Immagine di particolari formazioni rocciose, chiamate "domes", presso Famedogou, Burkina-Faso

Il Burkina Faso (che significa 'paese dell'uomo onesto' o 'paese degli incorruttibili'), già nominato Alto Volta dal fiume principale che lo attraversa, è una repubblica dell'Africa Occidentale privo di sbocchi a mare e confinante con il Mali a Nord, il Niger ad Est, con il Benin a Sud-est, con il Togo e il Ghana a Sud e con la Costa d'Avorio a Sud-ovest.

È una repubblica semi-presidenziale. L'attuale capo dello stato è Blaise Compaoré. Il capo del governo è Tertius Zongo. La lingua ufficiale è il francese.
Dapprima colonia, ottenne l'indipendenza dalla Francia nel 1960 e divenne Repubblica dell'Alto Volta. Il nome attuale, Burkina Faso, fu istituito il 4 agosto 1984 dal presidente rivoluzionario Thomas Sankara, e significa "la terra degli uomini integri" nella lingua more e nella lingua bamanankan parlate rispettivamente dall'etnia mossi e dell'etnia dioula.


Villaggio Dogon al confine tra Burkina Faso e Mali.

Come tutta l'Africa occidentale, la regione del Burkina Faso fu abitata fin dal mesolitico da popolazioni di cacciatori-raccoglitori; strumenti di pietra di questo periodo sono stati ritrovati nella parte orientale del paese e nei pressi del fiume Volta. I primi insediamenti agricoli apparvero fra il 3600 e il 2600 a.C. In seguito si sviluppò l'uso del ferro, della ceramica e della pietra levigata.
Fra i popoli che abitarono il Burkina Faso ci furono sicuramente i Dogon, localizzati nella parte settentrionale della regione, in seguito migrati verso Bandiagara. Altre popolazioni non ancora identificate costruirono alte mura presso la città di Famedogou e in Costa d'Avorio. Nel sedicesimo secolo la regione del Burkina Faso fu uno dei centri economici più importanti dell'impero Songhai
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I francesi iniziarono la colonizzazione della regione del Burkina Faso nel 1896, sottomettendo il regno dell'etnia Mossi di Ouagadougou. Il regno divenne un protettorato, e nel 1898 l'intera regione passò sotto il controllo diretto francese, che provvide a frazionare l'antico regno: parti dell'Alto Volta furono date al Mali, al Niger e alla Costa d'Avorio. La tratta degli abitanti del posto come schiavi nelle piantagioni francesi della vicina Costa d'Avorio  fu una parentesi drammatica della colonizzazione francese. Nel 1904, il protettorato fu annesso all'Africa Occidentale Francese, insieme agli odierni Senegal e Niger. I Burkinabe, nome degli abitanti della nazione, parteciparono addirittura alla prima guerra mondiale sul fronte franco-tedesco. Nel 1919, il Burkina Faso divenne una colonia separata (col nome di Alto Volta); il primo governatore fu François Charles Alexis Édouard Hesling. Il 5 settembre 1932, la colonia fu smembrata e suddivisa fra Costa d'Avorio, Mali e Niger. Fu ricostituita il 4 settembre 1947, con gli stessi confini che aveva in precedenza. L'Alto Volta ottenne l'autogoverno l'11 dicembre 1958, diventando una repubblica membro della Comunità Franco-Africana (La Communauté Franco-Africaine). Due anni dopo la Francia concesse l'indipendenza.

Come per molti altri stati africani, il periodo successivo all'indipendenza fu caratterizzato da una forte instabilità politica. Un primo colpo di stato, nel 1966, portò al potere i militari fino al 1978. Il secondo colpo di stato, nel 1980, fu messo in atto da Saye Zerbo, rovesciato due anni dopo. Nel 1983 un contro-colpo di stato portò al potere Thomas Sankara, ucciso nel 1987. Alla morte di Sankara divenne presidente Blaise Compaoré, attuale capo di stato del paese.

Morfologia e Idrografia
L'altitudine media del Burkina Faso è di 400 m; si tratta quindi di una regione relativamente piana, con poche eccezioni localizzate.

La gran parte del territorio del Burkina Faso è costituito da un penepiano[superficie pressoché pianeggiante che, a differenza di una vera e propria pianura, non deriva da un fenomeno di accumulo di materiale, trasportato da vari agenti, cioè da un evento costruttivo, ma da un fenomeno di progressivo smantellamento di un rilievo, cioè da un evento distruttivo. ] in alcune zone mosso da poche colline. Il sudovest è invece dominato da un massiccio di arenaria; qui si trova la più alta vetta del paese, il Ténakourou, con un altitudine di 749 metri sul livello del mare. Il vecchio nome del paese, "Alto Volta", si doveva a tre importanti fiumi che ne attraversano il territorio: il Mouhoun (precedentemente chiamato "Volta Nero"), il Nakambé ("Volta Bianco") e il Nazinon ("Volta Rosso"). Il Mouhoun e il Comoé sono i due unici corsi d'acqua con presenza di acqua tutto l'anno.
Il bacino del fiume Niger costituisce il 27% della superficie del Paese. I tributari (Béli, Gorouol, Goudébo e Dargol) hanno andamento stagionale; sono in secca per circa metà dell'anno, ma possono anche causare notevoli inondazioni. Fra i numerosi laghi del Burkina Faso, i principali sono il Tingrela, il Bam e il Dem, oltre ai grandi bacini di Oursi, Béli, Yomboli e Markoye
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Immagine del Sahel nel nord del Burkina Faso

Clima
Il clima del Burkina Faso è principalmente tropicale, con due stagioni distinte: la stagione delle piogge, da maggio-giugno a settembre (più breve nel nord), con precipitazioni comprese fra i 600 e i 900 mm; e la stagione secca, in cui soffia l'harmattan, un vento secco e caldo proveniente dal Sahara.

