L’economia del paese è fortemente dipendente dallo
sfruttamento delle ingenti risorse minerarie e forestali. Nel 2006 il prodotto
interno lordo ammontava a 9.546 milioni di dollari USA, pari a 7.282,50 dollari
USA pro capite, uno dei più elevati dell’Africa subsahariana, grazie all’esiguo
numero di abitanti e ai proventi derivanti dalle esportazioni del petrolio; lo
standard di vita è, tuttavia, piuttosto basso e oltre il 70% della popolazione
vive di agricoltura di sussistenza. Alcuni settori, come quello petrolifero,
impiegano soprattutto personale straniero, tra cui francesi e immigrati dai
paesi confinanti.
Banane, manioca,
zucchero di canna, mais e riso sono coltivati principalmente per il consumo
interno; il paese esporta modeste quantità di cacao, caffè, olio di palma, pepe
e arachidi. Le ingenti risorse forestali comprendono l’essenza di
okoumé (di cui il Gabon è il
maggiore produttore mondiale), utilizzato per fabbricare il compensato, e alcuni
altri tipi di legno, come l’ozigo,
il mogano e l’ebano. La pesca riveste scarsa importanza. Il settore primario
impiega il 52% (1990) della popolazione attiva e fornisce l’4,9% (2006) del
prodotto interno lordo del paese.
Il Gabon è ricco di risorse minerarie e la sua industria estrattiva conobbe una
dinamica fase di crescita negli anni successivi all’indipendenza (1960).
Sostenuta è la produzione di manganese, estratto nella zona di Moanda, nel
sud-est; i bacini di minerale di ferro di Mékambo e Bélinga nell’estremo
nord-est – il cui sfruttamento è stato però ostacolato dalla mancanza di un
collegamento ferroviario (attualmente in costruzione) – sono forse tra i più
ricchi al mondo; la produzione di petrolio e gas naturale, presenti soprattutto
al largo della costa, è invece in calo a causa del progressivo impoverimento
delle riserve. Discreta anche la quantità di uranio, a Mounana, nel sud-est, e
di oro, piombo, argento, zinco e fosfati, i cui giacimenti sono stati scoperti
recentemente.
Il settore industriale è complessivamente poco sviluppato; impiega il 16% (1990)
della forza lavoro e contribuisce con il 61,2% (2006) alla formazione del PIL.
Le attività principali riguardano la raffinazione del petrolio (perlopiù a
Port-Gentil) e la lavorazione del legname; tra le altre industrie si citano
quella alimentare (zucchero e birra) e del cemento.
Le esportazioni del paese si basano sul petrolio, che
costituisce l’88,4% del totale. Nel 2003 il valore totale delle esportazioni fu
di 2.826 milioni di $ USA, a fronte di importazioni per 835 milioni di $ USA. I
principali partner commerciali sono la Francia, gli Stati Uniti, l’Italia, la
Spagna, la Gran Bretagna, la Germania, il Giappone e i Paesi Bassi. Il Gabon è
membro della Zona del franco e la sua unità monetaria è il franco CFA.
Il paese dispone di 9.170 km di strade (2004), di cui solo
il 10% è asfaltato; la rete stradale comprende una direttrice di 870 km che
attraversa il paese da nord a sud, collegandolo con Loubomo, in Congo, e con
Douala, in Camerun; il governo sta pianificando un potenziamento della rete,
nonché lo sviluppo della ferrovia, la cui costruzione cominciò nel 1974 con il
progetto di una linea di collegamento tra Owendo e Franceville (terminata nel
1986). Nei primi anni Novanta si è dato il via alla realizzazione di un
ulteriore raccordo tra Bélinga e Libreville per facilitare il trasporto dei
minerali ferrosi del nord-est. Nel 2005, la rete ferroviaria misurava 810 km.
Owendo e Port Gentil sono i principali centri portuali; l’Ogooué e i suoi
tributari, l’Ivindo e il Ngounie, sono navigabili.
STORIA
Alcuni reperti risalenti all’ultimo periodo del Paleolitico e del Neolitico
indicano che l’area fu popolata fin dai tempi più remoti.
I primi contatti delle popolazioni autoctone con gli europei avvennero tramite i
portoghesi, intorno al 1470; a partire da questo momento e per i successivi
quattro secoli, si aprì nella regione un fiorente mercato di schiavi, gestito da
portoghesi prima, da francesi, olandesi e inglesi poi.
La prima colonia permanente europea fu costituita nel 1839 dai francesi, in
seguito a un “accordo” con i signori locali, e dieci anni dopo fu fondata
Libreville da schiavi affrancati. I francesi estesero gradualmente il proprio
dominio verso l’interno e nel 1886 nominarono un loro governatore per il Gabon,
che nel 1888 fu annesso al Congo e nel 1910 divenne parte dell’Africa
equatoriale francese. Dopo la seconda guerra mondiale (1946) alla regione fu
attribuito lo status di territorio d’oltremare.
