I primi regni Khmer
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I Khmer furono tra i primi nel sudest asiatico a presentare forme di religione, istituzioni politiche e a stabilire regni centralizzati che comprendevano vasti territori. Il più antico regno di cui si ha traccia nella zona è quello di Funan che fiorì tra il I ed il VII secolo ed era abitato da popolazioni di lingua mon-khmer.
Ad esso
seguì il regno di Chela che comprendeva ampie zone corrispondenti agli attuali
stati della Cambogia, del Vietnam, del Laos, e della Tailandia (conosciuta come
Siam fino al 1939). L'età dell'oro della civiltà Khmer, tuttavia, corrisponde al
periodo che va dal IX al XIII secolo, quando il regno di Kambuja, da
cui il nome di Kampuchea o Cambogia, governò su ampi territori (la capitale era
ad Angkor, nella parte occidentale del paese).
Sotto Jayavarman VII (1181 - 1218), il regno di Kambuja arrivò al suo zenit
politico e culturale raggiungendo il massimo della creatività. Dopo la morte di
Jayavarman VII iniziò il suo graduale declino. Importanti fattori che
contribuirono alla decadenza del regno erano l'aggressività dei popoli vicini
(specialmente i Siamesi), le croniche lotte per la successione al trono e il
graduale deterioramento dei sistemi di irrigazione che avevano assicurato per
anni il necessario surplus di riso. La monarchia di Angkor sopravvisse sino al
1431, quando i Thai occuparono Angkor Thom e il re cambogiano fuggì nella parte
meridionale del paese.
L'età moderna
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Dal quindicesimo al diciannovesimo secolo ci fu un continuo declino e una
continua perdita di territori. Un breve periodo di prosperità ci fu durante il
sedicesimo secolo poiché il re, che costruì la capitale in una regione a sudest
del Tonle Sap (Il Grande Lago) lungo il fiume Mekong, favorì il commercio con
altre parti dell'Asia. In questo periodo, per la prima volta, arrivarono gli
avventurieri e i missionari portoghesi e spagnoli. Ma la conquista da parte dei
Thai della nuova capitale a Lovek nel 1594 segnò un calo nelle fortune del paese
e la Cambogia divenne una pedina nelle mani delle contese dei suoi belligeranti
vicini, il Vietnam e il Siam.
La colonizzazione da parte del Vietnam dell'area del delta del Mekong portò
all'annessione di quell'area nel diciassettesimo secolo. La Cambogia perse
alcuni dei suoi più ricchi territori e l'accesso al mare. Queste invasioni
continuarono anche nella prima metà del diciannovesimo secolo perché il Vietnam
era determinato ad assorbire i territori dei Khmer e forzare i suoi abitanti ad
accettare la sua cultura. Tali politiche imperialistiche provocarono una
continua diffidenza nei confronti dei loro vicini orientali che sfociarono in
violenti confronti dopo che i Khmer rossi presero il potere.
Dall'ottocento alla Repubblica dei Khmer
Nel 1863 Re Norodom firmò un accordo che accordava alla Francia il
protettorato sul suo regno. Pian piano l'intero paese cadde sotto il dominio
coloniale francese.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i Giapponesi consentirono al governo
francese di Vichy che collaborava con i Nazisti (ricordiamo che il governo di
Vichy, inviso alla popolazione, era un governo collaborazionista) di continuare
ad amministrare la Cambogia e gli altri territori dell'Indocina, ma allo stesso
tempo fomentarono il nazionalismo dei Khmer. La Cambogia ottenne un breve
periodo di indipendenza nel 1945 prima che le truppe alleate ripristinassero il
controllo francese. Re Norodom Sihanouk, che era stato scelto dai Francesi per
succedere a Re Monivongm, assunse rapidamente un ruolo politico centrale poiché
cercò di neutralizzare le sinistre e gli opponenti repubblicani e si adoperò per
negoziare dei termini ragionevoli per l'indipendenza dalla Francia. La "crociata
monarchica per l'indipendenza" di Sihanouk portò, anche se con un po’ di
malumore, ad un tacito consenso per il passaggio della sovranità. Un accordo
parziale fu raggiunto nell'ottobre del 1953. Dopo ciò Sihanouk tornò alla
capitale, Phnom Penh, affermando di aver ottenuto l'indipendenza. L'anno
seguente, come risultato della conferenza di Ginevra sull'Indocina, la Cambogia
ottenne il ritiro delle truppe Viet Minh dai suoi territori e la completa
sovranità.