Economia
Con un PIL procapite di 1.300 $, il Burkina Faso è uno dei paesi più poveri del mondo insieme alla Repubblica del Congo e al Tajikistan. Gran parte della sua economia è finanziata da aiuti internazionali. L'elevatissimo tasso di disoccupazione causa un altrettanto notevole fenomeno di emigrazione; circa tre milioni di Burkinabé vivono stabilmente in Costa d'Avorio. Questo fenomeno causa periodicamente attriti con i paesi confinanti.
Il Burkina Faso, rispetto agli stati con cui confina, è svantaggiato dal fatto che possiede risorse minerarie di minor rilievo, tant'è che il settore economico più attivo del paese rimane l'agricoltura, che in alcune regioni settentrionali arriva a toccare anche l'80% della forza lavoro. Tuttavia, l'agricoltura non costituisce una grande fonte di ricchezza, perché essa è basata su una coltivazione di stampo coloniale, e perciò caratterizzata dalla monocoltura, solitamente di sorgo, miglio, mais, arachidi, riso e cotone nel nord. Il terreno è di natura assai fragile e costantemente minacciato dalla siccità.

Città principali
Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso, si trova esattamente nel centro del paese nel punto d'incontro di diversi itinerari commerciali tradizionali, ed è più una grande città di campagna che una megalopoli. Il centro si attraversa facilmente a piedi e non presenta molto da visitare in fatto di monumenti e palazzi; Ouagadougou è più che altro interessante per i suoi viali ombreggiati e per l'atmosfera rilassante e accogliente che vi si respira. Al contrario di molte altre città del Sahel, Ouagadougou non è a maggioranza musulmana, poiché era capitale dell'impero Songhai, che sempre si schierò contro le tentate invasioni islamiche provenienti dal Mali e dal Ciad.
Il centro cittadino è chiuso in un triangolo delimitato a nord dalla stazione ferroviaria, a est dal palazzo presidenziale, detto Moro-Naba, e a sud dalla cattedrale. L'Avenue de Nelson Mandela attraversa la metà settentrionale del triangolo e termina in un'ampia rotonda: la Place des Nations Unies, da cui si dipartono come raggi di una ruota gran parte delle strade principali.
Gli abitanti del Burkina Faso discendono da una dinastia di imperatori che ha subito l'affronto della colonizzazione e della tratta degli schiavi, fatto che ne ha però paradossalmente rafforzato sia l'identità culturale sia le difese per la sua salvaguardia. Il paese è tra i più poveri del mondo, ma i suoi abitanti sono famosi per l'ottimismo e l'ospitalità, e sebbene dispongano di poche risorse naturali e di pochi mezzi, sono stati in grado di costruire un paese bellissimo e culturalmente sofisticato.



Edificio in stile sudanese a Gorom-Gorom.

Bobo-Dioulasso, città principale della popolazione Bobo, è un'altra città rilassante e accogliente, ancora più piccola e facile da girare di Ouagadougou e ugualmente ricca di viali spaziosi, strade alberate e mercati settimanali vivaci.
L'edificio che più colpisce a Bobo-Dioulasso è la Grande Mosquée, una costruzione di fango in stile sudanese.
Gorom-Gorom
, nel nord-est del Burkina Faso, è una tipica città del Sahel immersa in un mare di dune e spazzata dai venti. È l'ultima città prima del deserto solitario di dune e che prosegue sino al Mediterraneo. Gorom-Gorom è una città in stile tipicamente sudanese: la popolazione prevalentemente nomade è composta soprattutto da Tuareg ('gli uomini blu del deserto'), Peul, Maure e Songhaï.

Il mercato di Gorom è senza dubbio il più grande, colorato e interessante del Burkina Faso, se non dell'intero Sahel.
Tiebelè è una città nei pressi del confine con il Ghana, le cui
 case tradizionali gurunsi sono simili a fortezze, senza finestre e coperte di strutture geometriche rosse, nere e bianche, dipinte accuratamente dalle donne gurunsi usando penne di faraona.

Popolazione e cultura
In Burkina Faso ci sono più di 60 gruppi etnici con caratteristiche sociali e culturali diverse, anche se tutti ci tengono a definirsi burkinabé. I gruppi principali sono i Bobo, che vivono nella zona della città di Bobo-Dioulasso, i Fulani, i Lobi e i Sénufo, ma il gruppo nettamente dominante è costituito dai Mossi. I Mossi discendono da un impero regale e l'imperatore, o moro-naba, ha un ruolo importante e grande influenza sociale. Alcuni discendenti dei Mossi sono musulmani, ma come già detto il Burkina Faso è uno dei pochi paesi dell'Africa occidentale a maggioranza non musulmana, dove gran parte della popolazione segue ancora le credenze animiste tradizionali.
Il Burkina Faso ha avuto un ruolo trainante per la rinascita dell'arte e della cultura africane. Il festival cinematografico FESPACO, che si tiene ogni due anni, esordì umilmente nel 1969 ma da allora è cresciuto fino a diventare in Africa occidentale un'elegante versione delle rassegne indipendenti del cinema di Hollywood. Il Burkina Faso ospita inoltre il più grande mercato di artigianato del continente.

Bibliografia

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