Le Origini della Musica Afro-Americana

In America i Neri sono sempre stati presenti, o quasi, così per individuare le origini di quella musica che definiamo comunemente Nera dobbiamo prendere in considerazione eventi che hanno avuto inizio nel XV sec. E’ infatti in questo periodo che gli Europei iniziano a prelevare Africani, da utilizzare essenzialmente per lavori di fatica, portandone un’ingente quantità anche nell’America Settentrionale (a partire dal 1619). Lo schiavismo, ancora giovane, sarebbe stato destinato a continuare ancora, e più precisamente fino al XIX sec., anche se in alcuni Paesi questo era già stato abolito nel XVIII sec.


Schiavi in catene nell'Africa dell'est
Quest’introduzione storica ci è necessaria per poter comprendere i meccanismi che hanno dato inizio a un fenomeno musicale tanto grande, che ancora oggi è ben presente ed occupa una posizione di rilievo a livello internazionale.

Gli Africani, lontani dalla loro patria, durante gli estenuanti lavori che si vedevano costretti a svolgere, trovavano conforto solo attraverso malinconici canti intonati all’unisono, destinati a diventare  Spirituals, a contatto con la religione cattolica. Quello che è interessante osservare, a questo punto, è che l’anima del Jazz e, più tardi, dell’R&B, è già viva e ben presente nei primi componimenti Afro-Americani. Ad ogni modo, entrando maggiormente nel dettaglio, gli albori degli Spirituals e, quindi, di tutto il genere successivamente derivatone (Gospel & Spirituals), si hanno nel pieno del XVII sec, e soprattutto nelle piantagioni di cotone degli Stati Uniti Meridionali: stiamo parlando delle Plantation Songs, delle Work Songs, dei Calls e dei Cries; le prime assonanze Cristiane si devono ai Battisti e ai Metodisti Europei, ed è a questo punto che nasce il vero e proprio Gospel, che è comunque derivato anche dagli inni inglesi. E' inoltre importante ricordare anche le Ballads, ovvero le danze che accompagnavano le Work Songs.


La mappa illustra i principali movimenti dell'Underground Rail Road (UGRR)
In ogni caso, il termine Spiritual inizia ad assumere una marcata caratterizzazione nera solo nel XIX sec. Infatti, prima di allora, e soprattutto nel XVIII sec (verso la fine), i canti cristiani intonati dagli schiavi erano ancora proibiti dai padroni di questi ultimi, e la nuova forma musicale, appena ideata, poteva essere espressa solo in contesti fortemente limitativi, in un certo senso. Gli schiavi si incontravano in "riunioni segrete", chiamate "riunioni da campo" o "riunioni da cespuglio", e questo clima influenzò i primi cori, che come tema avevano principalmente il "desiderio di fuga", che era sostenuto da un moto rivoluzionario chiamato "Undergroun Railroad"(UGRR).

 
E gli Spirituals, agli albori, ci sarebbero senz'altro apparsi profondamente diversi dai canti da chiesa che associamo generalmente al genere. Infatti, espressivamente, queste composizioni erano decisamente Afro, più che Cristiane, per un suono in origine fortemente ritmato, grazie all'uso di percussioni varie e a battiti regolari di piedi e mani, e a spiccati riferimenti alla cultura Africana Tribale. Questi elementi sopravvivono ancor oggi, ma a partire dal '900, quando questi iniziarono a venire a contatto con l'ambiente americano, persero parte delle loro origini, per potersi adattare definitivamente al contesto cattolico.

 


Il dipinto mostra schiavi neri al lavoro in un piantagione
Ricapitolando, possiamo suddividere il periodo Gospel & Spirituals in alcuni fondamentali periodi. Dopo l'abolizione della schiavitù, nel 1865, ai neri fu consentito di frequentare la scuola, così, soprattutto in ambito universitario, nacquero svariati cori Spiritual. Così, grazie a raccolte fondi, gli artisti Afro poterono organizzare veri e propri tours per il Nuovo Mondo e per l'Europa. Nel '900-'930, poi, il movimento nero iniziava ad affermarsi grazie anche ad altre forme artistiche, come la poesia, e ad alcuni personaggi di rilievo, come Dorsey, che per primo comprese l'importanza, anche dal punto di vista storico, degli Spirituals, ideando più di un centinaio di componimenti. Per gli anni '30, il genere musicale era ormai riconosciuto un po' dappertutto, anche se è soprattutto a Chicago che questo venne apprezzato. Gli Africani si spostarono verso il nord degli States, in cerca di lavoro e opportunità, e questo contribuì a diffondere il Gospel un po' dappertutto, tanto che questo iniziò ad essere divulgato persino per via radiofonica. Dopo gli anni '30, fino ai giorni nostri, il Gospel & Spirituals ha continuato ad esistere, anche se, ovviamente, non ha essenzialmente avuto sconvolgimenti ulteriori, se non attraverso il Christian Rap e altri generi nati solo recentemente.

Gli anni '30, quindi, sono un momento cruciale per il Gospel & Spirituals: infatti da un lato questo genere, come già detto, continua la sua strada, ma d'altro canto è destinato ad influenzare le forme di musica Nera nate in seguito, a partire dal Jazz. Di questo secondo aspetto dell'evoluzione del genere parleremo nelle pagine di competenza, mentre del resto parleremo velocemente qua di seguito.


La foto, del 1980, mostra la "faccia della chiesa nera"
Negli anni '40, dunque, il Gospel & Spirituals è destinato a diventare un vero e proprio genere commerciale, e questo fenomeno si espanderà ulteriormente soprattutto un ventennio dopo, e più precisamente nel giugno del 1966, al Madison Square Garden di New York, in un concerto che vide la comparsa di Edwin Hawkins, tra altri, e che segnò l'inizio di un ulteriore capitolo nella storia del genere: il Gospel & Spirituals, infatti, inizia a "confrontarsi" con gli altri generi, acquisendo assonanze tipiche del Rock 'n' Roll e del Folk: il consenso popolare è alle stelle, e molti dischi vengono registrati per varie etichette, alcune delle quali anche di rilievo: è così decretato il definitivo e totale ingresso del genere nel mondo dell'intrattenimento.

 

 

 

 

 

Ascoltate "Oh! Happy Day", "Freedom After A While" e "Amazing Grace" del 103rd Street Gospel Choir: trattasi di alcuni dei pezzi più noti del genere.

Come abbiamo già detto, il Gospel ha influenzato anche altri generi musicali, non solo Black: a prova di ciò, qua di seguito riportiamo tre canzoni, una di Stevie Wonder, noto cantante R&B (musica Black), e due (realizzate in collaborazione con il London Community Gospel Choir) dei Gorillaz, noto gruppo odierno che fa musica comunemente definita Elettronica o Trip Hop, ma che in realtà è un mix di svariati generi, bianchi e neri: questo ci può dare un'idea di come il Gospel abbia influenzato e continui ad influenzare artisti profondamente diversi fra di loro:

Stevie Wonder: "Blowin' In The Wind"                                                                 Gorillaz: "Don't Get Lost in Heaven" e "Demon Days"

 

 

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