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Per giocare un ruolo più attivo nella politica nazionale, Sihanouk abdicò nel
1955 e lasciò il trono a suo padre, Norodom Suramarit. Ora divenuto soltanto un
principe Sihanouk organizzò il suo proprio movimento politico, la Comunità
Socialista Popolare (Sangkum Reastr Niyum, o Sangkum), che vinse tutti i seggi
nell'Assemblea Nazionale nelle elezioni del 1955. I Sangkum dominarono la scena
politica fino a fine anni sessanta. Lo stile di governo di Sihanouk lo rese
popolare presso la sua popolazione, specialmente nei villaggi rurali. Nonostante
i suoi vecchi interessi da conservatore, Sihanouk incluse le sinistre nel suo
governo, e alcuni dei leader che incluse - tra cui Khieu Samphan, Hou Yuon, e Hu
Nim – diventarono più tardi leader dei Khmer rossi. Nel 1963 annunciò la
nazionalizzazione delle banche, del commercio con l'estero e l'instaurazione di
un esperimento socialista che prosciugò le fonti di finanziamento straniere ed
allineò l'ala destra. Nelle relazioni con l'estero, Sihanouk seguì una politica
di neutralità e non allineamento. Accettò gli aiuti economici e militari degli
USA ma intrattenne anche buone relazioni con la Cina e cercò di rimanere in
buoni rapporti con la Repubblica Democratica del Vietnam (Vietnam del Nord). I
principali obiettivi della sua politica estera furono quelli di preservare
l'indipendenza della Cambogia e di tenere fuori il paese dal conflitto del
Vietnam, che andava assumendo dimensioni sempre più spaventose. Le relazioni con
Washington si deteriorarono nei primi anni Sessanta. Nel 1963 il principe
rifiutò ulteriori aiuti da parte degli Stati Uniti, e due anni dopo irrigidì le
relazioni diplomatiche.
Alla fine degli anni sessanta sia la situazione interna che le relazioni con
l'estero si erano deteriorate. La crescente ala destra sfidò il controllo di
Sihanouk del sistema politico. Il risentimento per le dure tasse e
l'espropriazione di terre per costruire delle raffinerie di zucchero portarono
ad una violenta rivolta nel 1967 nella provincia nord-occidentale del Batdambang
(Battambang). Fu allora che le forze armate guidate dal generale Lon Nol (che
era anche il primo ministro), soppressero la rivolta. Tuttavia un'altra
insurrezione guidata dai comunisti si sparse per il paese. Il dilagare della
Seconda Guerra di Indocina (o anche Guerra del Vietnam) iniziava a diventare un
problema molto serio soprattutto a causa delle continue incursioni dei
Vietnamiti del Nord e del Viet Cong. Apparentemente fu questo uno dei motivi che
spinse Sihanouk a ristabilire le sue relazioni con Washington nel 1969. Nel
marzo del 1970 fu rovesciato dal generale Lon Nol e da altri leader dell'ala
destra, che sette mesi più tardi abolirono la monarchia ed istituirono la
Repubblica dei Khmer.
La Repubblica dei Khmer dovette affrontare non solo i Nord Vietnamiti e i Viet
Cong ma anche un forte e crescente movimento comunista che crebbe in modo sempre
più letale con il passare del tempo. I comunisti cambogiani, che Sihanouk aveva
contrassegnato come Khmer rossi, fecero risalire il loro movimento alla lotta
per l'indipendenza e alla creazione, sotto il buon auspicio dei Vietnamiti, del
Partito rivoluzionario dei Cambogiani - Kampuchean (or Khmer) People's
Revolutionary Party (KPRP). Durante i primi anni sessanta, tuttavia, un gruppo
di intellettuali comunisti cresciuti nel clima culturale di Parigi presero il
potere del partito. I più importanti erano Saloth Sar (noto come Pol Pot dopo il
1976), Khieu Samphan, e Ieng Sary. Gradualmente neutralizzarono tutti i rivali
che consideravano troppo asserviti al Vietnam. Dopo il colpo di stato del marzo
1970 che aveva fatto cadere il principe Sihanouk, i Khmer rossi formarono un
fronte unitario con il leader spodestato, che aveva ancora una forte influenza
sui suoi cittadini.
Da qui potrete accedere ad un piccolo approfondimento sul sito archeologico di
Angkor Wat.