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Quando, con l’avanzare della primavera australe, la
corona di ghiaccio incomincia a liberare la superficie del mare, ritirandosi
verso Sud, i mari e le terre antartiche si popolano di nuova vita. Solo
pochissime delle oltre cinquanta specie di uccelli che concorrono a costituire
la fauna antartica, infatti, possono trascorrere il loro intero ciclo vitale a
quelle inospitali latitudini, mentre la maggior parte raggiunge aree più miti
per superare l’inverno. Fra gli uccelli, i pinguini sono forse l’elemento
emblematico della fauna antartica, anche se in realtà delle 19 specie che
compongono l’ordine degli Sfenisciformi, cui tutte le specie di pinguini
appartengono, solo il Pinguino imperatore, completa l’intero ciclo vitale in
Antartide. Altre specie, come il
Pinguino di Adélie o il Pinguino antartico si spingono in Antartide per la
riproduzione ma svernano in aree periantartiche, altre ancora vivono stabilmente
a settentrione fino alle equatoriali isole Galapagos.
Quello dei pinguini è un ordine ben differenziato dagli altri della classe degli
Uccelli. Da quando hanno iniziato la loro divergenza da uccelli, i pinguini
hanno evoluto caratteri che li rendono un caso particolare di
adattamento a condizioni ecologiche estremamente selettive.
Le penne e le piume, ad esempio, hanno morfologia tale da rendere molto efficace
la loro funzione di mantenere il calore corporeo ed evitare la penetrazione
dell’acqua. Le ali, profondamente modificate, non consentono più il volo ma
garantiscono estrema efficienza nel nuoto subacqueo.
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I Pinguini imperatore sono fra le specie più
note della fauna antartica ed hanno adattamenti morfologici, fisiologici e
comportamentali che consentono loro di sopravvivere in condizioni ambientali
estreme.
Contrariamente a quanto accade a molti uccelli ‘volatori’, le ossa lunghe
mancano quasi totalmente di pneumatizzazione e questo conferisce ai pinguini un
peso specifico solo di poco inferiore a quello dell’acqua riducendo quindi lo
sforzo muscolare per l’immersione.
Alcune specie si nutrono in prevalenza di crostacei, altre includono nella dieta
anche cefalopodi e pesci. Anche nel comportamento predatorio i pinguini hanno
raggiunto abilità non eguagliata da altri uccelli. Il Pinguino imperatore, per
catturare cefalopodi, può immergersi fino a 400 metri di profondità e sostenere
apnee di alcune decine di minuti.
Il periodo della riproduzione è l’unico durante il quale tutti gli uccelli
antartici non possono eludere il loro legame con il continente. La nidificazione
di molte specie avviene in colonie, aggregazioni di migliaia o
addirittura centinaia di migliaia di coppie di Pinguini di Adélie, pinguini
antartici o pinguini reali che si riuniscono in luoghi tradizionali dove
generazioni di individui hanno deposto le uova e allevato i pulcini.
La colonialità può garantire numerosi vantaggi, ad esempio nella difesa dai
predatori. Nel caso dei pinguini imperatore, i maschi, sui quali incombe il
compito di incubare le uova durante i rigori dell’inverno antartico, si
riuniscono in assembramenti così densi da ridurre la dispersione del calore dai
loro corpi; ciò nonostante durante i 105-135 giorni di digiuno che i compiti
parentali impongono loro possono perdere fino al 40% del loro peso cioè circa 40
chilogrammi.