Il primo governo gabonese fu istituito nel 1958, con Léon
M’ba – esponente dell’aristocrazia del paese legata alle autorità coloniali – in
qualità di primo ministro. L’anno seguente fu approvata la costituzione di una
repubblica semiautonoma all’interno della Comunità francese e il 17 agosto del
1960 venne proclamata l’indipendenza. Eletto presidente nel 1961, M’ba instaurò
un regime autoritario, sciolse i partiti di opposizione e il Parlamento, e
concentrò nelle sue mani tutto il potere. Il presidente fu rovesciato da un
colpo di stato nel 1964, ma le truppe francesi lo reinsediarono alla presidenza,
che conservò fino alla morte avvenuta nel 1967. M’ba fu quindi sostituito dal
vicepresidente Albert Bernard Bongo, che l’anno successivo istituì formalmente
un regime a partito unico, il Partito democratico gabonese
(Parti démocratique gabonais,
PDG).
Confermato alla presidenza nel 1973, Bongo si convertì all’islam e cambiò il
nome in Omar. Questo evento segnò un parziale riorientamento della politica
estera del paese, che l’anno successivo entrò nell’OPEC e nell’Organizzazione
della conferenza islamica. Bongo avviò un programma rivolto a rafforzare
l’economia del paese, soprattutto attraverso un migliore sfruttamento delle
risorse minerarie. Il governo entrò nella gestione di diverse società straniere,
consentendo ai membri delle élite gabonesi di assumere le mansioni manageriali
tradizionalmente riservate agli europei. Nonostante una relativa “gabonizzazione”
del paese, le relazioni economiche e militari con la Francia rimasero ben salde.
Grazie agli introiti delle esportazioni, negli anni Settanta il Gabon visse un
periodo di forte crescita economica, che tuttavia non ne attenuò la dipendenza
dalle economie occidentali e dalla Francia in particolare. La successiva caduta
dei prezzi del petrolio segnò sia l’inizio del declino economico, sia
l’insorgere di conflitti politici e sociali. Agli inizi degli anni Ottanta si
costituì un movimento di opposizione che nel 1985 creò un governo in esilio e
denunciò in Europa la grave situazione dei diritti civili e politici in Gabon.
Bongo continuò tuttavia a godere del sostegno del governo francese.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, a causa dell’accentuarsi della crisi
economica e dell’aumento della disoccupazione (che colpì il 60% della forza
lavoro attiva), la protesta si estese a tutto il paese. Nel 1990 l’assassinio di
un popolare esponente dell’opposizione indusse la Francia a esercitare pressioni
su Bongo, che alla fine fu costretto a concedere elezioni multipartitiche.
Queste, svoltesi a settembre in un clima di irregolarità e di violenze, non
attenuarono tuttavia le tensioni, che esplosero nuovamente, provocando un
intervento delle truppe francesi.
Nel marzo del 1991, in un contesto di scioperi e di conflitto sociale, il
Parlamento promulgò una nuova Costituzione. Le elezioni presidenziali del 1993,
vinte ancora da Bongo, furono occasione di nuove proteste, in seguito alle quali
tutti i partiti delle opposizioni si riunirono in un vasto fronte di lotta.
La crisi precipitò nuovamente nel 1994, con violente sommosse che causarono la
partenza di molti investitori stranieri ma anche l’inizio di un dialogo tra
governo e opposizioni. Le difficili trattative, iniziate a Parigi, si conclusero
a Libreville nell’ottobre del 1994, con un accordo che prevedeva la formazione
di un governo d’unità nazionale e una nuova consultazione elettorale nel 1996.
Alla fine del 1994, con una mossa palesemente populista, il governo annunciò,
per i 150.000 immigrati dei paesi vicini, una scadenza (febbraio 1995) entro la
quale formalizzare il loro status di residenti, pena l’allontanamento dal paese.
Le deportazioni che ne seguirono influirono negativamente sull’apparato
economico.
Nel 1996 si svolsero sia le elezioni locali sia quelle legislative. Mentre le
prime videro l’affermazione dei partiti di opposizione nelle maggiori città del
paese, nelle seconde si affermò nuovamente il partito di Bongo, il quale nel
1998 riconquistò anche la presidenza del paese. Il discreto andamento delle
esportazioni di petrolio e legname mitigò gli effetti della crisi economica, ma
il paese continuò a essere afflitto da ricorrenti episodi di violenza e dalla
piaga della disoccupazione. Alla fine del 2000 il governo gabonese firmò un
accordo con il Fondo monetario internazionale (FMI), impegnandosi a realizzare
un severo programma di riforme economiche. Nelle elezioni per il rinnovo del
Parlamento, che si svolsero tra dicembre 2001 e febbraio 2002, il partito di
Bongo ottenne la maggioranza assoluta dei seggi.
Grazie a una riforma costituzionale approvata nell’agosto del 2003, Bongo si
assicura la possibilità di candidarsi nuovamente alle elezioni presidenziali.
Tra il 2003 e il 2004 il Gabon firma importanti contratti con la Francia e la
Cina per lo sfruttamento del petrolio e dei minerali di ferro.
La rielezione di Bongo alla presidenza nel novembre 2005 si accompagna a
violente proteste delle opposizioni, duramente represse dalle forze di polizia.
Nelle elezioni legislative di dicembre 2006 il Partito democratico gabonese del
presidente Bongo riconquista l’ampia maggioranza dei seggi del Parlamento.